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  • Zio Paperone e la lampada bisestile
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Zio Paperone e la lampada bisestile è una storia sceneggiata da Marco Nucci e disegnata da Stefano Intini, uscita in tre puntate su Topolino 3550 - 3552 del dicembre 2023. Esiste un prequel di tre tavole per questa storia, disegnato da Federico Butticè e pubblicato solamente sulla copia omaggio del Free Comic Book Day Italia

Prequel[]

Come ogni anno a Paperopoli è Natale e tutti i paperopolesi festeggiano allegramente, ognuno secondo le proprie abitudini, perchè tutti amano il Natale! E perfino l'avido Paperon de' Paperoni, moltissimi anni fa, lo adorava, ma ora non è più così: nel deposito un Paperone, che ricorda quello delle origini, rimugina accigliato e in solitudine davanti a un caminetto acceso, sopra il quale sono appesi quadri della sua famiglia e della sua amata, Doretta Doremì.

Trama[]

Antefatto[]

Un lontano Natale nella lontana Scozia, il giovanissimo Paperone riceve come regalo una cassetta da lustrascarpe, realizzata per lui dal padre Fergus e accolta con entusiasmo. Ma, col passare degli anni, lo zione abbandona la sua adorazione per la festività che gli si presenta invece come una manifestazione di sciocca bontà e di inutili esborsi.

Primo episodio[]

Il 6 dicembre Qui, Quo e Qua si recano al Deposito per invitare Zio Paperone allo scambio di regali, al pranzo di Nonna Papera e alla recita scolastica, ma ottengono un netto rifiuto e lo zione tiene un monologo sugli svantaggi a lui arrecati dal Natale. Poi lascia i nipotini con Battista e va al parco di Paperopoli a cercare vecchi giornali abbandonati. I ragazzi non capiscono tale ostilità, ma il maggiordomo pensa di conoscerne il motivo: quella stessa mattina è arrivata una lettera di Doretta Doremì nella quale la donna declina l'invito di Paperone a passare il Natale insieme. Inoltre, continua Battista, il parco di Paperopoli è invaso dalle bancarelle dei venditori e non sarà facile per lo zione raccattare qualcosa

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Infatti, infastidito dalla folla e dal rumore, Paperone abbandona il centro del parco per inoltrarsi in un vialetto laterale; all'improvviso però sorge la nebbia e tutto intorno è silenzio. C'è solo una bancarella isolata coperta di paccottiglia e uno striscione che recita «Le Meraviglie del Dottor Piuma». Si manifesta anche il dottore che offre allo zione un «pezzo pregiato» della sua collezione, la lampada bisestile: lo spettro all'interno potrà esaudire qualunque desiderio purché il possessore lo esprima dando una sfregatina: il tutto per un solo dollaro. Paperone diffida e si allontana, ma poi ha un ripensamento e torna: sfrega la lampada, esprime il desiderio che il Natale non sia mai esistito, paga il dollaro e se ne va. La notte al deposito ha un incubo: gli si presenta lo Spirito della lampada bisestile e gli dà il benvenuto nel desiderio che ha espresso.

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La mattina dopo Paperone si sveglia in una casa non sua, una normale villetta con semplici arredi e, appese alle pareti, foto di Paperino, dei nipotini e di Gedeone, nonché un diploma di ragioniere e un calendario di dicembre, senza il 25 e che arriva al 32. Esce in strada e incontra Paperino che abita nella villetta accanto; passa Paperina senza salutare e, al richiamo dello zio, nega anche di essere fidanzata con Paperino. Paperone pensa ad uno scherzo, ma quando arrivano Qui, Quo e Qua e dimostrano di non sapere cosa sia il Natale, capisce che il desiderio si è realizzato: il 25 dicembre, dicono i ragazzi, neppure esiste. Ma non è solo il Natale ad essere scomparso: è sparito anche il deposito e Paperone non è più il miliardario di prima. Lo zione si abbandona alla disperazione fermando i passanti e presentandosi come il papero più ricco del mondo, cita il Natale che nessuno conosce e si fa riprendere dalla TV che trasmette poi un servizio sulle sue escandescenze. Alle sue spalle, un particolare inquietante: la statua del fondatore di Paperopoli non porta più il nome di Cornelius Coot ma quello di Jase Maillard.

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Paperone rientra a casa, sperando di svegliarsi al deposito, ma è ancora lo Spirito a fargli visita e a spiegargli che, spariti tutti i 25 dicembre, sono spariti anche gli eventi di quel giorno e la cassetta da lustrascarpe che ha dato avvio alla sua fortuna non è mai esistita perché gli è stata regalata a Natale; ora lui è il vecchio timido Paperone, coltivatore di splendide violette nel suo giardino. Lo zione chiede come possa annullare il desiderio e lo spettro gli dice che ha tempo fino alla mezzanotte della vigilia. Poi gli preannuncia una scoperta peggiore di tutte le precedenti: infatti alla mattina Paperone riceve una telefonata dal suo datore di lavoro: Rockerduck!

Secondo episodio[]

Il principale lo convoca e lo zione si presenta alla Rockerduck s.p.a. dove riceve il tesserino: la sua mansione è quella di capo contabile. Dopo lunga attesa viene fatto entrare nell'ufficio del capo, ora il papero più ricco del mondo, e questi lo licenzia, prendendo a pretesto la pubblicità negativa che si è procurato su stampa e televisione per la pubblica scenata del giorno precedente, che mette in cattiva luce anche l'azienda. Paperone riceve da un arrogante Lusky un orologio aziendale come buona uscita e questo è veramente troppo: furioso, promette al rivale che riprenderà il proprio posto.
Uscito dal palazzo di Rockerduck, lo zione inizia a pensare come liberarsi da quel sortilegio: non sa come ritrovare Piuma e l'unica via percorribile, forse, è ritrovare la lampada e chiedere allo Spirito di soddisfare un desiderio contrario al primo.

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In quel momento vede in una villetta vicina Doretta: si accosta al colmo dello stupore, ammira le violette della papera, loda le proprie e i due iniziano un dialogo; poi Paperone, timido ed emozionato, si allontana. Raggiunge la casa di Pico de Paperis e gli chiede notizie di Piuma e della lampada bisestile. Pico è meravigliato, ma cerca ugualmente di trovare risposte. Nel volume Maledizioni e Dintorni legge che la lampada con lo Spirito Bisestile fu forgiata in oriente ed arrivò in America a seguito degli scambi commerciali con le Indie; per Pico comunque si tratta solo di leggende e la lampada non esisterebbe.

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Pico presta poi a Paperone un secondo volume, Folklore del Mousekatonich, in cui si parla invece del Dottor Piuma, un alchimista stregato, un mago eremita che vive sul Monte Golem nella catena di Meyrink, ma la sua casa non è mai stata trovata.
Lo zione si addormenta dopo la lettura di quel tomo e viene svegliato da una scampanellata: è Doretta che ha notato le belle violette e propone all'amico una passeggiata. La papera racconta di essere stata proprietaria di un saloon che poi fallì e fu venduto per una miseria a un brutto tipo (Soapy Slick, che nella realtà attuale ha potuto approfittarsi di Doretta perché non c'era Paperone a difenderla - ricorda lo zione). Tra i due nasce comunque una tenera amicizia, fatta di musica suonata dalla bella e di torte cucinate da lei. Dopo uno di quegli incontri, ricompare nel sonno di Paperone l'odioso spettro, complimentandosi per la dama ritrovata che lo compenserà dell'altra vita perduta. La mattina lo zione viene svegliato ancora dal campanello: questa volta è Topolino, unico che si ricordi del Natale e, saputo delle esternazioni in piazza di Paperone (cfr. Topolino nel mondo senza Macchia), si fa raccontare i fatti e a sua volta spiega quello che crede essere il motivo del proprio ricordare: lui e Macchia Nera si sono scambiati le identità durante il loro ultimo scontro (cfr. Topolino e l'incubo dell'isola di corallo) e questo scambio deve aver in qualche modo collegato le loro menti.

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Ma un antenato di Macchia Nera è nato il 25 dicembre e la scomparsa di quel giorno ha cancellato anche tutte le nascite in esso avvenute e di conseguenza le loro discendenze. Lo stesso è accaduto anche per Pippo
Topolino non conosce Piuma, ma ne ha sentito parlare e da un po' di tempo in un incubo ricorrente gli appare Macchia, contornato da pentadelii, (i fiori velenosi da lui creati) che gli rivolge queste parole: «Ci vedremo dal Dottor Piuma, Topolino… dove tutto e la somma di tutto costano un dollaro!». Paperone, deciso come Topolino ad arrivare fino in fondo, gli comunica le poche notizie ricavate dal volume; poi va a salutare Doretta, che si rattrista della sua partenza e gli lascia il proprio scialle perché stia al caldo.

Si è ormai al 18 dicembre; con l'aiuto di Pico i due intrepidi partono; arrivano ad Abronsius, luogo desolato e pieno di pipistrelli, e cercano qualcuno che li accompagni al Monte Golem: tutti si ritirano terrorizzati, anche i pipistrelli. Ma inaspettatamente un avido oste per cento dollari si offre di portarli da chi li potrà accontentare: così Topolino e Paperone vengono condotti ad una casuccia isolata e all'uscio si presenta Amelia.

Terzo episodio[]

Amelia racconta della sua infanzia e di come sia stata iniziata dalla nonna Caraldina alla magia, tradizione di famiglia. Ma la piccola desiderava una bambola e non voleva essere una fattucchiera; divenuta grandicella un giorno partì con la prima bambola che finalmente la nonna le aveva regalato, raggiunse Abronsius e si accomodò nella casa di alcuni parenti, la stessa dove ora vive; nel frattempo è divenuta ottima guida della zona.

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Il terzetto si mette in cammino nella bufera, tra lupi e difficoltà di ogni genere, pensando l'uno a Pippo, l'altro a Doretta e Amelia alla strada da prendere Finalmente arrivano al Monte Golem, ma una valanga spinge Topolino e Paperone sull'orlo di un crepaccio e solo la mano di Paperone, aggrappata al bordo estremo, impedisce la caduta. Amelia interviene e afferra la mano di Paperone, ma la sua presa non è abbastanza forte e i due precipitano. Lo Spirito appare a Paperone e si fa beffe di lui, finito in un burrone quando avrebbe potuto essere felice e sicuro accanto a Doretta. Topolino risveglia dall'incubo il compagno di avventure, ma è scoraggiato: manca poco alla mezzanotte e la cima del monte è lontanissima. Ad un tratto appare la nebbia e dietro la nebbia una vecchia casa: la casa di Piuma. Non si trovava quindi in cima al monte, ma alle sue radici. I due entrano e trovano Piuma, che propone loro un indovinello: se lo risolveranno, potranno entrare nella stanza dove è conservata la lampada, altrimenti la vendetta del dottore sarà terribile. Piuma pone la domanda: «A quanto ammonta il valore della mia collezione? Voglio la cifra esatta».

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Paperone si sente perduto, ma Topolino ricorda le parole di Macchia Nera nel suo incubo e risponde: un dollaro! Piuma allora li lascia, scomparendo a poco a poco, non senza averli avvisati che perderanno progressivamente il ricordo di quanto accaduto.
Mancano cinque minuti a mezzanotte e la lampada è fortunatamente in bella vista tra il tanto ciarpame. Arriva però Rockerduck con Lusky e gli altri suoi scagnozzi: tramite il localizzatore dell'orologio aziendale, ha seguito Paperone perché ne conosce l'intelligenza e crede che lo abbia condotto a un tesoro… la lampada. La afferra e sta per portarla via, quando una voce terrificante chiama il suo nome e minaccia di farlo prigioniero lì per sempre se non lascerà l'oggetto. Rockerduck, terrorizzato, fugge con tutta la compagnia e finalmente Paperone, pur dispiacendosi per Doretta, sfrega la lampada ed esprime il desiderio. Seguono attimi di panico e confusione: tutte le cianfrusaglie della collezione si sollevano e nuotano nell'aria; ricompare lo spettro, tutto diventa buio… e Paperone si sveglia al deposito, nel suo letto, con accanto Battista che gli porta un regalo di Natale.
Lo zione è fuori di sé dalla gioia: per il momento ricorda ancora tutto e si rallegra del ritorno alla normalità: accetta gli inviti prima rifiutati, e compera regali per tutti, persino per Rockerduck. Topolino a sua volta ha ritrovato Pippo ed è in festa lui pure. Alla fattoria di Nonna Papera si presenta un'inattesa ospite, Amelia; Paperone ha infatti capito che le minacce a Rockerduck nella casa di Piuma provenivano da lei. Amelia confessa che, quando ha afferrato la mano dello zione sul precipizio, ha avuto una visione della sua altra realtà, con la incessante sfida per la Numero Uno, e ha deciso di viverla.

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Ma il Natale ha ancora in serbo per Paperone la più bella delle sorprese: chiamata dai nipotini, è arrivata Doretta e l'antica coppia si isola nella stanza del cenone, mentre una brigata di parenti ed amici (c'è anche Gennarino) siede allegra al lungo tavolo.

Analisi e riferimenti[]

Si tratta di una storia complessa, intrecciata ad altre precedenti sempre di genere noir e con la presenza costante dell'enigmatico Dottor Piuma (cfr. la pagina). Anche qui, l'apparizione del mago-stregone-alchimista è preceduta dal calare improvviso di una fitta nebbia che segna il confine tra realtà vissuta e realtà possibile o modificata. Il desiderio di Paperone opera un drammatico cambiamento nella quotidianità: scompaiono persone, date e carriere; il plurimiliardario diviene semplice contabile e Cornelius Coot svanisce dalla storia di Paperopoli. Vengono tuttavia recuperate altre presenze, in particolare quella di Doretta che, data per assente nella prima realtà, si manifesta nella seconda e mette Paperone dinanzi al dilemma se rinunciare al ritorno alla normalità e rimanere anziano e felice con l'antico amore oppure perderla e riconquistare il posto consueto.

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Il lieto fine concede allo zione entrambe le cose, quasi a compensarlo delle vicende angosciose che ha vissuto. Anche in questo caso, sia pure avanti in età, Doretta è rappresentata bellissima e dolce, come se, nelle recenti storie in cui compare, gli autori italiani fossero affascinati da lei al pari di Paperone, che pure ne ha sperimentato le asprezze originali del carattere. Un'altra inaspettata presenza è quella di Amelia nei panni insoliti di aiutante della inedita (o quasi) coppia Topolino - Paperone e poco convinta della magía che pure sa operare, alla quale preferisce le bambole. In una fulminea citazione c'è pure Soapy Slick, uno tra i più sgradevoli ricordi del Klondike.

L'astio di Paperone per il Natale non è cosa nuova: proprio nelle sua prima apparizione il burbero taccagno ha parole di disprezzo nei confronti della festività[1] e tale disagio torna puntualmente in alcune storie del periodo natalizio, ma lo zione è molto cambiato dalla sua prima barksiana uscita.

Non è il primo racconto in cui si immagina uno zione privato della sua ricchezza: ricordiamo Paperino e le lenticchie di Babilonia e il suo (quasi) sequel Il destino di Zio Paperone; ancora Zio Paperone e l'ultima avventura e Zio Paperone e il vortice del tempo.

Delle molte citazioni letterarie si è già detto nella pagina dedicata al dottor Piuma e in Minni e la fiera delle ombre lunghe; si può aggiungere che, pur senza essere mai citate, qui occhieggiano il Canto di Natale di Dickens e la sua trasposizione disneyana (ma in un vignetta del prequel Paperina ha tra le mani il libro Manto di Natale di Charles Duckens e Pico de Paperis sta leggendo a Newton un passo dell'opera originale di Dickens).
Al passo con le tensioni del racconto sono i disegni di Intini, che rappresentano anche nelle scene apparentemente più rilassate il carico di dubbi e di inquietudine dei personaggi. Particolarmente suggestive sono le tavole degli incontri tra lo Spirito della lampada e Paperone.

Continuity[]

Nei numeri di Topolino che comprendono le tre parti di questa storia (3550, 3551, 3552) è stato ripreso con molta maggiore ampiezza un esperimento già tentato nel 2021 con Il bianco e il nero, ossia una serie di storie collegate tra loro da fatti contenuti nella prima. In questo caso, la cancellazione del Natale ricade in varia e diversa misura nei racconti successivi (al punto che Inducks ha creato per esse una categoria specifica: Missing Christmas[2]) che comprendono:

Curiosità[]

  • Abronsius, la città da cui si parte per raggiungere il monte Golem deriva il suo nome da un personaggio del film Per favore, non mordermi sul collo[3].
  • La tessera da capo contabile di Paperone riporta il codice 1947CRLBRKS, vale a dire l'anno di nascita dello zione e le consonanti del nome del suo creatore, Carl Barks.
  • Sempre a proposito dell'uomo dei paperi c'è anche un altro riferimento: nella cornice del quadro che Battistta sta spolverando nel deposito si possono vedere le iniziali C.B. e il Paperone lì ritratto veste la palandrana che indossa in Il Natale di Paperino sul monte Orso.


Pubblicazioni italiane[]

Note[]

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