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  • Zio Paperone e la corona perduta di Gengis Khan
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Zio Paperone e la corona perduta di Gengis Khan (titolo originale, The Lost Crown of Genghis Khan!; altro titolo italiano, Zio Paperone e la corona di Gengis Khan) è una storia scritta e disegnata da Carl Barks.
È stata pubblicata per la prima volta negli Stati Uniti su Uncle $crooge 14 nel giugno 1956[2], mentre in Italia il 10 settembre 1956 su Topolino 146 [3].

Trama[]

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Mentre Paperone si sta godendo il consueto bagno nell'oro e si rallegra del recente acquisto di un rumoroso orologio da taschino, sull'Himalaya uomini concitati si affrettano a far trasmettere un messaggio allo zione; quando il telegramma arriva, suscita preoccupazione e malcontento nel miliardario, che decide di partire per l'Asia e intervenire di persona. Ha anche bisogno che i nipoti, Paperino e Qui, Quo, Qua lo seguano ma, poiché la spedizione appare rischiosa, teme il loro rifiuto.

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Decide pertanto di non annunciare meta e scopo del viaggio e di farli partire all'oscuro di tutto. Sull'aereo, nel mezzo dell'Oceano Pacifico, è però costretto a rivelare la verità: una sua carovana, che trasportava soprattutto lana e pellame, aveva con sé anche un preziosissimo reperto, la corona di Gengis Khan, ricercata per anni dagli uomini di Paperone e infine trovata. Durante una sosta notturna la corona era sparita nel nulla e Paperone vuole recuperarla ad ogni costo. I nipoti non sono però entusiasti della prospettiva e lo zione dice loro che, una volta a Calcutta, potranno tornare a casa mentre lui procederà da solo. Naturalmente Paperino e i ragazzi non hanno cuore di lasciare che l'anziano zio si avventuri da solo per quelle terre inospitali e acconsentono a seguirlo.

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Vengono quindi paracadutati sulle nevi eterne e raggiungono l'accampamento dal quale è sparita la corona. La sentinella di guardia mostra loro le tracce del ladro: grandi impronte di piedi a tre dita che potrebbero appartenere al leggendario e abominevole Uomo delle Nevi. I nipoti si spaventano, perché prima della partenza hanno assistito a un programma televisivo che riferiva dl avvistamenti di uomini delle nevi o, meglio, delle loro impronte e della pericolosità di quelle creature. Paperone però non sente ragioni e la marcia prosegue. I quattro arrivano ad un punto in cui le impronte scompaiono misteriosamente per ricomparire poi più fresche a centinaia di metri più avanti.

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Iniziano allora a seguirle ma l'orologio dello zio, così rumoroso, rivela alla creatura la loro presenza e questa, senza farsi vedere, provoca una piccola slavina per tenerli lontani. Paperone decide allora di sostare in quel punto per la notte, aspettando che l'orologio esaurisca la carica. Ma quella notte anche l'orologio, che Paperone aveva inavvertitamente ricaricato, viene rubato. La mattina i paperi tentano l'inseguimento del ladro, segnalato dal ticchettìo dell'orologio, e scoprono il perché della sparizione delle impronte: il misterioso furfante si porta dietro una pelliccia bianca e livella le orme. Zio Paperone, arrampicandosi su corde di pelo di yak che pendono da una roccia, individua l'ingresso di una caverna appena prima che il braccio del mostro scuota la corda e lo faccia ricadere in basso. I quattro non si arrendono e raggiungono la caverna.

GU

Lì, in un gran disordine, trovano i più svariati oggetti senza valore, ma anche la corona. Non fanno però in tempo a fuggire col reperto perché arriva il padrone di casa, ridicolmente abbigliato con oggetti dei suoi furti e capace di pronunciare una sola parola, o suono: «Gu!». Costui imprigiona i paperi e si pavoneggia indossando la tuba dello zione, ma il suo passatempo preferito è ballare al ticchettìo dell'orologio. Approfittando della distrazione della creatura, intenta a baloccarsi con l'orologio, i paperi ritentano la fuga, ma le corde sono sparite è non c'è possibilità di scendere sul pianoro sottostante. L'uomo delle nevi, accortosi dell'evasione, si muove minaccioso verso i malcapitati, ma in quell'istante l'orologio si ferma. Paperone allora propone uno scambio: farà ripartire l’orologio se l'uomo gli lascerà usare le corde. Così avviene e lo zione torna trionfante a Paperopoli, convinto che la stampa darà grande spazio al ritrovamento della corona. Invece i giornalisti snobbano il prezioso ritrovamento e sono solo interessati ad avere notizie dell'abominevole Gu.

Analisi e riferimenti[]

Barks, come sempre interessato più ai comportamenti umani che alla puntualizzazione dei dati storici, fantastica di una leggendaria corona di Gengis Khan, che può essere esistita tra i tesori dei Mongoli, ma di cui non rimane traccia certa. La più mirata geografia barksiana ci porta poi nel mondo innevato dell’Himalaya, punto di sparizione della corona trovata chissà dove in Asia. Una terra inospitale, quasi spettrale nel suo bianco senza fine, prepara l'arrivo, tra il comico e il terribile, dello Yeti bamboccione e capriccioso, abbigliato dei bottini delle sue scorrerie, per il quale una corona d'oro massiccio e pietre preziose vale molto meno di un vecchio cipollone rumoroso: è il contraltare ottuso della brillante mente del papero.

L'apparire dell'uomo delle nevi sulla soglia della caverna potrebbe ricordare analoga scena dell'Odissea, quando Polifemo si presenta ai greci e li imprigiona nella sua -ordinatissima- spelonca; fortunatamente qui lo Yeti non è feroce come il ciclope e si rabbonisce con un vecchio orologio.

In questa storia troviamo un Paperone in gran forma, che inganna i nipoti e poi, sornionamente, facendo leva sul senso del dovere e l'orgoglio, li porta ad accettare una spedizione che difficilmente avrebbero intrapreso; energico e determinato gareggia con Qui, Quo e Qua in intuito ed efficienza, mentre Paperino subisce al solito gli eventi.

Don Rosa ha fatto seguito alla storia in Zio Paperone e il ritorno a Xanadu del 1991, dove zio e nipoti partono alla ricerca dell’intero tesoro dei Mongoli, di cui la corona è una minima parte, e si ritrovano nella mitica valle; non troveranno il tesoro e per giunta Paperone perderà la corona. La medesima storia riprende inoltre ambientazione e altri elementi da Zio Paperone e la dollarallergia, che Barks scrisse nel 1954. La corona di Gengis Khan è ricordata anche in Zio Paperone - La corona dei re crociati del 2001, sempre di Don Rosa.

Pubblicazioni in Italia[]

La storia è stata pubblicata diciassette volte in Italia:

Note[]

  1. [1] Topolino 146 - INDUCKS.org
  2. [2] Uncle $crooge 14 - INDUCKS.org
  3. [3]
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