- Zio Paperone e la cassa di rafano
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- "Perché dovrei salvarlo? Perché possa tranquillamente sbattermi in mezzo alla strada a fare il mendicante?... Bah! Sono un vecchio pazzo dal cuore tenero! Non riesco a lasciarlo affogare"
- ―Paperone su Truffo de' Arpagoni
Zio Paperone e la cassa di rafano (The Horseradish Story, in originale), nota anche come Paperino e l'oca d'oro[1] è una storia scritta e disegnata dal maestro dell'Oregon Carl Barks, pubblicata per la prima volta su Uncle Scrooge 3 nel settembre 1953.[2] In Italia la storia è invece apparsa per la prima volta sugli Albi d'Oro # 54008 il 21 febbraio 1954.[3]
In questa avventura Barks inaugura una categoria di avversari di Paperone che si potrebbero definire "discendenti". Si tratta infatti di personaggi che rinnovano con il ricco papero una rivalità che risale ai rispettivi antenati[4]. I cinque paperi, protagonisti di questa avventura, si vedranno marinai nell'oceano Pacifico alla ricerca di una cassa di rafano in fondo al mare.
Una delle migliori storie del Maestro, è molto apprezzata dai lettori, infatti è presente nella Top 100 INDUCKS, attualmente alla posizione diciassette su cento.
Sinossi[]
Nell'ufficio di Paperone un tale di nome Truffo de' Arpagoni si presenta esigendo che gli vengano consegnati tutti i possedimenti dello Zione; a meno che Paperone non riesca a recuperare una sperduta cassa di rafano in fondo al mare e consegnarla in Giamaica, come avrebbe dovuto fare un suo vecchio antenato. Zio Paperone salperà su una barca a vela insieme ai suoi quattro nipoti alla ricerca di questa cassa.
Trama[]
Nel 1753 il veliero Oca d'Oro proveniente da Glasgow e diretta in Giamaica affondò al largo di Haiti. In seguito a quel naufragio, duecento anni dopo, Truffo de' Arpagoni si presentò al Deposito esigendo che gli venisse consegnata tutta la favolosa fortuna di Paperone.
Scrocco de' Arpagoni, l'antenato di Truffo, concluse un contratto che obbligava il Capitano Hugh de' Paperoni a cedere tutte le sue proprietà se non fosse riuscito a consegnare la cassa di rafano che gli era stata affidata. L'antenato di Paperone perdette il carico, ma si rifiutò di cedere anche la dentiera d'oro. Questo permette a Truffo de' Arpagoni di fare valere, dopo tanti anni, i diritti della sua famiglia e obbligare a Paperone di soddisfare il contratto.
Il vecchio miliardario ha un mese di tempo per consegnare la cassa di rafano in Giamaica, dare a Truffo la dentiera del suo antenato oppure cedere tutto il suo proprietario. Paperone vendette la dentiera d'oro del suo avo quando era giovane e voleva finanziarsi le prime ricerche minerarie sul rame[5], quindi non gli resta che tentare di recuperare la leggendaria cassa di rafano.
Dopo aver reclutato Paperino e i nipotini parte alla volta del Mar dei Caraibi. I giorni passano velocemente ma alla fine, dopo aver esplorato decine di relitti, i paperi riescono a recuperare il leggendario carico e scoprono che il legname del vascello era stato segato volontariamente. Perciò il naufragio dell'Oca d'Oro non fu un evento fortuito, ma pianificato, molto probabilmente da Scrocco de' Arpagoni.
Mancano tre giorni alla scadenza e i paperi devono raggiungere le coste della Giamaica, ma sopraggiunge un'improvvisa bonaccia che li rallenta, perciò Paperone chiede al porto più vicino di inviare un rimorchiatore a motore, ma la capitaneria non può soddisfare la richiesta perché è in arrivo un uragano.
Quando vengono investiti dai primi venti, Paperone dà ordine di issare tutte le vele per cercare di recuperare il terreno perduto, ma un altro imprevisto è in agguato: Truffo de' Arpagoni, avendo ascoltato il messaggio di Paperone alla radio, è deciso ad impedire che i Paperi riescano nell'impresa. Il furfante raggiunge quindi la nave dei paperi e inizia a bombardarli con cannonate, distruggendo l'albero maestro della barca e facendo finire i protagonisti in mare. Truffo, non volendo lasciare testimoni della sua malefatta, tenta anche di eliminare il suo complice ma durante lo scontro cade in mare, andando alla deriva.
Intanto i Paperi riescono a costruire una zattera di fortuna ed il fato vuole che s'imbattano proprio in Truffo, che annaspa per restare a galla. Inizialmente Paperone non vuole salvarlo ma poi mette da parte i suoi risentimenti e recupera il naufrago che però, dopo essersi accorto che i paperi avevano la famosa cassa di rafano a bardo con loro, la getta tra le onde per assicurasi di diventare il più ricco del mondo, tentando anche di gettare fuoribordo i paperi, i quali però stufi delle sue maniere si ribellano e lo sottomettono. Quando la tempesta si quieta, un aereo giunge in soccorso dei naufraghi; Paperone è ormai completamente avvilito, ma i nipotini si mostrano ancora una volta estremamente ingegnosi: avendo intuito le intenzioni di Truffo, avevano legato la cassa alla zattera e così semplicemente la ripescano dalle acque salvando lo zio.
Analisi[]
Come sceneggiatore per i cartoni animati di Paperino, Carl Barks fu un produttivo e rispettato membro dello studio di animazione Disney. Tuttavia il necessario lavoro di squadra all'interno di quell'unità non sfruttò né favorì i maggiori talenti di Barks. Fu solo una volta approdato alla Western Publishing - dopo essersi dimostrato unicamente dotato nel creare ogni aspetto del proprio materiale - che le sue abilità creative avessero libertà totale.
Zio Paperone e la cassa di rafano beneficia da quella libertà. In Uncle Scrooge McDuck, His Life & Times (Celestial Arts, 1981), Barks scrive riguardo al suo metodo per evocare le proprie storie in generale e in particolare riguardo a questa avventura[6].
Barks ha rivelato che l'evoluzione di un'avventura lontana, ha spesso avuto inizio con uno scherzo immaginato e pienamente conclusivo. Il contesto più ampio e la trama furono quindi poi inquadrati nel tema principale. Barks però concesse anche che:
- "La formula per il climax della storia inizierebbe davvero da un particolare desiderio nella mia mente per disegnare un qualche tipo particolare di scenario, di sfondo. Se mi fossi sentito di realizzare qualcosa con una nave o una barca a vela, il desiderio di disegnare una storia sul mare si sarebbe sviluppato"
- ―Carl Barks[6]
Non è la prima volta che Barks realizza una storia ambientata in mare ma Zio Paperone e la cassa di rafano copre un'inusuale vasta gamma di ambienti marini, tra pesci coloratissimi e relitti di navi affondate. In più, viene anche rappresentata la tremenda furia di un uragano che mette in serio pericolo di vita i cinque paperi. A proposito delle storie di mare, Barks scrive:
- "Mi piacevano le storie che mi davano la possibilità di disegnare l'oceano e le navi, è servito a staccarmi momentaneamente dalla monotonia derivata dal disegnare sempre le teste rotonde dei paperi"
- ―Carl Barks[6]
La storia verte sull'eterno conflitto tra bene e male. La famiglia De' Arpagoni ha le fattezze di lupi antropomorfi e anche i nomi di battesimo, in italiano così come nella versione originale, sono caratterizzanti. In particolare Truffo de' Arpagoni è un personaggio estremamente malvagio, con una caratterizzazione molto distante dagli altri personaggi Disney: non riconosce la generosità altrui, cerca di uccidere i suoi avversari e persino il suo amico e nemmeno alla fine della storia subisce una redenzione, ma rimane fermamente convinto del suo operato.
Truffo è uno dei diversi e memorabili opportunisti della legge che compaiono nei lavori di Barks, come era già successo in Paperino e il cimiero vichingo. Questi personaggi che cercano di ottenere le ricchezze di Paperone tramite toppe legali, sono il contrario di Paperone, che invece la sua fortuna se l'è sudata onestamente e con il duro lavoro.
Influenze[]
Negli anni novanta Don Rosa riprese alcune delle informazioni riportate in questa storia per recuperare il personaggio del capitano Hugh de' Paperoni e la sua dentiera d'oro, quest'ultima viene data a Paperone da suo padre, Fergus, per avere dei beni da portare con se in America nel caso in cui ne avesse avuto bisogno. La vediamo nella storia L'ultimo del Clan de' Paperoni e Il re di Copper Hill. Invece nella storia Il nuovo proprietario del Castello de' Paperoni compare anche il personaggio di Hugh de' Paperoni, nel paradiso del clan.
Pubblicazioni italiane[]
Di seguito sono elencate le principale testate in cui la storia è stata ristampata:
- Albi d'oro #5408 (1954) (Prima pubblicazione)
- Complete Carl Barks 13 (1980)
- Zio Paperone n. 1 (1987)
- Zio Paperone n. 73 (1995)
- La grande dinastia dei paperi n. 6 (2008)
- Uack! n. 1 (2014)
- Tesori International n. 11 (2017)
- Paperdinastia n.6 (2018)
Galleria[]
Curiosità[]
- La storia statunitense non ha avuto per lungo tempo un titolo effettivo, perciò sino al 1985 è stata liberamente tradotta in italiano come Paperino e l'Oca d'Oro dal nome del veliero di Hugh de' Paperoni.
Vendi anche[]
Note[]
- ↑ [1] The Horseradish Story - INDUCKS.com
- ↑ [2] Uncle Scrooge 3 - INDUCKS.com
- ↑ [3] Albi d'Oro #54008 - INDUCKS.com
- ↑ La grande dinastia dei paperi vol. 6 - Analisi a cura di Luca Boschi
- ↑ Vedi Il re di Copper Hill - Don Rosa (1993)
- ↑ 6,0 6,1 6,2 Carl Barks Library vol. 12 - Analisi a cura di Rich Kreiner.
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