- Zio Paperone e l'oro del Klondike
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- "BLUTTO! - BLUTTO TU!"
- ―Paperone e Rockerduck a sei mesi, al loro primo incontro
Zio Paperone e l'oro del Klondike è l'ottavo e ultimo capitolo della saga Storia e gloria della dinastia dei paperi, ambientato nel Klondike ai tempi della corsa all'oro. La storia è stata scritta da Guido Martina per i disegni di Romano Scarpa ed è stata pubblicata per la prima volta il 24 maggio 1970 su Topolino 756.
Trama[]
È il 1897. Il padre di Paperone, chiamato Paperon-Papà, gestisce i suoi affari al limite della legalità in una non identificata cittadina del Nord America. Egli è il proprietario di un emporio dove vende cani da slitta che lui definisce andata-ritorno: ovvero, questi cani vengono venduti a vari cercatori d'oro, ma sono addestrati in modo che dopo aver mangiato dal loro compratore scappano e ritornano da Paperon-Papà.
Un giorno il padre del multimiliardario riceve la visita della sua fidanzata, Oretta Paporetta. I due sono legati sentimentalmente da vent'anni, ma esitano a sposarsi perché, avarissimi entrambi, non vogliono pagare un dollaro per la licenza matrimoniale. Proprio quel giorno, però, Oretta decide benché a malincuore di pagare lei la tassa pur di sposarsi e di diventare mamma, così il matrimonio può finalmente essere celebrato.
In seguito il nostro protagonista incontra Pykerdock, figlio di Pokerdyck, nemico di suo padre Paperhone. I due riprendono la lunga disputa mai risolta dai loro padri, cominciata perché Paperhone fuggì con una tonnellata d'oro di Pokerdyck. Pykerdock ha promesso al proprio genitore di mandare all'ospedale Paperhone, ma, non trovandolo, decide di vendicarsi sul figlio. Ne nasce un furioso inseguimento in slitta finché i due rivali cadono in un burrone e finiscono all'ospedale nella stessa stanza. Qui Pykerdock s'innamora di un'infermiera e da lei avrà un figlio, Rockerduck, mentre da Paperon-Papà e Oretta Paporetta nascerà Paperone.
Il giovanissimo Paperone mostra già le caratteristiche del futuro multimiliardario: la prima parola che pronuncia è dollaro, e, ancora in fasce, è attratto irresistibilmente dall'orecchino d'oro di una signora che lo prende in braccio. Neanche a dirlo, quando i piccoli Paperone e Rockerduck si incontrano si odiano a prima vista e si azzuffano già da neonati, scatenando la lite anche fra i genitori. Con gli anni, Paperone si dedica alla ricerca dell'oro e, aiutato da uno speciale fiuto per il prezioso metallo, riesce ad arricchirsi rapidamente.
Qui finisce la storia narrata e vi è un salto temporale al presente e iniziano i guai per Paperino. Zio Paperone, infatti, sta per concludere la quarantena che dura da ormai 21 giorni. Paperino deve affrontare l'ira della zio che gli ha addebitato i danni per aver gettato nell'Abisso delle Giovanne il cofano pieno di monete d'oro, impossibile da recuperare. Dopo il classico inseguimento, Paperino e i nipoti, vengono portati al deposito dove Paperone chiede il conto delle monete d'oro che Qui, Quo, Qua hanno ritrovato. Dopo le spiegazioni Paperone fa un paio di conti per scoprire che l'immenso tesoro di Pah-Peh-Rheo[1] era rimasto sempre in Egitto e si affretta a recuperarlo.
Curiosità[]
- La storia svolgendosi nel 1897 è ambientata circa trent'anni dopo la precedente, rappresentando quindi il minor salto temporale della Saga.
- Nella storia compare l'unico personaggio della saga (Oretta Paporetta) presentato come madre e moglie di due personaggi protagonisti della saga stessa.
- Nella stesura della sceneggiatura, Martina entra in contraddizione con alcune sue storie precedenti (per non dire delle molte barksiane), in cui Zio Paperone ha affermato di aver partecipato alla corsa all'oro.
Note[]
- ↑ Vedi storia Paperina e i papiri del Pah-Peh-Rheo.
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Zio Paperone e i cannoni del Mississippi | 24 maggio 1970 | Prologo |