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  • Zio Paperone e l'isola nel cielo
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Zio Paperone e l'isola nel cielo (in originale, Island in the Sky; altro titolo italiano, Zio Paperone astronauta) è una storia a fumetti di 28 pagine scritta e disegnata da Carl Barks, pubblicata per la prima volta nel marzo 1960 negli Stati Uniti, e poi nel luglio dello stesso anno in Italia.

Trama[]

A Paperopoli la tecnologia è avanzatissima e già da tempo è possibile viaggiare nello spazio. Zio Paperone vuole approfittarne per cercare un asteroide su cui trasferire tutto il suo denaro, in modo che sia al riparo dai ladri. Nessuno, fin allora, ha mai raggiunto la fascia degli asteroidi, e il viaggio spaziale si annuncia rischioso e anche dispendioso; però il multimiliardario è deciso a tentare e, dopo aver coinvolto Paperino e Qui, Quo, Qua, acquista un'astronave di seconda mano (ma ad alti consumi) e si dirige con i nipoti alla ricerca di un pianetino adatto al suo scopo.

I paperi viaggiano con l'astronave piena zeppa di carburante, perché il mezzo consuma molto e Paperone non intende rifornirsi alla stazione di servizio spaziale utile, situata sull'orbita di Marte. Arrivati alla fascia degli asteroidi, questi per lo più appaiono troppo piccoli o comunque inadatti a custodire il denaro del ricco papero. Dopo varie ricerche i paperi scorgono un asteroide del tutto simile alla Terra: ha un'atmosfera respirabile, clima temperato, ed è letteralmente ricoperto di vegetazione e di animali. Paperone non lo considera abbastanza sicuro per il suo denaro, ma i nostri amici decidono comunque di atterrare per fare una scorpacciata di frutta e per fare provviste di cibo per il ritorno.

Dietro il pianetino fertile se ne nasconde un altro simile per dimensioni, ma del tutto brullo: però, la presenza di uccelli lascia capire che è provvisto di aria. Paperone decide di esplorarlo per capire se finalmente ha trovato il luogo giusto: appena atterrati, con sorpresa i paperi scoprono che l'astro è abitato da una strana popolazione di pigmei.

Inizialmente i rapporti con gli autoctoni sembrano amichevoli, finché stupidamente Paperino non spara un colpo di pistola terrorizzando il piccolo popolo, ma anche gli uccelli, che migrano tutti sul pianetino vicino ricoperto di vegetazione. I locali diventano improvvisamente ostili, sia per lo sparo, sia perché le uova dei volatili costituivano il loro unico nutrimento. Paperone cerca di calmarli regalando loro della frutta, che in effetti viene gradita moltissimo; però la situazione per gli indigeni sembra irrisolvibile, dato che gli uccelli non accennano a tornare.

Paperone sa bene che non ha più molto carburante, ma decide ugualmente di svolgere con la sua astronave una complicata manovra per collegare fra loro con un cavo i due pianetini, che distano appena 300 metri l'uno dall'altro. Strisciando sul cavo, i piccoli alieni riescono senza difficoltà a trasferirsi sull'asteroide fertile, dove troveranno cibo in abbondanza. Compiuta questa insolita azione di generosità, il ricco papero deve affrontare il viaggio di ritorno: il carburante non è più sufficiente a ricondurre tutti sulla Terra, quindi, volente o nolente, il multimiliardario deve accettare di fare il pieno dell'astronave nella stazione di servizio sull'orbita di Marte, pagando le altissime cifre che vengono richieste per il propellente, e acconsentendo anche a offrire un costosissimo spuntino ai nipoti.

Analisi[]

In un'epoca, come l'inizio degli anni '60, in cui l'umanità era entusiasmata dalla prospettiva delle esplorazioni spaziali, Carl Barks realizza una storia in cui ritrae una Paperopoli già dotata di una tecnologia avanzatissima, in cui partire per lo spazio extraterrestre è soprattutto una questione di denaro. L'idea, non originalissima, della ricerca di un luogo sicuro per gli ettari cubici di denaro di Paperone cede ben presto il passo a una vera avventura spaziale, in cui la fantasia dell'autore raffigura piccoli mondi diversissimi fra loro e una popolazione di alieni, fondamentalmente "buoni" anche se in grado di reagire quando si sentono minacciati, in contrasto con la sciocca arroganza di Paperino, che spara per puro divertimento. Il finale, un po' a sorpresa, vede un atto di generosità da parte di Paperone, che non solo aiuta spontaneamente il popolo indigeno ma rinuncia definitivamente ai suoi progetti di colonizzazione degli asteroidi.

Fra i punti deboli della sceneggiatura, si possono citare la circostanza - non rara - per cui durante il viaggio nello spazio i personaggi sembrano avere un peso (anche se l'incongruenza è parzialmente corretta dalla presenza di scarpe magnetiche, che in alcuni casi vincolano gli spazionauti al suolo dell'astronave), e il fatto che i nipotini riescano a tradurre il linguaggio di un popolo alieno totalmente sconosciuto ai terrestri con il ricorso all'immancabile Manuale delle Giovani Marmotte.

Curiosità[]

  • Grazie a questa storia, un asteroide venne chiamato con il nome di Carl Barks.

Pubblicazioni italiane[]

In Italia la storia è stata pubblicata dodici volte:

  • Topolino 241 (1960)
  • Albi della rosa / Albi di Topolino 540 - Zio Paperone astronauta (1965)
  • Complete Carl Barks 23 (1980)
  • Paperino di Barks collezione ANAF 39-A (1986)
  • Zio Paperone 11 (1988)
  • Zio Paperone 84 (1996)
  • Paper Fantasy 20 (1997)
  • Zio Paperone (ristampa) 11 (2001)
  • La grande dinastia dei paperi 20 - 1959-60 - Zio Paperone e l'isola nel cielo (2008)
  • Uack! 11 (2015)
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