- Zio Paperone e l'acqua quietante
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Zio Paperone e l'acqua quietante è una storia di due puntate scritta e disegnata da Romano Scarpa e pubblicata per la prima volta sui numeri di Topolino 1189 e 1190, rispettivamente del 10 e del 17 settembre 1978.
Trama[]
I episodio[]
In California, l'antica missione spagnola di San Juan de Papisprano è nota e apprezzata dai turisti per la sua bellezza, ma anche per le sue fonti di acqua dall'effetto apparentemente distensivo per i nervi, a cui si abbeverano da tempo immemorabile anche frotte di uccelli migratori.
A sole cinquanta miglia a nord di San Juan, a Paperopoli, Paperon de' Paperoni è sempre più esasperato non solo dalla sua attività affaristica, ma anche dall'inconcludente collaborazione di Paperino, dalle invadenti attenzioni di Brigitta, dal goffo spionaggio industriale operato da Filo Sganga e dai continui tentativi di furto degli immancabili Bassotti. In preda a una crisi di nervi, il ricco papero viene calmato dall'intervento di Qui, Quo, Qua, che decidono di portare lo zio a San Juan de Papisprano per provare il beneficio della sua straordinaria acqua.
Arrivati al sito, Paperone deve affrontare il trauma di dover pagare i biglietti d'ingresso per sé e i nipotini, più un ulteriore dollaro per bere un bicchiere di acqua quietante: però il liquido sembra effettivamente calmarlo e rasserenarlo in maniera prodigiosa. L'effetto dura per varie ore, anche al ritorno a Paperopoli: il multimiliardario mantiene le sue idee e i suoi valori, ma riesce ad affrontare i vari disturbatori senza arrabbiarsi e con il sorriso sulle labbra.
Purtroppo, però, l'effetto dell'acqua quietante è temporaneo e dopo un po' Paperone, tornato irritabile come prima, convoca i nipoti, Brigitta, Filo e perfino i Bassotti, per sottoporre loro la questione: tutti loro hanno interesse che Paperone rimanga ricco, quindi devono escogitare un sistema perché lui si curi i nervi senza dover spendere un dollaro per ogni bicchiere d'acqua quietante. La riunione fallisce su tutta la linea, e solo i nipotini pensano che lo zio potrebbe seguire la rotta degli uccelli migratori che fanno già tappa a San Juan de Papisprano, con l'idea di trovare altre fonti di acqua quietante, ma libere e gratuite.
Paperone accoglie l'idea e, fatto costruire da Archimede un aeroplano apposito provvisto di cisterna, parte con Qui, Quo e Qua verso sud, seguendo la rotta degli uccelli migratori. Passata San Juan, i quattro entrano in Messico ed effettivamente sembrano trovare uno specchio d'acqua che potrebbe fare al caso loro...
II episodio[]
Purtroppo il laghetto scorto dall'aereo da Paperone e dai nipotini è infestato da pesci carnivori, e le sue rive sono popolate da aggressive iguane, quindi c'è da dubitare del potere tranquillante delle sue acque. I quattro si salvano da pesci e rettili per il rotto della cuffia e proseguono nella loro ricerca, finché finalmente non trovano un altro specchio d'acqua, stavolta sulla cima di un alto cratere.
Pompare l'acqua da quella posizione sembrerebbe impossibile, ma non per i congegni escogitati da Archimede: infatti Paperone riesce ad assaggiare un campione del liquido rimanendo in aereo, la trova benefica per i suoi scopi e ne fa una enorme provvista, riempendo totalmente la cisterna di cui il velivolo è provvisto. I nostri amici possono tornare a casa, anche se si verifica un inconveniente non da poco: alla frontiera con gli Stati Uniti i doganieri messicani impongono all'aereo di fermarsi e di pagare un dazio di ben 9.432 dollari per l'esportazione del carico. Paperone, pur essendo ovviamente contrariato, paga senza fare una piega e rimane di ottimo umore grazie all'acqua bevuta.
Tornato a Paperopoli, il multimiliardario può pompare l'acqua proveniente dal Messico in un enorme serbatoio in cima al suo deposito, in modo da poterla bere tutti i giorni. Tutto sembra procedere per il meglio, ma uno stormo di picchi si rende conto dell'esistenza della massa d'acqua, e si dà a perforare il serbatoio per potersi abbeverare. In breve il dispositivo si buca fino a far disperdere tutto il liquido, anche se Archimede riesce a recuperarne una parte per poterla analizzare.
Paperone si innervosisce di nuovo, sia per la fine dell'effetto dell'acqua, sia per il fallimento dell'operazione, ma nota con sorpresa che insieme al liquido dal serbatoio bucato piovono preziosi: infatti, fra gli uccelli migratori che si abbeveravano alle pozze c'erano anche parecchie gazze, com'è noto attratte dagli oggetti luccicanti, e per lunghi anni questi pennuti avevano sottratto l'oro e le gemme delle antiche civiltà precolombiane che trovavano qua e là nel Messico, depositandole poi nelle pozze d'acqua a cui si abbeveravano. Paperone ha quindi trasportato questi preziosi con sé insieme all'acqua, e avendo pagato il dazio alla dogana messicana, se ne può considerare legittimo proprietario.
Il tesoro appena acquisito è sufficiente a ridare il buonumore al ricco papero, che per un po', si presume, non andrà soggetto a crisi di nervi. Archimede, dal canto suo, esita a dire pubblicamente che secondo le sue analisi il liquido riportato dal Messico è pura e semplice acqua di fonte...
Analisi[]
Una delle storie più interessanti fra quelle sceneggiate e disegnate da Scarpa negli anni '70 mostra uno schema chiaramente barksiano: la trama si sviluppa da un problema di Paperone, legato alla sua stessa ricchezza, che si cerca di risolvere con un viaggio avventuroso alla ricerca di un rimedio provvidenziale; inoltre il motivo dei nervi potrebbe riflettere direttamente Zio Paperone e la dollarallergia, uno dei capolavori di Barks.
D'altra parte, più specificamente scarpiani sono la sapiente orchestrazione dei personaggi "minori" (Brigitta, Sganga, Archimede, Bassotti, e lo stesso Paperino, mentre i veri e propri "aiutanti" di Paperone sono in questo caso i nipotini) che svolgono, ognuno secondo le sue caratteristiche, un ruolo corale nella definizione del contesto in cui vive il ricco papero, e anche l'affettuosa descrizione del mondo ispanico (con i messicani che parlano un divertente spagnolo maccheronico, tanto che uno usa addirittura la parola veneziana paron, ossia padrone).
Una nota interessante e divertente della sceneggiatura è la diversa caratterizzazione del Paperone "nervoso" (che punteggia ogni frase con versi eloquenti come grr, grarr, possibile richiamo ai testi di Guido Martina in cui queste onomatopee sono molto frequenti), rispetto allo stesso personaggio "rasserenato", che, pur non mutando minimamente le sue idee e le sue convinzioni, si esprime con un linguaggio forbito e quasi lezioso.
Curiosità[]
- San Juan de Papisprano è un'evidente rivisitazione parodica di San Juan de Capistrano, missione spagnola del mondo reale situata nell'estremo sud della California[1].
- Benché parte della storia si svolga chiaramente in Messico (il paese visitato è a sud della California, i suoi abitanti parlano spagnolo e alcuni indossano il tipico sombrero), lo stato centroamericano non è mai nominato direttamente.
Pubblicazioni[]
Zio Paperone e l'acqua quietante è stata pubblicata nove volte in Italia:
- Topolino 1189-1190 (1978)
- I Grandi Classici Disney 17 (1985)
- I Classici di Walt Disney (seconda serie) 258 (1998)
- I Miti Mondadori 142 - Zio Paperone dollari e pepite (1999)
- Best Sellers Mondadori 1364 (2003)
- Raccolta I classici di Walt Disney (seconda serie) 35 (2004)
- I Grandi Classici Disney 241 (2006)
- Disney Anni D'Oro 15 (2011)
- Le grandi storie 34 - Zio Paperone e l'acqua quietante e altre storie (2014)
Inoltre è stata tradotta e pubblicata in altri nove paesi, tutti europei (Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Norvegia, Olanda, Spagna e Svezia).
Note[]
- ↑ Cfr. la pagina di Wikipedia in inglese (non disponibile in italiano) https://en.wikipedia.org/wiki/Mission_San_Juan_Capistrano