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  • Zio Paperone e il deposito oceanico
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Zio Paperone e il deposito oceanico è una storia del 1974 scritta e disegnata da Marco Rota.

Trama[]

Zio Paperone ha degli incubi ricorrenti, in cui i Bassotti svaligiano, uno dopo l'altro, tutti i suoi numerosi depositi. Il ricco papero, attanagliato dalla preoccupazione di non sapere come difendere i suoi beni, dispersi in troppi siti diversi, non riesce a provare gioia neppure quando raccatta una monetina caduta dalla tasca di un passante. La sera stessa Paperone va a cena a casa di Paperino ed è lo stesso nipote, notando come Qui, Quo, Qua mettono tutti i loro giocattoli in un unico contenitore per non perderli, a suggerire allo zio come sorvegliare meglio le sue sterminate ricchezze: dovrebbe radunare tutto il suo denaro in un unico enorme deposito ad altissima sicurezza.

Dopo alcuni giorni, Paperino e nipoti sono convocati dal ricco zio, che, su progetto di Archimede, ha fatto costruire un unico, colossale deposito di forma oblunga destinato a contenere tutti i suoi contanti. Ma le sorprese non finiscono qui: nel gigantesco edificio Paperone ha fatto progettare un ambiente artificiale a imitazione di un oceano, in cui la distesa d'acqua è sostituita dalla massa delle monete, e sole e vento sono ricreati artificialmente. Fra una riva e l'altra dell'oceano di denaro è possibile spostarsi in barca a vela. I nipoti sono invitati a entrare in questo straordinario mondo artificiale e a godersi una sorta di crociera.

Tutto sembra procedere per il meglio quando i nipotini notano che delle onde, non previste dall'iniziale progetto di Archimede, increspano la superficie dell'oceano di denaro. Ancora più stupefacente è la visione di biglietti di banca, uniti a due a due, che si spostano nell'aria battendo come ali di uccelli. Paperone non sa darsi spiegazioni, ma cade in preda al panico la notte successiva, quando vede il denaro sconvolto da una vera e propria tempesta.

Lo spaventoso fenomeno continua per giorni senza accennare a placarsi, creando notevoli problemi per il multimiliardario, che oltre a non poter godere del contatto quotidiano con le sue monete non può neppure utilizzarle o investirle in nessun modo. Qualche giorno dopo Paperone riceve la visita di una misteriosa dama velata: si tratta in realtà di Amelia, che afferma di aver fatto penetrare con l'inganno una moneta stregata nel deposito (era la stessa Amelia la passante che aveva lasciato cadere la moneta raccolta da Paperone tempo prima), in grado di suscitare uno sconvolgimento permanente fra le ricchezze del magnate. Per mettere fine all'incantesimo la strega chiede la Numero Uno: Paperone, pur disperato, rifiuta di scendere a patti con Amelia e si rivolge nuovamente ad Archimede.

Lo scienziato afferma di poter localizzare la moneta stregata nel mezzo dell'oceano di denaro in tempesta. Uno dei paperi, però, deve affrontare la furia delle monete per recuperare quella responsabile del sortilegio. Paperone, Paperino e i nipotini riescono con molti rischi ad attraversare in barca i flutti aurei in burrasca per ritrovarsi sul luogo segnalato da Archimede: Paperino, incaricato di scendere sul fondo per prelevare la moneta stregata, riesce nell'intento pur rischiando di vedersi seppellire vivo dal restante denaro.

Se il maleficio di Amelia è scongiurato, la situazione si è risolta in perdita per Paperone, che per troppo tempo non ha potuto investire il suo denaro liquido: la collera dello zio si sfoga su Paperino, che era stato artefice dell'idea e ora cerca scampo nascondendosi sotto il livello dell'oceano di denaro ormai placato.

Analisi[]

La storia, considerata una delle migliori di Marco Rota[1], è particolarmente apprezzabile per i disegni, soprattutto le panoramiche dell'oceano di denaro ricostruito da Paperone nel suo gigantesco deposito. Inoltre la trama, prima che si venga a scoprire il prosaico raggiro di Amelia, produce un effetto di tensione notevole nel lettore: l'agitazione improvvisa del denaro sembra inspiegabile e si lascia interpretare come una reazione del denaro stesso all'uso che ne fa Paperone, illusosi quasi di poter rinunciare al mondo reale per ricrearsi un universo parallelo fatto solo con le sue amate ricchezze.

Va notata in questa storia un'incongruenza rispetto alle interpretazioni più tipiche dell'Universo dei paperi (caso del resto non insolito in epoche in cui ogni autore operava sui personaggi e sui temi per proprio conto, senza ricercare una coerenza di fondo con altre scuole): nella situazione iniziale Paperone, infatti, non sembra possedere un unico deposito in cui concentra tutte le sue sostanze, ma molti depositi diversi, sparsi per Paperopoli e altri siti. Non molto canonico è anche il fatto che Amelia, in genere dotata di strumenti magici ma non di poteri illimitati, possa scomparire a comando.

Note[]

  1. Nel gennaio 2022 Zio Paperone e il deposito oceanico figura al 59° posto su 41.392 storie nella classifica di gradimento INDUCKS; stando allo stesso sito, è in assoluto la storia più apprezzata fra quelle prodotte negli anni '70 (oltre, evidentemente, a detenere il primato per l'anno 1974).

Pubblicazioni[]

La storia è stata pubblicata dieci volte in Italia:

  • Almanacco Topolino 215 (1974)
  • Super Almanacco Paperino (seconda serie) 25 (1982)
  • Paperino Mese 172 (1994)
  • Zio Paperone 107 (1998)
  • Le imperdibili 3 (2002)
  • I Maestri Disney 30 - Marco Rota (2005)
  • Scienza Papera 8 - Paperone e le grandi costruzioni... e altre storie (2016)
  • I migliori anni Disney 15 - 1974 (2017)
  • La grande scienza Disney 12 - Paperone e le grandi costruzioni (2021)
  • Raccolta Paperino Mese / Paperino 18

Ha avuto anche fortuna sul mercato estero, essendo stata tradotta e pubblicata in Brasile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Stati Uniti e Svezia.

Galleria[]