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  • Zio Paperone e i guardiani della biblioteca perduta
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Zio Paperone e i guardiani della biblioteca perduta (The Guardians Of The Lost Library, in originale) è una storia di Don Rosa del 1993.

Trama[]

La storia comincia con una festa internazionale delle G.M., alla quale partecipa anche Paperone, ansioso di possedere il Manuale delle Giovani Marmotte per trovare antichi tesori.

Vecchiomanuale

La più antica copia del Manuale

Il vero sogno di Paperone sarebbe comunque quello di trovare la biblioteca perduta di Alessandria e, dato che nel manuale delle G.M. non viene descritta la distruzione della biblioteca, le G.M. donano dei mezzi a Paperone per cercarla, incluso il Generale Fiuto, segugio ufficiale delle GM. Così, Paperone e Qui, Quo e Qua partono per Alessandria senza Paperino che, divenuto guardiano, rimane al deposito a guardare la TV, sprezzante delle ricerche culturali. Una volta arrivati ad Alessandria, i paperi ricevono informazioni da uno scarno e strano direttore, dal significativo nome di Manh Giò Hassai Pok (in inglese Hassan Bin Fhedyet = Hasn't been fed yet); ma la notizia più importante la ricavano dal Manuale: secondo Aristarco, il sito della biblioteca sarebbe stato indicato dall'ombra proiettata dalla torre del faro su una piccola porzione della città.

Generalefiuto

Il segugio

I nostri eroi mettono Generale Fiuto sulle tracce della biblioteca e, dopo aver distrutto un'edicola e bucherellato un campo di calcio, scoprono la tomba di Cleopatra, in cui giace anche Alessandro Magno; in essa c'è anche, inciso su un basamento, il simbolo dei Guardiani della Grande Biblioteca, un ibis che rappresenta Thot, il dio della scrittura e che è lo stesso simbolo riprodotto sulla copertina del primo manuale delle GM conosciuto.

Ibis

L'ibis

Nella tomba ci sono anche papiri, ormai polverizzati dal tempo, e un manoscritto, in cui si dice che furono fatte copie dei volumi della biblioteca e che queste furono portate a Costantinopoli, dove furono aggiunti libri islamici. Recatisi alla biblioteca bizantina nella chiesa di Giovanni di Stoudion (realmente esistente) a Costantinopoli, scoprono che, in seguito alla Quarta Crociata, le copie vennero bruciate, ma altre copie furono poi portate a Venezia.

Storti2

Dentro San Slanti

Qui, nell'abbazia di San Slanti (dove tutto è obliquo), un monaco li informa che nella biblioteca si trovavano anche dei libri di Marco Polo relativi all’impero di Kublai Khan; quelle copie, però, finirono distrutte dal crollo della torre campanaria. Paperone, grazie al segugio, rintraccia il luogo di giacenza della biblioteca veneziana, ma ormai tutto è macero e reso illeggibile dall'umidità. Comunque delle nuove copie furono prese da Cristoforo Colombo che le utilizzò per trovare la rotta occidentale verso le Indie. Allora Paperone e i nipotini si dirigono verso Siviglia, dove scoprono che Colombo tentò di portare le copie con sé in America ma sfortunatamente gli furono sottratte dal re Ferdinando ed egli fu riportato in Spagna in catene. Paperone e i nipoti ritornano a Paperopoli per consultare i diari di bordo della flotta spagnola, tutti comprati da Paperone. Quindi scoprono che la biblioteca fu portata da Pizzarro a Lima dove furono aggiunti i libri relativi ai popoli americani autoctoni; da Lima si cercò poi di riportarla in Spagna dove però non arrivò mai, poiché fu rubata da Sir Francis Drake, che la nascose nel forte Drakeborough.

Bibliotecapap

La biblioteca sotto il deposito

Questo non era altro che il primo nome di Duckburg, ovvero Paperopoli e il Forte Paperopoli si trova nel punto esatto in cui Paperone ha costruito il deposito. Così si mettono alla ricerca della biblioteca sulla collina Ammazzamotori e la ritrovano sempre grazie a Fiuto; ma i topi ne hanno fatto banchetto.

Zioetopo

Un topino

Non proprio tutti i volumi però sono scomparsi: gli uomini  di Francis Drake, infatti, avevano copiato tutte le notizie più importanti su un unico libro, che fu custodito dall'ultimo guardiano, Fenton Penworthy, e successivamente trovato da Cornelius Coot che ne fece il Manuale delle Giovani Marmotte. Paperone dapprima si dispera per la perdita, ma poi calcola quanto gli sarebbe costata una multa per mancata restituzione dei volumi ad Alessandria e ne gioisce. Intanto Paperino, sempre incollato alla TV, viene raggiunto dal Generale Fiuto e dai topini della biblioteca.


Analisi e riferimenti[]

Anche questa vicenda ha il largo respiro storico e l'accuratezza, sia pure arricchita da invenzioni, delle opere di Don Rosa; una trattazione più ampia della reinterpretazione disneyana, tra dati storici e fantasiosi, la si trova sulla pagina di Paperpedia del Manuale delle Giovani Marmotte o della Biblioteca di Alessandria e ancora sul sito inglese di Wikipedia.[1]

WJW

L'emblema delle GM

Per quanto riguarda l'evoluzione delle GM, si rimanda all'articolo di Luca Boschi su Zio Paperone 83, che dà anche una interessante informazione sulla grafica del racconto: l'ibis simbolo dei guardiani è la rielaborazione della sigla WJW, iniziali di Junior Woodchucks.

Ne magrissimo bibliotecario alcuni hanno visto un autoritratto di Don Rosa; l'autore ha negato, resta tuttavia l'enigma del curioso aspetto del personaggio.[2]

Bellissime le riproduzioni dei luoghi, degli ambienti e dei loro particolari: ad esempio il faro di Alessandria è disegnato secondo le ricostruzioni tradizionali; il cartiglio sulla tomba di Cleopatra è la quasi esatta riproduzione del cartiglio sulla stele di Rosetta e l'abbazia di San Slanti sarebbe, secondo Boschi, suggerita dal monastero veneziano di San Lazzaro degli Armeni, che possiede una tipografia e una cospicua biblioteca. La riproduzione degli interni della biblioteca antica di Alessandria presenta un'immagine gigantesca, probabilmente di Ermete Trismegisto (il tre volte grandissimo), corrispettivo, nella tradizione alchemica, di Thot.

Notevoli poi le figure di contorno che, senza entrare nella narrazione, creano piccole scenette: i monaci che camminano storti tra le storte pareti nell'abbazia pericolante di San Slanti (slant in inglese significa inclinato e infatti ogni cosa viene rappresentata pendente, anche le candele), le reazioni del Generale Fiuto; le apparizioni del guardiano Paperino che trascura di vigilare per guardare i western...

Le tombe di Cleopatra e di Alessandro non sono mai state identificate, anche se le fonti le situano entrambe ad Alessandria; affascinante l'invenzione di Don Rosa che li immagina sepolti nello stesso luogo.

La storia, creata per l'Anno del Libro nel 1992 in Norvegia, ricorda Boschi, è quindi una celebrazione dei libri e della loro ricchezza, della cultura, cui fa da contraltare un Paperino ipnotizzato dalla TV e incapace di apprezzare le scoperte di zio e nipoti. Persino il generale Fiuto, nella penultima vignetta, legge scodinzolando un libro in compagnia dei topini.


Curiosità[]


Principali pubblicazioni italiane[]


Note[]


Storia precedente Zio Paperone e i guardiani della biblioteca perduta Storia successiva
L'argonauta del Fosso dell'Agonia Bianca

Klondike

settembre 1993 Il miliardario di Colle Fosco

Colle fosco

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