- Una lettera da casa
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- "Sai, non l'ho mai detto a Paperino o a nessun altro, ma in un certo senso sapevo di essere sempre stato ricco...e lo sarò finché vivrò la mia vita come ho sempre scelto di fare...finché potrò fare quello che amo fare, di quando in quando...e finché, di quando in quando, riceverò una lettera da casa!"
- ―Paperone a Matilda
Una lettera da casa è una storia di Don Rosa del 2004, collegata alla Saga di Paperon de' Paperoni. Viene considerata una delle migliori storie dell'autore americano e dell'intero universo disneyano.
Trama[]
Un Prologo ricorda le vicende narrate in storie precedenti, in particolare Zio Paperone - La corona dei re crociati, vicende relative ai Templari e al loro sedicente erede, Mister Molay, direttore del Consiglio Monetario Internazionale. Si viene pertanto a sapere che la corona, da Paperone lasciata agli abitanti di Haiti, è stata misteriosamente sottratta dal museo dell'isola da un ladro che ha trasformato in oro le sbarre della finestra, rendendole così duttili e facili da piegare.
La scena si sposta a Parigi, dove Mister Molay mostra a Maurice Materasso la corona rubata, fiero della sua impresa e di non essere stato scoperto. All'interno della corona è inciso un antico codice che rappresenta la combinazione per l'apertura del forziere contenente il tesoro dei Templari. Poiché la corona era avvolta nel tartan del Clan de' Paperoni, Molay intuisce che il tesoro si possa trovare nel castello scozzese della famiglia. È pertanto necessario recarsi a Dismal Downs (Colle Fosco), al castello de' Paperoni.
E qui inizia la storia.
Paperone, Paperino e Qui, Quo, Qua giungono all'antico castello scozzese della famiglia, per cercare tracce del tesoro dei Templari che sospettano possa trovarsi lì. Nella nebbiosa brughiera c'è un piccolo cimitero e Paperone vi sosta per pregare sulle tombe dei suoi genitori, mentre Paperino ricovera la jeep e i nipoti entrano nell'imponente edificio. Qui trovano una papera che li accoglie cordialmente ma, quando viene a sapere che i ragazzi sono al seguito di Paperone, cerca di allontanarsi. Si imbatte però in Paperino e si svela l'identità della signora: è Matilda de' Paperoni, una delle due sorelle di Paperone e zia di Paperino. Matilda maltratta il nipote, lamentandosi di non essere stata avvisata dell'arrivo del fratello, che non vede da venticinque anni e che non ha alcuna voglia di rivedere.
Ma Paperone rientra dal cimitero e i due si trovano faccia a faccia. In quegli stessi momenti, Molay e Materasso girano per il camposanto cercando tra le tombe messaggi segreti dei Templari.
Fratello e sorella litigano; Matilda intuisce che Paperone è lì solo per cercare il tesoro templare, di cui Paperone non sapeva nulla. Si era allontanato presto dalla famiglia in cerca di fortuna e era irraggiungibile. Così, dopo la morte della moglie Piumina O'Drake, papà Fergus de' Paperoni, per scacciare la tristezza, aveva iniziato a svolgere ricerche sui Templari e sul loro tesoro, del quale facevano parte anche il Santo Graal, l'Arca dell'Alleanza, il Trono di Salomone e la Pietra Filosofale. Aveva inoltre scoperto che proprio il suo Clan era stato scelto per conservare il tesoro e che pertanto esso doveva trovarsi ancora nel castello, ma non ne volle mai rivelare al figlio l'esistenza né disse alle figlie rimaste con lui in Scozia se ne avesse mai scoperto il nascondiglio. Però, ricorda Matilda, papà si fermava spesso presso una tomba: forse lì si potranno trovare indizi. I paperi non sanno di essere costantemente spiati da Molay.
La mattina seguente la famiglia si reca alla tomba di Sir Simon de' Paperoni; Paperone posa sulla lapide il tartan che apparteneva all'antenato e intanto Qui, Quo e Qua osservano le incisioni sulla tomba: un teschio e ossa incrociate, simboli della morte per i Templari. Paperone nota inoltre che la cavità oculare del teschio attraversa la pietra ed è rivolta ad una finestra del castello. Da lì riprendono le ricerche, ma la finestra appartiene ad una stanza senza ingresso e i paperi la raggiungono tramite una scala di corda calata dalle merlature. La stanza sembra vuota, salvo un trabocchetto nel quale Paperino cade più volte finendo nel fossato del castello.
Ma la muratura che chiude l'accesso alla stanza ha verso l'interno una scritta in codice, che, decifrata, inizia così: «Colui che ha murato l'entrata sottostante vi mostrerà i suoi stessi segreti». Il duca Bambaluc de' Paperoni ha fatto murare i sotterranei, ma i paperi avevano già ispezionato il castello e i suoi sotterranei tempo prima, alla ricerca del tesoro del duca Quaquarone de' Paperoni[1], e sanno come accedervi. Mentre i parenti scendono nelle segrete, Matilda, indignata dall'avidità del fratello, si allontana ma Molay la rapisce per farsi aiutare nelle ricerche: ha scoperto che la tomba di Bambaluc si apre su un passaggio segreto e comincia a percorrerlo con Materasso e la papera. Nel castello, zii e nipoti cercano una particolare cella che, secondo le indicazioni della scritta murale, ha il numero risultante dalla sottrazione dalla data più sacra (festa di San Giovanni, 24 giugno) di quella più nefasta (13 ottobre, giorno dell'esilio dei Templari dalla Francia): quindi la settima cella.
Questa appare vuota ma, manovrando le catene alle pareti, i nipotini azionano il meccanismo di apertura di un varco ad un altro sotterraneo, lastricato di croci templari, percorrendo il quale giungono ad una stanza stupefacente: un tempio circolare, con la cupola sorretta da otto colonne, sembra l'imitazione del tempio di Salomone.
Sotto ogni colonna c'è la statua di un famoso templare e, un po' appartata, quella del fondatore dell'ordine, Hugues de Payens. Molay è sempre al loro inseguimento, ma Materasso si oppone ai piani del direttore; costui però rivela di essere un membro del Priorato di Sion, un'associazione interna ai Templari che agiva per avidità e proprio vantaggio, non per fini nobili. Molay allora incatena il socio al muro, prosegue con Matilda quale ostaggio e raggiunge Paperone nella stanza del tempio; i paperi stanno tentando di decifrare l'ultima parte del messaggio - questa volta non aiutati dal manuale che ha un'incredibile lacuna relativa al grado dei primi nove templari - ma Molay ha la soluzione: è l'iscrizione interna alla corona da lui rubata ad Haiti e che ora indossa. La sequenza sembra non funzionare, ma i nipotini capiscono che non l'iscrizione nella corona va usata, bensì le tracce che questa ha lasciato sul capo rasato di Molay, quindi rovesciate. Nel frattempo Materasso si è liberato, trasformando la catena di ferro in oro grazie alla pietra filosofale, e aiuta Paperone contro Molay. Dopo altre colluttazioni e minacce e dopo che Paperone ha difeso la sorella da una pistola puntatale contro da Molay, il posizionamento delle braccia delle statue fa sì che scenda dall'alto una creatura di pietra, il leggendario Verme Shamir, utilizzato da Salomone, e che questi cada sul pavimento, rompendolo e aprendo così la via al tesoro.
Compare l'immenso tesoro coi suoi oggetti più preziosi e mentre Paperone osserva incantato, Molay recupera una pistola e sta per colpirlo: ma Paperino impugna il Sacro Graal e lo spacca sulla testa del furfante. Messo fuori gioco Molay, Paperone offre a Materasso l'amministrazione del tesoro, tenendo per sé la possibilità di «giocarci ogni tanto». Ma viene il momento nel quale fratello e sorella devono chiarirsi: Matilda accusa Paperone di aver progressivamente smarrito l'affetto per la famiglia e di essersi chiuso nella sua arida avarizia; Paperone riconosce le proprie colpe, ma confessa anche il dolore causato dalla solitudine in cui si era rinchiuso e il sollievo dato ad essa dall'arrivo di Paperino e dei nipotini. I due fratelli si ritrovano ed anche Matilda ammette i suoi errori di valutazione: in una scatolina caduta dalla statua del primo Templare c'è una lettera che Fergus aveva scritto per il figlio, quando fosse tornato a cercare il tesoro. Papà de' Paperoni aveva trovato gli indizi, ma si era fermato alla stanza del tempio e non sapeva come procedere; certo tuttavia che il figlio sarebbe riuscito nell'impresa, aveva lasciato la lettera per lui. Sono parole benevole e piene d'orgoglio per la tempra dimostrata da Paperone, è la Lettera da casa che lo zione non ha mai potuto ricevere e che ora chiude la vicenda e ricongiunge affetti passati e presenti.
Poi alla commozione subentra il lieto fine: Materasso porta Molay ai gendarmi e Paperino cerca di aggiustare il Sacro Graal col nastro adesivo; i paperini curiosano nell'Arca dell'Alleanza e Paperone e Matilde rileggono insieme la lettera di Fergus sotto gli immaginari occhi di lui e di Mamma Piumina.
Analisi[]
La storia, complessa e impegnativa, è il sequel di Zio Paperone e la corona dei re crociati, con cui costituisce una bilogia dedicata ai templari, ed entrambe le storie possono essere considerate dei sequel di Zio Paperone e la favolosa pietra filosofale.
Don Rosa chiude qui alcuni capitoli della vita dello zione: Paperone riacquista l'affetto ed il rispetto di Matilda, dopo i drammatici chiarimenti; ottiene l'apprezzamento postumo del padre, scopre il ruolo significativo che i suoi avi hanno avuto nella storia dei Templari, comprende l'importanza che Paperino e i ragazzi hanno per lui ma vede anche come l'esistenza che ha vissuto fino a quel momento sia stata esattamente ciò che voleva. Infine terminano gli intrighi di Molay e Materasso si riabilita agli occhi di tutti.
Don Rosa scrive una storia toccante nel recupero memoriale del tempo trascorso e nel confronto a volte spietato tra i due fratelli. Ma forse il momento più significativo è la preghiera di Paperone sulle tombe dei genitori, caso unico, probabilmente, nelle storie Disney e certo non facilmente apprezzato da un pubblico giovane. Ma chiedere semplicità a Kino è impossibile: nelle trame, nei testi e nei disegni anche qui e soprattutto qui si conferma l'autore solido e insieme sognante che è, capace di affiancare nelle tavole imponenti edifici, statue che mettono soggezione a animaletti minuscoli: topini che sbucano dappertutto e uccellini cui Matilda prepara del becchime sulle pietre tombali del piccolo cimitero.
Ci sono anche le note comiche, concentrate quasi solo su Paperino: i pizzicotti della zia Matilda, le cadute nel fossato e la trovata finale della rottura nientedimeno che del Graal: trovata quasi irrispettosa, se non fosse chiaro che Don Rosa ha un forte senso del sacro e la comicità sta nell'antitetica coppia Sacro Calice - maldestro papero[2]; considerando che tra i molti valori simbolici della santa coppa ci sono quelli della rigenerazione e della guarigione, è quantomeno curiosa l'incapacità del Graal di riparare se stesso. Il gusto della storia porta poi l'autore a introdurre l'arcano Priorato di Sion[3], fondato nel secolo scorso, ma risalente al medioevo secondo i fondatori: richiamo irresistibile per un amante dei misteri.
D.U.C.K.[]
Il D.U.C.K. nella prima pagina.
Il D.U.C.K. nella cover
Il D.U.C.K. si trova nella prima vignetta, nella fila verticale di finestre aperte nel corpo centrale del castello. Mentre nella cover si trova sulla decorazione della pietra tombale in basso a destra.
Curiosità[]
- All'inizio della storia l'incontro tra Paperino e Matilda de' Paperoni ci fa capire come essi siano rimasti sempre in contatto negli anni precedenti;
- In questa storia vediamo i paperi in preda al pianto come di rado si era visto nelle epopee disneyane: pianto di dolore ma anche di liberazione.
- Nella versione originale Paperone e Matilda parlano dei loro genitori non come "mom" e "dad", ma come "momma" e "poppa".
- La storia si trova attualmente all' 82esimo posto nella graduatoria INDUCKS (ha un best ranking di 13), risulta la migliore del XXI secolo e, attualmente, la migliore di Don Rosa.
Pubblicazioni italiane[]
- Zio Paperone 181 (2004)
- The Don Rosa Library - Zio Paperone & Paperino 19 (2019)
Note[]