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"Potrei risponderti che lui è dentro di te, oppure che tu sei dentro di te, oppure che tu sei dentro di lui. Tre affermazioni solo apparentemente contraddittorie."
Il virus

Tutto e niente  è un episodio della serie PK2, scritto da Tito Faraci, disegnato da Lorenzo Pastrovicchio e apparso per la prima volta nel gennaio 2002 sul numero 13 della rivista omonima.

Trama

Ogni sera, PK combatte contro Morgoth, un feroce tirannosauro alieno dotato di armi ipertecnologiche. Le battaglie, per quanto accanite, non sembrano avere una vera e propria ragione e finiscono sempre senza un vincitore né un vinto. PK decide allora di affrontare Morgoth allo stadio di Paperopoli con l’esoscheletro usato a suo tempo dal supereroe Astrongman e conservato da Lyonard D’Aq; ma neanche così riesce ad ottenere una vittoria decisiva.

L’eroe, anche nella sua identità di Paperino, vive dei fenomeni strani: strade improvvisamente affollate o deserte, persone diverse con la stessa faccia, un papero di colore che gli dice di fare attenzione ai pacchetti di patatine.[1] Quando Paperino segue il consiglio, si accorge che tutti i pacchetti hanno la stessa marca e contengono patatine dalla stessa forma. Il mondo in cui Paperino crede di vivere è, in effetti, una simulazione al computer, come spiega il papero di colore, apparso dal nulla e che, in realtà, è un virus informatico.

Quella sera, durante il loro rituale scontro al Duckmall Center, PK convince Morgoth a unire le loro forze, piuttosto che continuare una guerra senza ragione. I due sconfiggono gli antivirus del sistema e lasciano la realtà virtuale per il mondo fisico; lì, Morgoth sparisce mentre PK s risveglia, scoprendosi collegato a un computer. Questi, disattivato da anni perché troppo potente e autonomo, è riuscito a rimettersi in funzione con le sue forze e a far cadere in una trappola l’eroe, per un lasso di tempo apparentemente eterno ma in realtà non più lungo di ventiquattr’ore. Ora però sta per essere completamente cancellato dal virus, lasciando PK libero di tornare alla sua consueta esistenza.

Analisi

L’albo è quasi del tutto slegato dalla saga dei Ducklair (Everett appare solo in alcune vignette, preoccupato per l’assenza di PK) e ispirato all’idea, ricorrente nella storia della filosofia, che il cosiddetto mondo esterno sia in realtà una costruzione artificiale. Come in alcuni grandi successi cinematografici di quegli anni , quali Matrix e The Truman show, gli autori riescono abilmente a inserire in una vicenda, apparentemente convenzionale, tanti piccoli particolari dissonanti, che preparano il colpo di scena a metà narrazione.

Come spesso accade, però, la storia perde d’interesse nelle ultime pagine, una volta che il mistero è risolto. L’anonimo computer appare come una versione sbiadita di Due e anche il motivo del suo agire (vendicare le macchine distrutte da PK nelle sue imprese) appare quasi ridicolo.

Note

  1. Il personaggio svolge la stessa funzione che, nel ciclo di Matrix, ha Morpheus, anch’egli di colore.



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