- Topolino presenta: Cristoforo Colombo
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- "Cipango… Catai: le favolose terre di cui parla Marco Polo! Se le hanno raggiunte i vichinghi, perché non posso raggiungerle io?"
- ―Topolino Cristoforo Colombo
Topolino presenta: Cristoforo Colombo è una storia di Guido Martina e Giovan Battista Carpi pubblicata in tre parti a cominciare da Topolino 1452 del 25 settembre 1983.
Trama[]
Primo tempo[]
Tip e Tap devono svolgere per la scuola una ricerca su Cristoforo Colombo e lo zio Topolino legge loro la voce dall'enciclopedia: Colombo nacque nell'estate del 1451 in una famiglia di modesta condizione; il padre era lanaiolo ma Cristoforo già da bambino voleva essere un navigatore. Nel 1475 si imbarcò come mozzo su un mercantile che, attaccato dai corsari di Guglielmo de Casenove, colò a picco presso le coste del Portogallo.
Il giovane si salvò nuotando fino a un'isola vicina. Da lì su un'altra nave arrivò a Tule e seppe dagli abitanti del luogo che, molti anni prima, i vichinghi avevano raggiunto una nuova terra. Colombo pensò che si trattasse della Cina, allora il Catai, nota per i viaggi di Marco Polo, e iniziò a studiare il modo di «raggiungere l'oriente passando per l'occidente» e rendere così più veloce e meno pericoloso il tragitto che le preziose merci cinesi dovevano affrontare per giungere in Europa. In quel momento arriva Pippo, che confonde il navigatore col tenente Colombo dei telefilm americani, ma ricorda che un suo bis-bis, Pippo Amerigo, aiutante del padre di Colombo nella bottega, parlava di lui nel suo diario.
Recuperato il diario, comincia la lettura: Colombo e Pippo Amerigo progettano la traversata dall’Europa al Catai: una lettera del cartografo Paolo Toscanelli indica infatti a Colombo la via del mare come la più rapida per giungere in Oriente. Sono però necessari finanziatori e Cristoforo pensa di poterli trovare in Portogallo, dove re Giovanni II sostiene le esplorazioni, come fece il prozio Enrico il Navigatore. Giunti a Sintra, espongono al sovrano i loro progetti; il re è incerto e sottopone il piano a una commissione di tre saggi, che respingono la richiesta ritenendo la documentazione presentata troppo imprecisa. I due amici si recano allora a Palos, in Spagna, presso il convento di Santa Maria La Rabida, il cui priore, padre Juan Perez, è amico della regina Isabella e raccomanderà a lei Colombo. Grazie all'intercessione della regina, il navigatore si presenta davanti agli esperti dell’università di Salamanca, ma ancora una volta vede deluse le sue aspettative e i saggi si fanno gioco di lui e delle sue idee. Cristoforo e Pippo stanno già pensando di tentare l’impresa col re di Francia quando il priore dà loro la notizia che i sovrani di Spagna, Ferdinando e Isabella, dopo aver fatto riesaminare il progetto, hanno deciso di appoggiarlo. Ma le spese sarebbero ingenti e l'economo di corte vuole limitarle; la regina offre allora i propri gioielli perché Colombo possa procurarsi tre navi e tutto l’occorrente per il viaggio.
Colombo e Pippo Amerigo a Palos contattano i fratelli Pinzòn, navigatori e armatori, costretti a fornire gratis due caravelle come punizione per le loro attività pirateschi. L'idea non entusiasma i fratelli, che tuttavia devono obbedire agli ordini del re e procurare le navi.
Alle due caravelle si aggiunge poi una caracca, più grande e solida. Alle navi vengono cambiati i nomi originari in Santa Maria, Pinta e Niña, a capo delle quali sono Colombo, Martin Pinzòn e Yanez Pinzòn, e la flotta può partire con la benedizione di padre Perez, ma i fratelli Pinzòn tramano qualcosa…
Secondo tempo[]
La piccola flotta fa rotta verso le Canarie, dove arriva dopo aver attraversato una tempesta; fatto rifornimento e riparato i danni, le navi riprendono la via e affrontano l’oceano. Pippo Amerigo terrà il diario di bordo e Juan de la Coza dovrà disegnare la mappa di tutto ciò che si incontrerà nel viaggio: la Mapa Mundi. Ma la rotta presenta molti luoghi noti ai marinai per la loro pericolosità e che provocano la superstizione dell’equipaggio:
il Mare delle Tenebre con un gorgo incandescente, il Verde Mare con spaventosi serpenti e, a nord di questi ultimi, le terre polari; ancora più temuta è la possibilità che la terra sia piatta e che le navi precipitino nel vuoto verso l'Inferno. Proprio quando sembra vicino un ammutinamento, dalla Pinta viene il segnale che è stata avvistata la terra: Martin Pinzòn si precipita su una lancia per essere il primo a toccare terra, ma gli isolotti sono in realtà balene e una di queste, con un colpo di coda, scaraventa Pinzòn sulla Santa Maria.:
Il viaggio procede; si passa una distesa verde di alghe, ma la terra ancora manca e gli uomini sono vicini all'insubordinazione quando appaiono, galleggianti sulle acque, dei rami e delle tavolette di legno incise da mano umana, mentre uno stormo di uccelli si dirige ad occidente: tutti segni che un approdo è vicino e infatti il giorno dopo viene avvistata la terra e Colombo sbarca prendendone possesso «in nome di sua maestà cristianissima Ferdinando D'Aragona».
Terzo tempo[]
Colombo crede ancora di essere arrivato nel Catai, ma quando compaiono alcuni indigeni l'interprete non comprende la loro lingua. Avvengono comunque i primi contatti e i due gruppi si scambiano doni: collane e specchi agli indigeni, una pipa fumante (tobac, tobac!) agli europei. Pippo Amerigo prova a dare un tiro ma rischia di soffocare e si dice certo che mai in Europa arriverà una simile pratica… Martin Pinzòn però cerca oro, non ne vede e si irrita. Colombo decide di salpare in cerca di altre isole e vuole con sé alcuni indigeni, ma questi si rifiutano al grido di canibi, canibi! C'erano in quei mari infatti dei feroci pirati antropofagi che spaventavano gli isolani.
Colombo però non si impaurisce e parte, visitando altre terre (ad esempio Cuba) e scoprendo sempre cibi o animali sconosciuti: mais, patate, tabacco e un pappagallo che canta le lodi del re di Spagna. Ma Martin Pinzòn vuole ben altre ricchezze e salpa sulla Pinta senza avvertire Colombo, che parte anch'egli con le altre navi e ad Haiti trova l'oro. Il 25 dicembre una tempesta distrugge la Santa Maria e con i suoi relitti Colombo fa costruire un fortino, chiamato La Navidad per ricordare il Natale, dove lascia parte dei suoi uomini e si imbarca con gli altri sulla superstite Niña. Si ricongiunge successivamente a Pinzòn, che ha trovato l'oro, e dopo un avventuroso viaggio di ritorno i naviganti sbarcano in Spagna e si presentano ai reali, con qualche indigeno, oggetti preziosi e il pappagallo ammiratore del re.
Tra il plauso generale si sollevano voci critiche: ciò che ha fatto Colombo poteva farlo chiunque altro lo volesse; ma il navigatore, davanti ad alcuni dei suoi detrattori tra cui il Duca de Fonseca, chiede che facciano stare ritto un uovo. Nessuno ci riesce, solo Colombo ne è capace, battendo il guscio delicatamente ed appiattendolo nella parte inferiore. Bastava pensarci!
A quel punto la via alle esplorazioni era aperta, anche se solo alcuni anni dopo Vespucci capì che Colombo era arrivato in una terra nuova, chiamata da allora Amerige. Anche se gli ultimi anni di Colombo non furono felici, il mondo lo ricorda come uomo determinato, coraggioso e grande navigatore, conclude Topolino.
Analisi[]
I dati biografici e storici utilizzati da Martina, sia pure proposti in chiave fumettistica, sono tutti documentati nella sconfinata bibliografia su Colombo. La voce Colombo nel Dizionario Biografico Treccani[1] può costituire un buon inizio, ma le informazioni vanno ricercate anche più specificamente sotto i nomi dei singoli personaggi, come Enrico il Navigatore, Giovanni II, Guglielmo de Casenove, Paolo Toscanelli etc.
Martina si diverte anche coi particolari: c'erano davvero interpreti sulle navi di Colombo e Martin Pinzòn andò realmente sulla Santa Maria, ma certo non grazie alla codata di un cetaceo. Balene scambiate per isole però non sono un fatto nuovo in letteratura: lo troviamo già nella Navigatio Sancti Brendani che Colombo probabilmente conosceva[2]. Non è esatto, inoltre, che gli europei del Medioevo non conoscessero i pappagalli: questo uccello infatti è citato o descritto in numerosi testi italiani antichi[3].
La storia Disney, pubblicata nel settembre-ottobre 1983, è svolta in chiave didattica e attesta le fasi e i momenti salienti dell'impresa, anche se la figura di Colombo si presenta in realtà molto più complessa, con varie sfaccettature e lati misteriosi; ad esempio, sulle vele delle caravelle pare fosse riprodotta la croce dei Templari e si parla di carte segrete e altre informazioni note al navigatore ma mai rese pubbliche. La scoperta dell'America, poi, risalirebbe a molti anni prima, anche se non venne riconosciuta come scoperta di un nuovo continente e non ebbe conseguenze storiche di rilievo. Il tema è trattato numerose altre storie Disney (cfr. Analisi in Paperino conquistatore vichingo e Topolino e gli enigmi del tempo ) ed è un fatto che la moderna storiografia dà per certo o almeno molto probabile[4].
Bellissimi e anch'essi documentati i disegni di Gian Battista Carpi; oltre alle vignette delle navi e dei mostri, si deve segnalare la visione della terra piatta, altra credenza popolare cui Colombo pose fine. A onor del vero, che la terra fosse sferica era noto dall'antichità, e nel Medioevo ben presente a tutti gli europei colti (che per lo più accettavano il modello cosmologico di Aristotele), ma all'epoca l'ignoranza e la superstizione popolari portavano spesso paure irrazionali.
Principali pubblicazioni italiane[]
- Topolino 1452 (1983)
- I Grandi Classici Disney 72 (1992)
- Disney Libri a fumetti 199905 - Historia Papera (1999)
- Tutto Disney 13 (1999)
- Supplementi a Topolino 2618 - La storia vista da Topolino 2 (2006)
- Tesori Disney 3 - I Grandi Navigatori (2009)
- La Storia Universale Disney 21 - Topolin Colombo e altre storie (2011)
- Le più belle storie Disney 46 - Eroi e leggende (2019)
- Raccolta I Grandi Classici Disney 18