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  • Topolino e la pietra di Sbilenque
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"Questi diari sono davvero inquietanti, Pippo. Ma se fossero solo frutto della fantasia di De Tops? – Beh, credo che non resti altro da fare che continuare a leggerli."
Topolino e Pippo (battute finali)

Topolino e la pietra di Sbilenque  è una storia scritta da Giorgio Pezzin, disegnata da Massimo De Vita e pubblicata su Topolino 2250 il 12 gennaio 1999; è il primo episodio della saga Le Tops stories. Questa prima avventura dell’antenato di Topolino Top de Tops prende spunto dal “guerriero di Palenque”, un bassorilievo maya in cui alcuni hanno voluto vedere la rappresentazione di un alieno alla guida di un’astronave.

Trama[]

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Topolino e Pippo si stanno godendo una vacanza sulla spiaggia messicana di Atapulto, quando ricevono la visita del notaio Mathias Unzpapper. Il legale, per conto del suo studio di Londra, deve consegnare a Topolino il lascito che il nobile inglese Top de Tops, viaggiatore ed esploratore vissuto nella prima metà del ventesimo secolo, aveva destinato a quello dei suoi discendenti che avrebbe dimostrato più spirito avventuroso. L’eredità consiste in un baule, ermeticamente chiuso, con dentro i diari di Top. Unzpapper avverte però Topolino che il suo antenato aveva fama di credulone e contafrottole.

La sera, nella sua camera d’albergo, Topolino legge la prima avventura di Top.

La pietra di Sbilenque[]

16 giugno 1938. Mentre Top sta sorvolando la giungla dello Yucatan, il suo aereo ha un’avaria; lui e il pilota si lanciano col paracadute, ma sono divisi dalle correnti d’aria. Top cerca faticosamente di farsi strada nella giungla, diretto alla riva di un fiume. Per la notte, si accampa in una radura, ai piedi di un antico idolo maya.

Nella giungla vivono due tribù rivali rimaste ferme all’epoca maya, i bellicosi Paxtechi e i mistici Pilpechi. In un’epoca lontana, la guerra fra i due popoli fu decisa dal dio Ixtilcochil, che sconfisse i Paxtechi cavalcando un “falco di fuoco” e insegnò ai suoi protetti Pilpechi l’agricoltura e la medicina. Ixtilcochil aveva inoltre il potere di suscitare la fiamma.

Alcuni guerrieri Paxtechi, vedendo Top accendere un fuoco con i fiammiferi, lo scambiano per il dio nemico, lo catturano e lo portano prigioniero nella loro città. Anche Pipotepec (con le fattezze di Pippo), il sacerdote dei Pilpechi che divide la cella con Top, crede di vedere nel suo compagno il redivivo Ixtilcochil.

I due sono portati all’altare Xipe-Totec, dove saranno sacrificati, mangiando fino a morire di indigestione. Top, sfruttando la polvere di alcune pallottole rimastegli in tasca, causa un’esplosione e riesce a fuggire assieme a Pipotepec. Dopo il prodigio, il sacerdote è più che mai convinto che il suo nuovo amico sia Ixtilcochil, nonostante che Top cerchi in ogni modo di disingannarlo.

I due fuggiaschi raggiungono Sbilenque, la città dei Pilpechi. I suoi abitanti continuano a venerare il dio salvatore e hanno costruito una piramide in suo onore. Non solo, ma, basandosi su un antico bassorilievo, in un laboratorio segreto stanno ricostruendo il “falco di fuoco”, per sfuggire definitivamente ai Paxtechi e raggiungere il loro patrono tra le stelle. Con stupore, Top assiste alla realizzazione di una modernissima astronave da parte di un popolo che vive nel passato.

Il gran sacerdote pilpeco vuole che il dio, come aveva promesso, guidi il suo popolo verso le stelle a bordo del “falco di fuoco”, anche a costo di obbligarlo con la forza. Top, dopo aver cercato invano di chiarire l’equivoco, è costretto a una nuova fuga. Pipotepec lo aiuta, mostrandogli un passaggio verso il fiume, in parte per gratitudine in parte perché aspira a guidare lui stesso l’astronave.

Top conclude il suo racconto dicendo di essere riuscito, discendendo il corso d’acqua, a raggiungere il mare e la civiltà, ma di non aver mai saputo più nulla dei Pilpechi.

Sbilenque

Il bassorilievo disegnato da De Vita riproduce fedelmente il vero "guerriero di Palenque".


Epilogo. Una gita turistica[]

Il giorno dopo, Topolino e Pippo vanno in gita a Sbilenque, adesso un notissimo sito archeologico. Visitano la piramide in onore di Ixtilcochil, dove si trova ancora il bassorilievo citato da Top; non sembra invece esserci traccia di quella che ospitava il laboratorio segreto. Solo dopo pazienti ricerche, i due trovano fra la vegetazione alcune pietre squadrate, disposte in modo da ricordare la base di una piramide, che sembrano bruciate da un enorme calore, come quello prodotto dai motori di un’astronave. Pipotepec e il suo popolo sono davvero riusciti a partire per le stelle?

Pubblicazioni italiane[]

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