- Topolino e la memoria futura
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Topolino e la memoria futura è una storia scritta da Enzo Biagi e Alessandro Sisti, disegnata da Romano Scarpa e pubblicata su Topolino 2125 del 20 agosto 1996. È stata poi ristampata sul numero 2714 del 4 dicembre 2007, per ricordare il giornalista da poco scomparso. Fa parte della serie della Macchina del tempo.
Trama[]
Topolino ha appena concluso un'intervista a Jack Files, proprietario del colosso dell'informatica Macropof, quando si imbatte in Minni che era venuta a cercarlo. Topolino spiega alla fidanzata che sta curando un'inchiesta sulle aspettative per il Duemila, ormai alle porte; per questo ha contattato importanti esponenti della cultura e della società e ora gli manca solo Zapotec. I due si recano quindi al Museo di Storia e Archeologia di Topolinia, ma quando Topolino annuncia al professore l'argomento dell'intervista, questi si arrabbia e si lamenta che Marlin non abbia saputo mantenere il segreto. Topolino è perplesso, ma Zapotec lo porta nella sala sotterranea della Macchina del tempo: Marlin pensa che questa volta sarà possibile un viaggio nel futuro non fallimentare come nei precedenti tentativi. Prima però Topolino potrebbe andare nel passato, in momenti cruciali della storia umana: la sua inchiesta sarebbe così meglio supportata.

Prima della partenza, Marlin procura al viaggiatore una micro-temporadio, che li farà rimanere in contatto.

La prima tappa del viaggio nel tempo è in un deserto, popolato da beduini che attendono un «grande evento» annunciato da una stella luminosissima che brilla nel cielo. Topolino capisce così di essere stato trasportato in medio oriente nell'anno uno, punto di partenza del calendario moderno; si stende quindi su un pagliericcio per riposare ma qualche ora dopo viene svegliato da legionari romani che lo portano dal centurione Petrus Pesligneum: costui ha le fattezze di Gambadilegno e sta cercando un infante, perché si è diffusa la notizia della nascita di un re.

Petrus non sembra conoscere Topolino; è comunque un briccone come il moderno Pietro e quando Topolino esprime la sua diffidenza nei confronti del personaggio, il centurione si offende e ne nasce un o scontro dal quale emerge vincitore il topo. Inseguito da Petrus, viene salvato da un ragazzino, il giovane Eleazar, che lo porta a casa sua, dai suoi genitori. Il padre, un fabbro, accoglie cordialmente Topolino perché ha beffato un legionario romano: i romani, dice, sono oppressori e impongono tasse e le loro usanze. Topolino è grato dell'ospitalità, ma se ne vuole andare per non mettere a rischio la famigliola. Ha però due uscite infelici: chiede a Eleazar delle sue compagne di scuola quando le ragazze, all'epoca, a scuola non andavano e dimostra di ignorare in cosa consista il lavoro del fabbro. L'uomo si insospettisce, ma poi lo fa accompagnare da Eleazar in un luogo sicuro. Topolino saluta il ragazzo e può ripartire con la macchina.

Si ritrova allora nell'Anno Mille, nel sud dell'Europa, in un borgo di mare i cui abitanti temono gli attacchi dei pirati; c'è pure un anziano eremita che profetizza la fine del mondo. Topolino si mostra interessato ai lavori del villaggio, ma ancora una volta cita il suo mondo e viene creduto un appestato. Ne nasce un altro inseguimento interrotto fortunosamente dall'avvistamento delle navi pirata. Topolino allora si riscatta suggerendo l'utilizzo di frecce infuocate che mettono in fuga gli aggressori. Festeggiato dai paesani sta ancora per tradirsi parlando di pellerossa, quando la voce di Marlin dalla micro-temporadio lo richiama. Nuova partenza e nuovo approdo, nello stesso borgo dieci anni dopo.

Qui trova Ghamb-ed-Legn, in abiti saraceni, che dice di aver portato la cultura in quel luogo, l'astronomia, i classici greci… Ma mentre sta elencando le sue glorie, Topolino è richiamato e sparisce in un vortice davanti allo stupito saraceno. Al rientro a Topolinia, scopre che l'interruzione del suo viaggio è dovuta a un errore. Ma dal momento che è arrivato, i professori danno inizio all'ultimo esperimento: un viaggio nel futuro tramite un diverso congegno, che non lo trasferirà fisicamente, ma solo virtualmente nel Duemila. Topolino si accomoda sulla macchina e visualizza un'avveniristica città con robot tuttofare e monopattini volanti; ragazzini che parlano nel linguaggio dell'informatica a cui ricorrono anche per copiare i compiti. C'è poi una sorta di gigantesco televisore che trasmette notizie di borsa e prevede il crollo di azioni marziane. Due uomini che hanno sentito la notizia si disperano, ma Topolino li mette in guardia contro le informazioni fasulle. Infatti la notizia viene smentita e Topolino capisce che qualcuno manipola le comunicazioni: costui si svela presto: è un altro Gambadilegno, che riconosce il suo rivale o, almeno, un suo antenato e Topolino gli si presenta definendosi «lo spirito dei vecchi tempi».

Pietro però si è ridotto a compiere mediocri truffe per conto di altri, perché la sofisticatezza dei congegni antifurto è tale da scoraggiare il ladro più incallito. Gambadilegno è consapevole della sua retrocessione a modesto furfantello e, al richiamo di Topolino, decide di reagire frantumando le vetrine di una gioielleria. Scattano gli allarmi ma Pietro ha recuperato la sua -per così dire- dignità.
Topolino ha concluso il suo viaggio ma, mentre Zapotec lo interroga sul futuro, Marlin fa una scoperta: non era un anno del Duemila in cui Topolino è stato virtualmente trasportato; si è trattato di una rielaborazione dei ricordi del passato; non una realtà, ma una possibilità. I tre concludono allora che il futuro deve ancora essere creato da ciascuno ed è meglio non conoscerlo, ma contribuire a formarlo come meglio possibile.
Analisi e riferimenti[]

La storia, scritta quattro anni prima del Duemila, ne anticipa alcune caratteristiche: la diffusione crescente e capillare dell'informatica e con essa la maggiore facilità di diffondere notizie fasulle (le fake-news di oggi nel gergo anglofono); la dipendenza dalle macchine sempre più evolute e il conseguente impigrirsi degli uomini. E c'è anche il biasimo per la diffidenza nei confronti degli «extraplanetari», rappresentati da un vu' cumprà venusiano.
Il riferimento storico più significativo è l'arrivo di Topolino nella Palestina dei giorni della nascita di Cristo (anche se Marlin ammette qualche possibile errore di datazione, errore effettivamente rilevato per cui la nascita del bambinello sarebbe da anticipare di alcuni anni[1]). Appare la stella, cioè la cometa luminosa e i romani sono alla ricerca di un «infante» che dovrebbe divenire re; fortunatamente qui non c'è uno spietato Erode, ma un Gambadilegno ante litteram, al solito gradasso e pasticcione. La famiglia che ospita Topolino è una figurazione della Sacra Famiglia: la formazione cattolica di Biagi sembra sfidare la laicità disneyana per ricordare che il Natale non è solo regali e feste. L’oppressione di cui il fabbro accusa i romani era però soprattutto fiscale, non culturale; in genere essi lasciavano ai popoli conquistati buona parte delle loro tradizioni, proprio per evitare l'esacerbazione del loro scontento.
Infine, la conquista araba del mediterraneo meridionale e i successivi insediamenti in Sicilia e Spagna portarono al cosiddetto «rinascimento arabo» che sollecitò la ripresa culturale dell’Europa: vennero diffusi testi filosofici, soprattutto di Aristotele, in traduzioni arabe, e importanti studi matematici e astronomici; si praticarono nuove tecniche agricole e l'architettura conobbe interessanti sviluppi. La lingua greca però giacque ancora dimenticata o quasi fino al XIV secolo.
Pubblicazioni italiane[]
- Topolino 2125 (1996)
- I Classici Disney (seconda serie) 323 (2003)
- Raccolta I Classici di Walt Disney (seconda serie) 48 (2005)
- Topolino 2714 (2007)
- Le grandi storie Disney - L'opera omnia di Romano Scarpa 49 (2014)
- Disney BIG 100 (2016)
- Raccolta Topolino 160