- Topolino e la fonte della giovinezza
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- "Solo lui (Mc Person) può averti parlato del Tukmay Muatal! Se lo ha fatto, vuol dire che sei un suo amico e, soprattutto, che si un uomo giusto, altrimenti non ti avrebbe rivelato il nostro segreto! Lui sapeva quanto può essere terribile!"
- ―Pipejan a Top de Tops
Topolino e la fonte della giovinezza è una storia di Giorgio Pezzin e Davide Cesarello, pubblicata per la prima volta sul numero 3428 di Topolino nell'agosto 2021. Fa parte della serie delle Tops Stories.
Trama[]
Il Prologo si apre con una citazione biblica: «… Seth visse centocinque anni e generò Enos. E visse Seth, dopo aver generato Enos, ancora ottocentosette anni…» (Genesi 5, 6).
In uno sperduto borgo della Scozia, un uomo e una donna portano a registrare il loro piccolo e il capomastro ne trascrive il nome sul libro della contea: «Addì 12 febbraio 1732, nella contea di Paisley, è nato Oliver Mc Person… ». La scena si sposta in un villaggio tra i monti, probabilmente in Turchia: un padre affida al proprio giovane figlio Tamir l’incarico di andare in città a spedire un plico, come chiese il loro benefattore. Non visti, due figuri osservano attenti.
Alcune settimane dopo, il plico giunge a Londra, attorno agli anni trenta del Novecento, nell'elegante dimora del baronetto sir Top de Tops.
Thomas, il maggiordomo, presenta a sir Top la posta: il plico, dall'odore di capra, contiene una fotografia e un vecchio foglio, scritto in gaelico, con allegata la parte di una mappa. Tops ravvisa immediatamente nella foto Oliver Mc Person, da lui conosciuto vari anni prima, e traduce dal gaelico quello che risulta essere il certificato di nascita dell'uomo: nato nel 1732, dovrebbe avere quindi duecento anni! Il baronetto cerca nella sua memoria e ricorda l'incontro con Mc Person in occasione di un congresso: lo studioso gli parlava delle sue ricerche sui testi antichi a proposito della longevità dei patriarchi e ipotizzava l'esistenza di una fonte della giovinezza.
Mentre i colleghi si burlavano delle sue idee, de Tops ascoltava senza deriderlo e Mc Person gli promise che, qualora avesse trovato la fonte, lo avrebbe informato per primo della scoperta; il plico potrebbe esserne pertanto la prova. De Tops, ormai coinvolto, trova sul foglio anche una sigla che interpreta come segnatura della British Library: ad essa corrisponde un enorme tomo dal titolo De aeternitate rerum (L’eternità delle cose). All'interno del volume, il baronetto rinviene un altro foglio con la parte mancante della mappa: vi è indicato un luogo, il Tukmay Muatal, che nell’antico dialetto del posto significa il luogo della vita eterna. De Tops parte immediatamente per quella meta e a dorso di un asinello inizia ad esplorare le montagne.
Non sa che lo aspettano i due malviventi interessati alla missione di Tamir; uno di costoro, Gambajev, convinto che Mc Person avesse trovato un tesoro nella sua lunga permanenza al villaggio, aveva anche intercettato Tamir e guardato il plico ma, essendo analfabeta, non aveva compreso molto e aveva deciso di aspettare che il destinatario della lettera arrivasse nelle loro terre per rapinarlo.
I due compari si accordano dunque sul da farsi: Azir si fingerà una guida e offrirà il suo aiuto a de Tops mentre Gambajev, bandito dal villaggio a causa dell'aggressione a Tamir, aspetterà il momento buono per intervenire. De Tops e Azir si accampano per la notte, ma al mattino il baronetto si ritrova solo e derubato di ogni cosa; sopraggiunge Gambajev e capisce di essere stato ingannato lui pure. La strana coppia si muove allora alla ricerca del fuggiasco e, nonostante Gambajev tenti più volte di liberarsi di de Tops, non riesce a metterlo fuori gioco. Trovano infine Azir e inizia una violenta colluttazione tra lui e il socio di malaffare, durante la quale un pugno diretto a Gambajev colpisce invece il nobile, che finisce in un torrente; si salva, ma le mappe sono distrutte.
Ormai è venuta notte e de Tops si dirige verso una luce lontana. Arriva ad un villaggio al cui ingresso c’è una fontana: assetato, ne beve l'acqua. Si avvicina poi a un falò accanto al quale siede un uomo anziano, con una lunga barba bianca; si presenta come Pipejan, allevatore di capre, che vive lì solamente con il padre e il nonno.
Ogni tanto però passano persone importanti che lasciano loro dei regali e mostra una moneta con l'effigie di Alessandro Magno. Arrivano anche il padre e il nonno e de Tops riconosce il luogo come il Tukmay Muatal e la fontana come la fonte della giovinezza: Pipejan gli conferma che Mc Person gli aveva detto il vero e poi racconta: il nonno aveva trovato casualmente la fonte e vi aveva fatto bere il figlio e il nipote.
Ma quell'acqua non ringiovanisce, rallenta solo l'invecchiamento e per continuare a vivere bisogna berla costantemente. Mc Person invece aveva rintracciato la fonte grazie ai suoi studi e ne aveva attinto per poterli continuare, allungando la propria vita. Ma poi aveva capito che vivere migliaia di anni avrebbe provocato la lotta per quell'acqua e aveva rinunciato, saggiamente, dice Pipejan, ormai costretto con i suoi parenti a bere sempre. Anche de Tops, inizialmente entusiasta della scoperta e propenso a divulgarla, decide di allontanarsi senza berne nuovamente, riservandosi di decidere se intraprendere quella strada e tornare a Tukmay Muatal o accettare il destino umano comune, E il diario termina con «… ma non ho ancora deciso!».
Analisi e riferimenti[]
La storia viene presentata quale conclusione della serie delle Tops Stories, anche se nell'intervista di presentazione sul numero 3427 di Topolino Pezzin la vede come un nuovo inizio dopo tanti anni di silenzio, dell'autore e del suo personaggio. Il medesimo episodio compare in forma di romanzo illustrato nel volume 524 (14 dell'epoca Panini) de I Classici Disney, che raccoglie storie di de Tops selezionate dallo stesso Pezzin.
Un articolo a riguardo è stato pubblicato su Lo Spazio Bianco[1]. Lì si presenta quale possibile ispirazione per la fontana della giovinezza il Romanzo di Alessandro e la supposizione può essere corroborata dalla presenza in una vignetta della moneta con l’effigie del condottiero macedone. Il Romanzo di Alessandro è un insieme composito di testi, i primi in greco antico di età presumibilmente ellenistica, ma poi diffusisi in tutta l'area mediterranea e orientale e tradotti in varie lingue.[2] Il viaggio nella terra dei Beati/terra delle tenebre e la scoperta della fonte della vita è variamente narrata e assume nel mondo islamico tratti differenti dalle narrazioni europee. Nei testi greci è il cuoco di Alessandro, Andreas, a scoprire le proprietà di quell'acqua e a tentare di approfittarsene; nella stesura del persiano Firdusi (Ferdowsi), il saggio al-Khidr accompagna il re nella ricerca e beve lui solo la prodigiosa linfa.[3]. Esistono numerose altre redazioni dei viaggi e delle vicende soprannaturali di Alessandro, la cui collocazione geografica è però incerta: l’ambientazione turca di questa storia si evince solo dai copricapi dei personaggi e da qualche altro particolare grafico.
Quale che sia la fonte dell'invenzione di Pezzin, l'autore affronta un tema impegnativo, diffuso in varie mitologie e ancora in qualche modo rappresentato nella ossessiva cura di sé della società contemporanea. Ma la conclusione resta sospesa: sarebbe un bene l'immortalità o comunque una esistenza plurimillenaria? Lo stesso de Tops non sa prendere una decisione e non trova risposte. E l'immortalità priva dell'eterna giovinezza ridurrebbe l'uomo allo stato di decrepitezza della Sibilla Cumana o, appunto, di Pipejan, che definisce terribille il segreto dell'acqua.
L'esordio del prologo è la già riportata citazione dal Libro della Genesi: riferimenti religiosi sono rari nelle storie Disney e ancora di più lo sono citazioni puntuali dai testi sacri.[4]. Pezzin non intende compiere opera di evangelizzazione, vuole solo dare una base di plausibilità alle ricerche di Mc Person, ma forse è andato oltre il suo originario intento e ha proposto un apologo sulla vita umana e sul suo destino: le ultime bellissime tavole, con i disegni dai tratti assorti e arcani, sembrano spingere il lettore più in là del semplice divertimento fumettistico.
Un'ultima osservazione sulla strategia narrativa: lo svelamento delle ricerche di Mc Person avviene nelle ultime pagine della storia; oggetto di aspettative e posta in antitesi alle meschine azioni dei due furfanti, la scoperta della fontana si carica di ulteriori valenze etiche.
Curiosità[]
La moneta di Alessandro riprende le convenzioni numismatiche della rappresentazione del sovrano, come ad esempio nello Statere d'oro della riproduzione qui accanto.
Pubblicazioni italiane[]
- Topolino 3428 (2021)
Note[]
- ↑ [1]
- ↑ [2]
- ↑ cfr. Il Romanzo di Alessandro, a cura di Richard Stoneman, Milano, Fondazione Valla 2012, II vol. pp. 135s. e 275s.; Firdusi, Il libro dei Re, trad. di Italo Pizzi, Torino, Bona 1887 vol. V, Il re Sikander 19.
- ↑ Due citazioni ancora dalla Genesi si trovano in Topolino e l'arca di Bubanassar