- Topolino e il vero Ulisse
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- "Sono un bugiardo, un fanfarone, un mitomane! Non ho mai compiuto imprese memorabili e non so nemmeno condurre una nave!"
- ―Ulisse a Topolino
Topolino e il vero Ulisse è una storia di Caterina Mognato e Maurizio Amendola, pubblicata per la prima volta in due parti sul numero 2050 di Topolino nel marzo 1995. Fa parte della serie della Macchina del tempo.
Trama[]
Prima parte[]
Topolino e Pippo stanno trascorrendo un apparentemente tranquillo pomeriggio con i loro nipoti, Tip e Tap e Gilberto, quando improvvisamente sorge un'accanita discussione tra i ragazzi riguardo ad Ulisse: la maestra di Tip e Tap ha detto agli allievi che Ulisse fece ritorno a Itaca, come racconta Omero, mentre Gilberto sostiene la maggiore plausibilità del racconto di Dante nell' Inferno, secondo il quale l'eroe greco oltrepassò le colonne d'Ercole e naufragò senza fare ritorno a casa. Topolino non sa cosa rispondere e, per placare l'acceso diverbio, finge di avere un appuntamento al Museo di Storia e Archeologia di Topolinia e si reca -ancora in pantofole- da Zapotec per ricevere lumi dallo studioso. Il professore conferma però che la questione è incerta e dibattuta; quindi la soluzione è che Topolino viaggi nel tempo e incontri il vero Ulisse. Il punto d'arrivo è l'isola di Ogigia, dove vive Calipso, perché, spiega Zapotec, Omero e Dante concordano sul fatto che Ulisse vi trascorse molti anni (in realtà Dante ignora Calipso e lo fa partire da Circe).

Così Topolino si ritrova, vestito alla greca ma con le pantofole del XX secolo, in un boschetto dell'isola. Ulisse, che seduto in riva al mare si stava lamentando della lunga permanenza presso Calipso, sente il rumore dell'impatto, va a vedere cosa sia successo e vede Topolino. A causa della forma delle pantofole, che ricordano un po' i calzari del dio, pensa che si tratti di Mercurio, messaggero degli dèi, venuto a portarlo via dall'isola. Calipso è un'ottima cuoca e passa il tempo a preparare manicaretti per il suo ospite, ma questi ingrassa ed è stanco della vita oziosa. Così si accorda con Topolino e i due dicono a Calipso che Ulisse deve tornare urgentemente a Itaca; in cambio, Mercurio porterà agli dèi i dolci di Calipso e parlerà bene di lei.

Preparata la zattera e caricatala di dolciumi, i nuovi amici iniziano il viaggio. Ma Ulisse appare ben poco esperto di rotte navali e inoltre mescola la narrazione delle sue avventure con altri episodi della mitologia: quando Topolino gli ricorda il sacrilegio delle vacche del Sole, Ulisse ne fa tutt'uno con la pulitura delle stalle di Augias, una delle dodici fatiche di Ercole, e si vanta di aver escogitato lui il sistema per rassettarle deviando il corso di un fiume.

Ricorda poi di essere stato ospitato da Eolo, che gli offrì un pranzo tutto d'aria, e di come sottrasse al dio un otre del vento più favorevole, disperso poi dai compagni. Anche l'episodio di Polifemo è narrato in un modo curioso: in un primo momento Ulisse lo descrive con tre occhi, poi si corregge a seguito delle osservazioni di Topolino. L'accecamento del ciclope avviene in maniera molto meno cruenta di come sia descritto nell'Odissea: i greci gli calano una botte in testa e Polifemo non ci vede più, chiama gli altri giganti dicendo che è stato Nessuno a imprigionargli la testa ma, non vedendo pericoli, gli amici se ne vanno lamentando gli scherzi stupidi di Polifemo. Topolino però è sempre più perplesso.
Seconda parte[]

Ulisse sta per rivelare come lui e gli altri greci siano usciti dalla grotta di Polifemo, ma Topolino già lo sa e ricorda all'eroe di come abbia legato i compagni sotto il ventre delle pecore, riservando per sé il posto d’onore sotto l'ariete. In realtà Ulisse sta inventando tutto e trova l'idea delle pecore fantastica, ma non lo dice all'amico per non sconfessarsi. Topolino poi gli domanda di Circe e ancora il greco escogita qualcosa al momento, definendola vecchia e brutta, mentre la maga in Omero è rappresentata bellissima. Si passa poi a parlare delle Sirene il cui canto, secondo Ulisse, è stonato e straziante. Ma appare un pericolo molto maggiore delle panzane dell'eroe: i due sono giunti presso le Colonne d'Ercole, un tratto di mare tempestoso, e infatti incorrono prima in una burrasca, poi in un violento ciclone. A quel punto Ulisse, credendo che Topolino-Mercurio sia venuto a metterlo alla prova, confessa: non ha mai compiuto gesta memorabili né ha risolto le situazioni con le sue famose astuzie; inoltre è un pessimo marinaio, tant'è che i suoi compagni lo lasciarono a Troia dopo la conquista della città perché sapevano che li avrebbe portati fuori rotta. Ulisse partì da solo e infatti sbagliò direzione approdando all'isola di Calipso.

Il ciclone li fa precipitare sull'isola dei Feaci, dove Nausicaa sta giocando a palla con le ancelle, e quando vede il greco inorridisce per il suo aspetto trasandato. Topolino cerca di calmare la ragazza parlandole delle gesta di Ulisse e del cavallo di Troia, ma Nausicaa non ne sa nulla. Comunque è disposta a portare il naufrago alla reggia, dove potrà trovare aiuto e, dice Topolino, dove narrerà le sue imprese così che qualcuno le tramandi ai posteri. Nell'andarsene il presunto Mercurio chiede dove sia l'isola di Ogigia perché vuole salutare Calipso: si scopre così che l'isola è lì vicino e Ulisse, che credeva di essere finito in capo al mondo, viene a sapere di aver passato lunghi anni in un luogo accessibilissimo. Intanto Topolino ha raggiunto Ogigia perché è lì che si aprirà il varco della macchina del tempo; naturalmente Calipso lo vede e tenta di fermarlo per farsi dire com'è andata coi suoi dolci, ma in quel momento si apre la finestra temporale e Topolino rientra nella sua epoca. Prima di raccontare a Marlin e Zapotec la sua incredibile scoperta, vuole rivelarla ai nipoti e a Pippo; torna a casa e racconta a Tip e Tap e agli altri che Zapotec gli ha rivelato di come Ulisse fosse un bugiardo millantatore e pessimo marinaio.

I suoi ascoltatori però non gli credono e lo accusano di aver inventato una serie di fandonie per non ammettere di non conoscere la risposta. Ma il più offeso è Pippo, il cui vecchio maestro -dice- doveva essere amico di Omero, Ulisse e Dante perché ne parlava sempre bene; quindi poiché il maestro era una gran brava persona -continua Pippo- non può aver mentito!
Analisi e riferimenti[]
Ulisse non ha realtà storica, ma solo mitologica e letteraria, di conseguenza le diverse e numerose elaborazioni del suo mito sono tutte legittime e la discussione tra Tip e Tap e Gilberto non potrà comunque risolversi. È tuttavia lo spunto per questa divertente storia in cui l'Ulisse omerico, che nel poema vive e poi racconta le proprie avventure, diviene solo il narratore truffaldino di imprese nate dalla pura immaginazione e dai suggerimenti di Topolino. L'intervento di quest'ultimo, che porta dal futuro conoscenze ignote al passato, potrebbe essere classificato al terzo livello nella scala dei paradossi (cfr. Macchina del tempo), vale a dire viaggio ad interazione forte e quindi pericoloso, ma né Topolino, né Zapotec o Marlin pongono la questione e l'assurdità temporale diviene la base comica della storia.
Gli episodi più noti del viaggio (che in Omero occupa solo quattro libri su ventiquattro) sviluppano ciascuno particolari che nel mito possono essere sottintesi, ma non dichiarati: così l'ospitalità di Calipso si realizza soprattutto nella sua buona cucina, Eolo è il signore dell'incorporeo e offre aria ad Ulisse, le Sirene, coi capelli a sfumatura alta e ciuffo, sono le artiste incapaci di un genere musicale indefinibile, Nausicaa è una bisbetica adolescente e così via.

Eolo nello sceneggiato Rai
Ma alcuni altri particolari forse meno noti sono inclusi nella sceneggiatura: Ulisse che guarda il mare sconfortato, la costruzione della zattera, la caverna di Polifemo coi suoi formaggi, la tavolata di Eolo con i suoi figli, Eolo le cui sembianze potrebbero essere ispirate, oltre che all'iconografia tradizionale, a quelle dello sceneggiato televisivo Rai del 1968[1].
Anni dopo, nell'altrettanto divertente parodia del poema ad opera di Gagnor e Soffritti, Topodissea, Calipso è Trudypso e come il personaggio della storia precedente si diletta di cucina: ma questa volta con esiti terrificanti.
Gilberto ricorda che in Dante Ulisse «spinto dal desiderio di conoscenza ed avventura, oltrepassò le Colonne d'Ercole e venne travolto da una burrasca». Più precisamente fece naufragio presso la montagna del Purgatorio a causa di un turbine mosso dalla volontà di Dio che pose fine alla hybris del greco. Ma un riferimento alla religione era ed è impensabile nel canone Disney, quindi si lascia la fine di Ulisse nello sfumato.
Note[]
Principali pubblicazioni italiane[]
- Topolino 2050 (1995)
- I Classici Disney (seconda serie) 360 (2006)
- La Storia Universale Disney 7 (2011)
- Disney Happy 18 (2020)
- Raccolta Topolino 139