- Topolino e il garage del faraone
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Topolino e il garage del faraone è una storia in tre parti di Manuela Marinato, Giorgio Pezzin e Sergio Asteriti pubblicata per la prima volta sui numeri 1844-45 di Topolino.
Trama[]
Prima parte[]
Nel 3300 a.C., nella Valle dei Re, un affannato Marlin in vesti egizie tenta di raggiungere il punto di rientro della Macchina del tempo. Inseguito da soldati egizi, si accorge troppo tardi di aver smarrito il telecomando temporale, senza il quale non può avvenire il ritorno, e viene imprigionato perché ritenuto profanatore di piramidi e spia ittita: ha infatti un sestante di ferro, metallo che solo gli ittiti sanno lavorare.
Topolino e Pippo, nel presente, trovano accesa la Macchina del tempo, ma non c’è nessuno che la sorvegli. Il motivo della loro presenza nei sotterranei del Museo di Storia e Archeologia di Topolinia è un altro: il professor Zapotec è da mesi impegnato nelle ricerche del garage del faraone Ramsete II, nel quale erano custodite le bighe spider, vittoriose nella battaglia di Qadesh. Ma le ricerche fino a quel momento non hanno dato frutto e si teme che il professore abbia commesso un errore nella traduzione dei documenti: significherebbe la fine della sua carriera accademica oltre che dei finanziamenti per gli scavi. Mentre i due amici pensano ad una soluzione, ricevono una telefonata di Zapotec: è stata trovata un’iscrizione secondo la quale il garage era inizialmente dove Zapotec lo cercava, ma venne spostato; comunque la reputazione del professore è salva. Tuttavia c’è un dettaglio inquietante: vicino all’iscrizione giaceva un telecomando, molto simile a quello della macchina del tempo. Topolino capisce allora che Marlin è andato nell’antico Egitto ed è necessario recuperarlo poiché si trova senza telecomando. Rientrato Zapotec a Topolinia, i tre si camuffano da egizi e partono per la valle dei Re.

Il doloroso abbattimento della statua
L’arrivo è doloroso come sempre: i viaggiatori abbattono addirittura una statua di diorite e si allontanano in fretta. Dopo aver parlato con diverse persone - compreso un vu cumprà locale - e aver percorso un tratto del Nilo fino a Luxor, arrivano a stabilire che Marlin è stato mandato a lavorare presso la Grande Piramide, non prima però di aver suscitato stupore con il suo sestante e le sue conoscenze da “mago”. Per raggiungere il luogo della detenzione dell’amico, Topolino, Pippo e Zapotec rubano dei cammelli e si dirigono a nord.
Seconda parte[]

Marlin imprenditore
Dopo un viaggio faticoso, i tre giungono al cantiere della piramide di Cheope, dove lavorano moltissime persone, in gran parte schiavi. Nel cercare ulteriori notizie, si scontano con un carro-betoniera, dotato di ogni modernissima innovazione tecnica: retromarcia, sospensioni indipendenti, torce antinebbia… tutti ritrovati di El-Marlin, impresario edile e presidente di una cooperativa, La Piramide. Tra lo stupore e la felicità, Topolino, Pippo e Zapotec raggiungono l’amico e i quattro hanno così modo di ragguagliarsi vicendevolmente. Marlin racconta di essere venuto nel passato per aiutare Zapotec: ha messo lui l’iscrizione che documenta lo spostamento del garage per confermare la correttezza della traduzione del professore; ma Zapotec si offende per la poca fiducia di Marlin e i due litigano; Topolino riesce a calmarli e chiede perché sia così importante ritrovare il garage. Il perché è legato alla credenza che Ramsete avesse vinto la battaglia di Qadesh grazie a un’arma segreta, i carri alati, ma nessuno sa che cosa fossero e il ritrovarli sarebbe una grande scoperta archeologica. Marlin racconta poi come si sia salvato mostrando al Gran Sacerdote un orologio e un accendino: il loro funzionamento fu ritenuto una magia e Marlin divenne amico del sacerdote. Non sapendo poi se sarebbe tornato a Topolinia, si era ingegnato fondando la cooperativa edilizia, per la quale aspetta però la licenza.
I quattro hanno appena finito di confrontarsi quando è annunciato che il faraone vuole parlare con El-Marlin il mago; questi si presenta con Topolino, Pippo e Zapotec al seguito. Il faraone vuole un suggerimento per come far stare tranquilli i fastidiosi ittiti e Marlin promette aiuto in cambio della licenza, anche se non ha idea di quale marchingegno proporre al faraone. Ottiene comunque la promessa della licenza, che ha intenzione di lasciare ai suoi soci schiavi perché possano riscattarsi e tornare liberi. Alla sede della cooperativa si fa una gran festa, ma durante la notte Marlin viene rapito.
Terza parte[]
Aggiogato un carretto a due asinelli, Topolino, Pippo e Zapotec inseguono i rapitori e raggiungono il loro accampamento: sono soldati ittiti, evidentemente avvisati che il faraone aveva chiesto a Marlin aiuto contro di loro. Per liberare l’amico attendono la notte, quando solo due sentinelle sono a guardia del prigioniero; le tramortiscono e fuggono con Marlin sul carretto con gli asinelli; ma gli ittiti hanno scoperto la fuga e li inseguono. La lentezza del carretto facilita il compito agli ittiti, che stanno per raggiungere i fuggiaschi, quando Pippo, saggiando l’intensità del vento, suggerisce la soluzione: con i mantelli formano delle vele che danno slancio al carro come se fosse alato. Nel frattempo il faraone è stato informato del rapimento del mago e, mentre sta per partire alla ricerca, si vede venire incontro il carro a vela con gli inseguitori. Ma la presenza del faraone e dei suoi soldati basta a mettere in fuga il drappello di ittiti. Il faraone dona a Marlin denaro e la licenza, dicendo che non gli servono più i consigli richiesti. Marlin affida la cooperativa ai soci, che potranno liberarsi e arricchirsi, tanto più che Ramses ha dato loro l’appalto per costruire un capannone dove realizzare i nuovi carri; poi gli amici rientrano a Topolinia.

I carri alati
Mentre si rammaricano di non aver potuto trovare il garage, Zapotec ricorda di aver visto alla cooperativa i disegni del capannone per i carri e può risalire alla sua reale posizione. Si effettuano altri scavi e il garage è portato alla luce ma, quando entrano, Marlin Zapotec Topolino e Pippo vedono copie del loro carro a vela, che il faraone ha tramutato in carri da guerra alati, e statue celebrative che riproducono le loro fattezze. Se la scoperta fosse resa pubblica, dovrebbero rivelare l’esistenza della Macchina del tempo e questo non sarebbe prudente. Quindi Zapotec dice ai suoi aiutanti che si è sbagliato e che possono seppellire nuovamente tutto; ma l’istinto dell’archeologo è irriducibile e il professore ricorda di aver letto che da quelle parti c’era anche un solarium…
Riferimenti[]
- La battaglia di Qadesh (o Kadesh) è realmente avvenuta nel 1274 a. C., ma il suo esito è incerto; nonostante la vittoria sia tradizionalmente attribuita agli egizi, non è chiaro chi sia l’effettivo vincitore tra loro e gli ittiti. Nella battaglia fu importante il ruolo dei carri da guerra di entrambe le parti, ma certamente i carri alati sono pura invenzione.[1]
- La diorite è una pietra pregiata e molto dura, di difficile lavorazione, spesso usata dagli antichi egizi.
Curiosità[]
Nella classificazione dei livelli di paradosso proposta da Ambrosini e Barltti (cfr. Paradosso nella Macchina del tempo, questa storia sarebbe di livello P2.
Pubblicazioni italiane[]
- Topolino 1844-45 (1991)
- Super Miti Mondadori 1 - Le disavventure di Paperamses (1998)
- Speciale Disney 48 - Miti & Storie Papere (2008)
- Disney Comics 9 - Miti e storie Papere (2008)
- Raccolta Topolino 94