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  • Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera
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"Commissario Basettoni, sono colpevole! Macchia Nera non esiste! Io solo volevo uccidervi!"
Confessione di Topolino

Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera è una storia a fumetti pubblicata su Topolino numero 116-119 dal 10 giugno al 25 luglio 1955, scritta da Guido Martina e disegnata da Romano Scarpa.
È il seguito della storia Topolino e il mistero di Macchia Nera firmata da Floyd Gottfredson nel 1939. Nella storia ricompare, dopo 16 anni di assenza, Macchia Nera[1].
Un altro personaggio che viene riesumato è Eta Beta che non compariva dal 1950[2].

Considerata una delle migliori storie thriller di scuola italiana degli anni cinquanta[3], è temporaneamente stata classificata in 46° posizione tra le migliori storie di sempre secondo il sito INDUCKS.[4]

Trama[]

I episodio[]

Macchia Nera, appena evaso di prigione, si vuole vendicare di Topolino e del Commissario Basettoni, che lo avevano catturato e messo in prigione anni prima. Una sera d'inverno, sale sul tetto di Topolino e manipola l'antenna cosicché sullo schermo della televisione del suo nemico compaia una spirale ipnotica che incanta il topo. In questo stato di trance, svaligia un negozio e successivamente, sale su un taxi, alla cui guida c'è proprio Macchia Nera, e si reca fuori città.
La mattina dopo Topolino ha scordato tutto ciò che ha vissuto la notte precedente e viene svegliato da Basettoni che lo prega di raggiungerlo al negozio del Cappellaio Matto (il personaggio che compare nel lungometraggio di Alice nel paese delle Meraviglie) poiché è stato compiuto un furto. Mentre la polizia e il detective stanno investigando vengono loro rubate le automobili, così sono costretti a tornare al Commissariato, dove, mentre stanno parlando, un coltello si conficca nel legno della scrivania. Porte e finestre sono chiuse e i due amici non riescono a spiegarsi chi abbia potuto lanciare quell'arma, ma il foglio che vi era legato scioglie ogni loro dubbio: Macchia Nera, pretende un ingente riscatto altrimenti utilizzerà contro la città un cappello particolare che ha rubato dal Cappellaio Matto.

II episodio[]

Basettoni e Topolino, in compagnia di Pippo e Manetta attendono che il furfante si faccia di nuovo vivo fornendo loro la modalità di pagamento. Finalmente Macchia Nera li informa che dovranno recarsi al Castello del Colle Nero, senza alcuna scorta e coi soldi per il riscatto. Così quella sera i protagonisti si recano nell'antico maniero alla periferia della città, dove, dopo essersi accertati che non vi siano trappole o trabocchetti, si apprestano a passare la notte. Un'ora dopo che si sono addormentati, Topolino cade nuovamente in uno stato di trance e afferrato un coltello si reca nella stanza di Basettoni e pugnala il suo amico per poi tornarsene a dormire.
La mattina seguente Topolino ha di nuovo dimenticato tutto e viene svegliato da Basettoni, che lo informa di avere risolto il caso. Il capo della polizia accusa il suo amico di tentato omicidio e di tentata estorsione ai danni della cittadinanza. Le prove infatti sono tutte contro di lui, ma Pippo, non vuole credere che il suo amico sia cattivo e cerca di aiutarlo a scappare.

III episodio[]

Macchia 1

Macchia Nera trama nell'ombra per attuare la sua vendetta.

Pippo viene arrestato dalla Polizia, perciò Topolino, non volendo abbandonare il suo amico si costituisce, sperando di dimostrare la sua innocenza, ma quando si trova davanti al Commissario gli confessa la sua intenzione di ucciderlo, così il vecchio amico non può fare altro che arrestarlo e condurlo con sé.
Pippo viene dimenticato al Castello, Macchia Nera lo tramortisce e lo trascina nei sotterranei, che fa allagare, condannando così Pippo a morte.
Intanto al commissariato Topolino rinsavisce e ritratta la sua confessione, sostenendo di non aver mai architettato un tale piano, ma nessuno vi crede e viene protratto il suo stato di fermo preventivo. Mentre si trova in cella viene aiutato a scappare da Eta Beta e il suo animale da compagnia Flip II, che ha la caratteristica di colorarsi di rosso accesso quando avverte la presenza di un pericolo. Topolino ed Eta Beta si recano al Castello, giusto in tempo per salvare Pippo dall'annegamento e decisi più che mai a catturare Macchia Nera.

IV episodio[]

Grazie al fiuto di Flip, i tre amici riescono a penetrare nel covo di Macchia Nera e, dopo aver capito il segreto della sua invisibilità lo catturano e lo legano alla sedia, ma mentre Eta Beta sta studiando uno strano congegno costruito dal criminale viene attaccato da Topolino, che caduto nell'ennesimo stato di trance cerca di ucciderlo. Dopo aver tramortito Topolino e torturato Macchia Nera, Eta Beta apprende il secondo segreto del nemico: una macchina in grado di comandare totalmente le persone su cui veniva utilizzata. Macchia Nera svela inoltre che il ricatto e il furto al Cappellaio Matto, non erano altro che un diversivo per confondere le indagini, il suo vero obiettivo era quello di uccidere Topolino, Basettoni e Pippo.
Dopo aver ottenuto tale confessione, Topolino riesce a convincere Basettoni della sua innocenza e a dimostrare che aveva agito in tale maniera poiché era sotto l'influsso ipnotico di Macchia Nera.

Analisi[]

Guido Martina scrive una storia dall'atmosfera decisamente cupa e misteriosa, che quasi angoscia il lettore. Topolino non riesce ad essere protagonista della vicenda, viene usato da Macchia Nera e accusato di omicidio dal suo amico Basettoni. È un fuggiasco che rischia di essere condannato alla sedia elettrica e a un certo punto della trama sembra proprio che Macchia Nera stia per ottenere la sua agognata vendetta.
La vicenda si dipana non per l'intelligenza e l'acume del giovane detective, ma più che altro per l'intervento provvidenziale di Eta Beta e di Flip II che riescono ad incastrare il criminale e a svelare i suoi segreti. La sceneggiatura si rifà molto allo stile noir delle storie di Gottfredson degli anni trenta e infatti è il seguito di Topolino e il mistero di Macchia Nera, avventura firmata proprio dal Maestro nel 1939, in cui il personaggio di Macchia Nera aveva debuttato nell'universo dei topi.

L'antagonista Disney si vuole infatti vendicare dei suoi avversari, colpevoli di averlo catturato e imprigionato. Martina si rifà alla storia di Gottfredson anche per il travestimento di Topolino e la sequenza iniziale del taxi.
Romano Scarpa, qui solo alla sua ottava prova come disegnatore ufficiale Disney[5] , dà il meglio di sé rivelandosi già, nonostante la giovane età, un promettente artista. Scarpa riesce a porre su carta l'atmosfera cupa e tenebrosa che Martina aveva ipotizzato nella sua sceneggiatura, esacerbando le espressioni dei protagonisti, soprattutto il volto di Topolino viene quasi disumanizzato quando si trova nello stato di trance. Una particolarità grafica insolita per l'epoca è l'uso di alcune vignette a tutta pagina, che aprono o chiudono l'episodio, che erano abbastanza inconsuete per l'epoca.

Curiosità[]

  • Nella storia compare il Cappellaio Matto, lo strampalato personaggio presente nel lungometraggio Alice nel paese delle meraviglie del 1951,[6] e gli viene attribuito il nome Matteo.
  • In questa storia Martina pone a fianco di Eta Beta un secondo gargarone (l'animale di compagnia simile a un cane che lo accompagna in diverse avventure) che battezza Flip Secondo e che ha la capacità di avvertire il pericolo. Tale personaggio non è apparso in nessun altra storia.[7]

Pubblicazioni Italiane[]

Note[]

  1. Macchia Nera apparve per la prima volta nel 1939. Topolino e il mistero di Macchia Nera di Floyd Gottfredson e Merrill De Maris.
  2. L'ultima apparizione di Eta Beta era stata nel 1950. Eta Beta l'uomo del 2000 di Floyd Gottfredson e Bill Walsh.
  3. [1] Editoriale introduttivo alla storia - Le grandi storie #1 pag 12, Approfondimento sulla storia
  4. [2] Top 100
  5. [3] Indice cronologico delle storie di Romano Scarpa.
  6. [4] Alice nel paese delle meraviglie
  7. [5] Scheda di FlipII sull'INDUCKS
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