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  • Topolino, Pippo e il ripostiglio interminabile
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Topolino, Pippo e il ripostiglio interminabile è una storia di Francesco Pelosi e Luca Usai, pubblicata sul numero 3626 di Topolino nel maggio 2025. È il tredicesimo episodio della serie Lord Hatequack Presenta: L'ora del terrore.

Trama[]

La pendola nella villa di Lord Mortimer Hatequack sta suonando mezzanotte e il lord ha in serbo per i suoi lettori un'altra storia di paura, forse vera, forse no… Questa volta si parla di cose, o persone, dimenticate, che finiscono per sparire chissà dove.

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Topolino sta facendo ridipingere casa sua e per non avere troppi incomodi si è trasferito provvisoriamente in casa di Pippo, a sua volta assente per una vacanza in montagna. Durante la notte Topolino è svegliato da uno strano rumore, TOC-TOC… TRRRR, che sembra giungere dalla soffitta; sale allora a controllare, seppure con qualche timore, e trova la spiegazione al suono: una finestra era rimasta aperta.

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La mattina dopo, ancora assonnato, Topolino esce dalla casa di Pippo e si volta a guardare la finestra della soffitta: si accorge così che le finestre sono due e non una, come aveva sempre creduto di vedere. Telefona allora all'amico per chiarimenti e Pippo, impegnato in discese con lo slittino sui prati di montagna, gli dice che il rumore TOC-TOC TRRR… c'è da sempre e oramai funziona per lui come una ninna-nanna. Ma la comunicazione telefonica è disturbata, Pippo non comprende la domanda sulla finestra e congeda Topolino. Questi, rientrato a casa per sorvegliare i lavori, fa qualche ricerca sul sito del catasto e ha la conferma che la finestra è una sola; il nome del costruttore della casa però non si trova, è scomparso…

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La notte successiva il rumore si ripresenta e Topolino decide di esplorare più a fondo la soffitta: dietro un cumulo di ciarpame vede una porta nascosta con le iniziali RI sovrascritte; la apre e trova un'altra stanza con la finestra misteriosa. Improvvisamente compare un pippide in abiti ottocenteschi e si presenta: è Salazar O'Pipp, collezionista e mago, ed è lui che fa rimbalzare la pallina, nella speranza che il bis-nipote lo senta e lo liberi; ma Pippo deve aver ereditato la «disattenzione infallibile» tipica della famiglia pippide. Poi racconta la sua storia: grande accumulatore di oggetti, non riuscì più a contenerli e cent'anni prima costruì una nuova casa con una spaziosa soffitta.

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Il "rilascio" degli oggetti

Quando anche questa fu piena Salazar creò, grazie a un testo magico, il Grimorio per la casa stregata ma ordinata, un ripostiglio interminabile nel quale si lanciano le cose da conservare e che a richiesta le rilancia fuori. Un giorno, mentre riponeva nel ripostiglio magico una pesante cassapanca, iniziò a trascinarla anziché spingerla e finì prigioniero per sempre nella soffitta stregata, dalla quale nessuno può uscire una volta entrato, a meno che arrivi un altro a prenderne il posto… Troppo tardi Topolino comprende che questo «altro» è lui stesso: con un ghigno sadico Salazar apre la porta e se ne va libero, precisando che chi rimane chiuso lì sarà scordato da tutti entro dieci minuti.

Nel frattempo Pippo è rientrato, ha trovato il suo prozio e intende ospitarlo, senza sapere che il piano di Salazar è disfarsi del nipote per avere la casa tutta per sé. Durante la notte Pippo sente un rumore diverso dal solito: TAKTAKTAK… Come Topolino sale ad indagare, trova la porta, la apre e si vede di fronte l’amico che gli racconta ogni cosa. Ma Topolino ha già un piano pronto da realizzare in dieci minuti: afferrare una fune giacente in soffitta, scendere in casa, legare ben stretto Salazar e portarlo nel ripostiglio; Pippo deve nel frattempo aver scritta tutta la storia su un foglietto, così che entrambi possano ricordare l'accaduto e trovare un modo per liberare anche Salazar. Sembra essere andato tutto bene e Pippo riapre la porta del ripostiglio, ma non è Pippo, bensì il prozio che con i suoi trucchi da mago si è liberato delle corde ed è uscito al posto del nipote. Topolino si allontana dalla casa di Pippo e già non ricorda più nulla.

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La disattenzione infallibile

La situazione appare senza uscita, tuttavia -racconta ancora Hatequack- alcuni giorni dopo Salazar acquista un'altra cassapanca con la quale voleva sostituire il divano di Pippo. Ha però sbagliato le misure: la destina allora al ripostiglio stregato ma ricade nella «disattenzione infallibile», trascina all'interno il mobile dando così al nipote la possibilità di uscire, mentre lui è di nuovo prigioniero.

Ritorna Hatequack che ha in mano un grosso tomo, Enciclopedia fantastica dei Pippidi oscuri, aperto alla pagina di Salazar O'Pipp e si chiede se possa realmente esistere un pippide malvagio; poi rassicura i lettori che in soffitta non c'è nulla di malvagio, ma dal piano superiore arriva un suono, TOC-TOC… TRRRR.

Analisi[]

La domanda che il lettore spontaneamente si pone è quella espressa anche da Hatequack: è possibile che esista un pippide malvagio? I pippidi finora conosciuti sono strambi, disordinati (ma con un loro criterio), imprevedibili, smemorati, ossessivamente puntuali o inguaribilmente sbadati, logici di logiche apparentemente illogiche, ma cattivi non se ne erano mai visti. A ben guardare però, anche Salazar non è di natura originariamente crudele: tale lo ha reso il suo disturbo da accumulo compulsivo che lo spinge alla fine ad imprigionare per sempre il nipote pur di riottenere il suo ripostiglio interminabile. Hatequack riapre le porte alla psichiatria con un nuovo disturbo che si aggiunge alla licantropia clinica ed alla ailurofobia viste in Geoffrey e il mistero del mal di luna e Topolino e il gatto con la "G" maiuscola. Il nome Salazar è stato suggerito probabilmente dal mago di Harry Potter; secondo l'etimologia di AI Overview (ma c'è da fidarsi?), il significato del termine sarebbe “stanza vecchia”, adattabile anch'esso alla storia. Le restanti possibilità sono tuttavia molte, anche se meno probabili [1].

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Il ghigno del pippide cattivo

Per venire all'aspetto grafico c'è da sottolineare il frequente ripetersi nelle vignette del simbolo dell'infinito ∞ e in particolare sulla porta magica, riprodotta anche sulla copertina del grimorio, ossia libro di magia. I disegni sono dettagliati e opportunamente paurosi: non era facile dare a un pippide un ghigno satanico, ma Usai ci è riuscito pienamente. Ironiche e ad effetto poi le illustrazioni della paccottiglia accumulata sia da Pippo sia dal prozio.

Una cosa è certa: la vecchia e cara soffitta di Pippo da ora innanzi non sarà più quel luogo caoticamente simpatico delle storie, ma un possibile mistero.

Curiosità[]

  • La pendola che il ripostiglio getta fuori è identica a quella della villa di Hatequack, rappresentata nella prima tavola.
  • Nella prima vignetta compare la targa della via di Villa Hatequack: Via dei Gatti Neri; dall'episodio pilota Zio Paperone e la maledizione delle maledizioni sappiamo, oltre al nome, anche il numero, il 66.

Note[]

Pubblicazioni italiane[]

Storia precedente Topolino, Pippo e il ripostiglio interminabile Storia successiva
La Banda Bassotti e il modulo fantasma

21 maggio 2025 Paperino e il diabolico Gastronomicon