- Ser Topolino e la cavalcata dei cavalieri inesistenti
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Grande cosa è generosità / che muove gli eroici cavalier. / Ma udite la strana novità / Bene cangia in male per davver.
Il narratore
Pane salam, pane salam afette
Macchia Nera[1]
Ser Topolino e la cavalcata dei cavalieri inesistenti è una storia, scritta da Caterina Mognato, disegnata da Giuseppe Dalla Santa e apparsa per la prima volta in cinque puntate su Topolino nel febbraio 1994. È il secondo capitolo della trilogia fantasy Le Fantaleggende e quello più apprezzato dai lettori, tanto da essere entrato nell’elenco delle cento storie preferite su Inducks.
Trama[]
Prima puntata[]
Nell’episodio precedente, abbiamo visto Paperino arrivare sulla Luna cavalcando Ferrociclone. Ora, la sua nutrice Madama Nonna chiede ad Archimede di riportare il suo pupillo sulla terra, ma l’inventore deve ammettere che si tratta di un compito troppo difficile anche per la sua scienza. Per questo, chiede aiuto al suo vecchio amico, Enigm, mago e astrologo nel reame di Nuvola.[2]
Intanto, sta per iniziare il grande torneo di Paperandria, che attira cavalieri e curiosi da tutto il mondo conosciuto. Gastone è il campione del regno, mentre Paperoga e Ciccio sono stati assegnati, rispettivamente, al compito di cameriere e di stalliere.
Re Paperon, esultante per il successo della manifestazione, riceve però due visite indesiderate. La prima è quella della contessa Brigitta, sua corteggiatrice instancabile, anche se sempre respinta; per l’occasione, la nobildonna ha acquistato da un ciarlatano (Filo Sganga) il filtro dell’amore fulminante.
Altro visitatore sgradito è sir Pippus de Pippis, un cavaliere tanto prode quanto povero e semplice d’animo; lo accompagna l’astuto scudiero Topolino. Poiché sir Pippus ospitò gratuitamente Paperon per tre mesi durante la sua visita al regno di Topumbria, l’avaro sovrano è obbligato a ricambiargli il favore, ma lo alloggia in una torre scomoda e cadente.
Mentre Enigm, arrivato a Paperandra volando su uno strano strumento proveniente dal futuro (un’antenna televisiva) discute con Archimede del modo per recuperare Paperino, lo sfortunato cavaliere scopre una grotta sotto la superfice lunare.
Seconda puntata[]
Esplorando la caverna, Paperino scopre che vi sono conservate tutte le cose perdute sulla terra. Gli oggetti personali smarriti formano degli alti cumuli che riempiono tutta una valle, mentre in una sorta di laboratorio alchimistico, si trovano, sotto forma di liquidi racchiusi in ampolle, i sentimenti non esercitati, come la generosità di Paperon o l’acume dello stesso Paperino.
Intanto, a Paperandra, varie vicende si svolgono intorno al torneo. La contessa Brigitta è delusa nel vedere che Re Paperon, anche dopo aver bevuto diverse dosi di elisir, continua ad essere insensibile alle sue grazie. Filo Sganga fa buoni affari vendendo lo stesso elisir (una semplice bevanda dissetante) a Madama Nonna come rimedio ai reumatismi, a Paperina come filtro di bellezza e alla serva Chiquita come dimagrante. Quando però cerca di riscuotere il denaro da re Paperon, è smascherato da Archimede e deve vendere la bibita per conto del sovrano, sotto l'etichetta di Paper Cola. Paperetta continua a sognare di diventare un cavaliere; per il momento, deve accontentarsi di mostrare le sue qualità guerriere su una giostra per ragazzi, assieme a Qui, Quo e Qua.
Comincia finalmente il torneo. Un misterioso cavaliere in armatura nera, silenzioso e senza nome, abbatte Gastone, il saraceno Sacripante e poi tutti gli altri cavalieri in gara, inclusi Ciccio e Paperoga; solo ser Pippus rimane in gara. Topolino cerca di spingere il suo riluttante padrone a scendere in campo, ma il cavallo lo scaraventa con un calcio sul terreno di gioco. Fortunatamente, per lui, il cavaliere nero e il suo cavallo sono solo un’armatura vuota, e crollano a terra inanimati non appena Topolino dà loro un colpetto con le dita. Lo scudiero è acclamato dalla folla come un eroe, e proclamato cavaliere dal re (che così si risparmia di pagare il premio promesso al vincitore del torneo). Solo Archimede e Enigm sono inquieti, e si chiedono cosa nasconda questa manifestazione di magia nera.
Terza puntata[]
Unendo le loro conoscenze, Archimede ed Enigm scoprono chi si nasconde dietro il mistero del cavaliere inesistente: Macchia Nera, uno stregone potente e malvagio, espulso dal Consiglio dei Maghi e rifugiatosi sulla Luna.
Sul satellite, intanto, Macchia Nera spiega ad un attonito Paperino il proprio piano per la conquista del mondo. Sua intenzione è costituire un esercito di cavalieri inesistenti, sfruttando il materiale raccolto nel luogo: con gli oggetti perduti costruisce le armature, che anima poi con i sentimenti negativi che fuggono dalla Terra ad ogni azione o pensiero altruistico. Così, paradossalmente, più un cavaliere è nobile e generoso (come Topolino) e più serve i disegni del malvagio.
Per questo, Macchia Nera ordina a un malvagio conte al suo servizio, Gambdadibronzo detto Facciadibronzo (Gambadilegno) di deporre la principessa Minni di Topumbria. Il vile gesto, nei piani dello stregone, dovrebbe, per reazione, suscitare sulla terra imprese nobili e generose, e quindi arricchire le riserve di egoismo sulla Luna.
Gambadibronzo esegue l’ordine. Con l’aiuto dei suoi uomini (i Bassotti) incarcera la regina e la sua fedele dama di compagnia (Clarabella), s’impadronisce del trono e già comincia a meditare di liberarsi dalla tutela di Macchia Nera. Un giovane corvo (Gancetto), fedele alla regina, riesce, però, a inviare, tramite un piccione viaggiatore, una richiesta d’aiuto alla corte di Paperandra.
A Paperandra, Filo truffa di nuovo Brigitta, vendendole un altro talismano amoroso: i capelli di Venere, in realtà semplici crini di cavallo. Mentre tutte le dame e i cavalieri del regno sono riuniti in un banchetto, e Brigitta cerca di condire la minestra del re con i "capelli di Venere", arriva la richiesta d’aiuto di Gancetto. Ser Pippus e Topolino subito partono al soccorso della loro sovrana. Anche gli altri cavalieri presenti, spronati da Paperetta, si uniscono alla spedizione: Gastone, Ciccio, Sacripante e, per ultimo e controvoglia, Paperoga.
Quarta puntata[]
Mentre gli altri cavalieri si accampano, Topolino prosegue da solo verso il regno di Topumbria. Con l’aiuto del suo amico Gancetto, scala la torre dov’è tenuta prigioniera la regina e cade così nella trappola preparatagli da Gambadibronzo. Si arrende allora in cambio della libertà per Minni, ma naturalmente l’usurpatore infrange subito il patto.
Grazie a un misterioso soccorritore, Topolino riesce a evadere e a far fuggire Minni e Clarabella, ma mentre i tre stanno discendendo la torre, verso la libertà, appare Gambadibronzo, che taglia la loro corda di lenzuola. Le due dame toccano terra, incolumi, ma Topolino precipita al suolo da una grande altezza e giace esamine. In realtà, tutte le mosse del nuovo cavaliere erano sorvegliate e manovrate, attraverso Gambadibronzo, da Macchia Nera, che ad ogni impresa eroica si è procurato una nuova riserva di egoismo.
A Paperandra, prosegue la trama su Brigitta e Paperon. La contessa penetra nella stanza da letto del re, per praticare su di lui l’incantesimo dei capelli di Venere; ottiene solo il risultato di farlo starnutire, e di passare per una strega. Sfugge all’ira del sovrano solo grazie a Madama Nonna, che la nasconde nella sua stanza.
Sulla luna, Macchia Nera porta avanti la preparazione del suo esercito, non infastidito dalla presenza di Paperino, troppo debole e spaventato per reagire, e obbligato anzi a fargli da servo. Enigm e Archimede osservano impotenti sulla loro sfera di cristallo le macchinazioni del malvagio finché l’inventore, attraverso il suo “computer” Quiz e un telefono che ha notato fra gli oggetti perduti, riesce a parlare con Paperino.[3] Seguendo le istruzioni ricevute, lo sfortunato cavaliere raccoglie un'ampolla con cui sabotare il piano di Macchia Nera.
Quinta puntata[]
Grazie all’eroico sacrificio di Topolino, ora Macchia Nera dispone di egoismo a sufficienza. Pronunciando la formula magica Pane salam, pane salam a fette, anima il suo esercito e, cavalcando Ferrociclone, lo guida dalla Luna verso la Terra; li segue Paperino che è salito sull’armatura di un cavallo e, per una volta, non si è fatto disarcionare.
Sulla terra, mentre Topolino, solo svenuto, è portato in salvo da Minni, la spedizione di soccorso ha ormai raggiunto il castello di Topumbria. Sir Pippus distrae l’attenzione di Gambadiferro, lanciando dei carri di fieno incendiati sul lato opposto a quello dell’assalto; grazie a questa brillante operazione diversiva, e al superiore valore dei cavalieri, i Bassotti sono facilmente sconfitti. L’infido conte è catturato mentre fugge dalla regina e dal redivivo Topolino.
I cavalieri esultano per la vittoria, senza immaginare che sta per arrivare il peggio. Dal castello di Paperandra, Archimede ed Enigm osservano al telescopio la discesa dei cavalieri inesistenti. L’esercito di Macchia Nera travolge i difensori, spossati dalla battaglia precedente; scende allora in campo Topolino, per quanto malconcio, ma più fornisce prova di eroismo e più rende forti i suoi avversari.
A salvare la situazione è Paperino che, seguendo le istruzioni ricevute, rovescia sui cavalieri inesistenti l’ampolla trovata sulla luna, carica di cortesia. Le armature smettono di combattere, fraternizzano con i loro avversari e bloccano il loro padrone quando cerca di uccidere Topolino. Lo stregone è costretto, per fuggire, ad annullare il suo incantesimo e a ridurre il suo esercito a ferraglia inanimata.
Tutto finisce bene, ma la carica dei cavalieri inesistenti ha un imprevisto effetto collaterale: i sentimenti che erano volati sulla luna ora tornano sulla terra. Così, in Topolino riaffiora l’egoismo e il generoso cavaliere si mostra invidioso degli onori tributati a Paperino; Re Paperon si mostra insolitamente generoso con Brigitta, non solo perdonandola ma regalandole una preziosa collana. Ma è una parentesi effimera, e quando il re deve premiare i suoi cavalieri, usa medaglie d’ottone anziché d’oro.
Analisi[]
La storia rimanda, fin dal titolo, a Il cavaliere inesistente di Calvino, da cui riprende l’idea del cavaliere che è una semplice armatura vuota, ma non ne è una vera e propria parodia. La trama non ha altri rapporti con quella del romanzo e gli inquietanti cavalieri neri animati da Macchia Nera sono figure ben diverse dal gentile Agilulfo dello scrittore ligure. Altra citazione letteraria è la descrizione della Luna come un luogo dove si conserva ciò che è perduto sulla terra, derivata dal XXXIV canto dell’Orlando furioso: Astolfo va sulla luna a recuperare il senno di Orlando.
La morale finale è più complessa di quanto non ci si possa aspettare da un fumetto Disney. A sconfiggere le forze del male non è il puro eroe Topolino, che anzi, senza saperlo, fa il loro gioco, ma l’antieroico Paperino, che, prima dell’ultima puntata, non fornisce grandi prove di coraggio e intelligenza.
La sceneggiatrice Mognato mostra un’ammirevole bravura nel portare avanti diverse storie parallele e nel gestire un gran numero di personaggi, provenienti sia dall’universo dei paperi sia da quello dei topi. Molto spettacolari, sul piano dei disegni, le scene epiche dell’ultima puntata (la cavalcata nel cielo dei cavalieri inesistenti e le due battaglie di Topumbria).
Pubblicazioni italiane[]
- Topolino 1993-1996 (1994)
- I Classici di Walt Disney (seconda serie) 334 (2004)
- Gli Astromondi di Topolino 7 - Disney Fantasy 1 - Le Fantaleggende (2011)
Note[]
- ↑ Parodia del celebre quanto enigmatico verso di Dante Pape satan, pape satan aleppe.
- ↑ Allusione alla storia Topolio e il mistero dell’uomo nuvola, che vide la prima apparizione del professor Enigm.
- ↑ Archimede conosce il funzionamento del telefono, nonostante lo strumento non sia ancora stato inventato, grazie alle profezie del suo amico Nostradamus. Naturalmente, l'evidente anacronismo è voluto e non va preso troppo sul serio dal lettore.