- Qui, Quo, Qua (Il dottor Paperus)
- Galleria
- Storie
Qui, Quo, Qua sono tre personaggi dell'universo dei paperi ideati da Carlo Chendi e Luciano Bottaro, comparsi per la prima volta nella parodia Disney Il dottor Paperus (1958) e poi nella storia Paperino e il seguito della storia, del solo Bottaro. Sono i pronipoti dell'alchimista Paperus e si ispirano chiaramente ai Qui, Quo, Qua del presente, loro omonimi.
Storia[]
I pronipoti di Paperus vissero in un luogo imprecisato d'Europa in un oscuro Medioevo feudale. Si sa che in età infantile erano stati chiamati dal prozio per assisterlo nel suo lavoro di alchimista, ma in realtà preferivano prenderlo in giro e fargli dispetti. Quando l'anziano papero strinse il patto con Mefistofele ritornando giovane, i paperini non lo riconobbero e rimasero sempre ignari della sua trasformazione: riconobbero Paperus solo quando questi, tornato vecchio, vide i suoi sogni di felicità svanire. Non si sa nulla della sorte dei nipotini nel resto della loro vita.
Parentele[]
Trattandosi di parenti di un personaggio che Paperino riconosce come suo antenato, anch'essi si devono considerare legati alla dinastia dei paperi. In via congetturale, i tre gemelli, come il loro prozio, potrebbero essere considerati membri di quella che poi divenne la famiglia Duck: invece non dovrebbero avere rapporti col Clan de' Paperoni, che parrebbero, all'epoca in cui visse Paperus, essere rappresentati dal Duca de' Paperoni (almeno stando al cognome di questo) e da sua nipote Margherita.
Caratteristiche[]
Questi Qui, Quo, Qua del Medioevo sono chiaramente ispirati ai loro omonimi del presente: sono tre gemelli identici, di età infantile, in tutto simili ai nipoti di Paperino se non per l'abbigliamento, adattato all'epoca medievale (ma anche loro abiti e accessori, come avviene per Qui, Quo, Qua, presentano il motivo cromatico del rosso, del blu e del verde, che teoricamente dovrebbe distinguerli l'uno dall'altro). Caratterialmente non hanno la maturità dei nipotini moderni, anzi appaiono molto infantili e particolarmente dispettosi, impegnati quasi solo a fare scherzi al prozio (anche oltre i limiti del buon senso, quando porgono all'alchimista l'acido solforico invece dell'"elisir di gioia", vanificando l'annoso lavoro di Paperus e causando un'enorme esplosione) e a cercare di evitare le conseguenze della sua ira.