- Pippo e l'introvabile Amburgus
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Pippo e l'introvabile Amburgus è una storia di Alessandro Sisti e Luciano Gatto, pubblicata per la prima volta sul numero 1841 di Topolino. Fa parte della serie della Macchina del tempo, con la particolarità di non veder agire Topolino.
Trama[]
Pippo riceve una telefonata da Zapotec che sta disperatamente cercando Topolino, che però è in vacanza con Minni; Pippo si offre al posto dell'amico se si tratta di una missione nel tempo e il professore, non del tutto convinto, accetta. Pippo va al Museo di Storia e Archeologia e si stupisce di non vedere Marlin; Zapotec racconta che, mentre stavano per pranzare durante una revisione della Macchina del tempo, un corto circuito l'ha messa in moto e Marlin era scomparso con il suo spuntino. Zapotec aveva ricostruito il luogo e il tempo d'arrivo, il palazzo imperiale dell'antica Roma, ma Marlin ignora il punto dove si aprirà la finestra temporale per il rientro, pertanto qualcuno deve andare a cercarlo e ricondurlo a Topolinia, impresa non semplice, visto che Roma era già una metropoli vasta e congestionata dal traffico.
Pippo come legionario.
Entusiasta della missione, Pippo indossa un costume da legionario e si prepara a partire, non senza qualche preoccupazione da parte del professore per l'ingenuità del viaggiatore che non si è neppure tolto l'orologio da polso: un pericoloso anacronismo. Pippo atterra su un carretto che trasporta piume, destinate ai cuscini del senato, e si mette alla ricerca di Marlin, ma senza successo. Affaticato e deluso, entra in una taberna e ordina un'aranciata a uno stupito oste; alcuni altri legionari lo notano, perché molto somigliante a un tale «centurione tonto»; questi appare immediatamente, piccato per l'insulto, ed è davvero uguale a Pippo. I legionari se ne vanno e i due rimasti si presentano. Il centurione riconosce in Pippo un probabile congiunto, appartenente come lui alla Gens Pippa; il nome del romano è Caio Pippus, centurione dei pretoriani del palazzo. Pippo coglie l'occasione e chiede se il cugino abbia notato a palazzo un tipo strano, come dovrebbe apparire Marlin duemila anni prima della sua epoca e Caio Pippus riferisce che il nuovo cuoco è molto strano e lo fa impazzire con le richieste di ingredienti speciali.
Pippo gira per Roma con Caio Pippus.
Pippo offre il suo aiuto e il cugino lo porta nelle cucine, poi si allontana. Pippo trova un ragazzino, Lucullus Carnacinus, aiutante del cuoco e impegnato ad assisterlo mentre, sdraiato sotto una sorta di casupola, sta realizzando un nuovo modello di forno; del cuoco compaiono solo le scarpe, un paio di mocassini che poco hanno a che fare con i sandali romani, ma in questo il personaggio moderno non vede alcuna stranezza.
Pippo si dirige dal cuoco.
L'aiutante dà a Pippo la lista degli ingredienti di una ricetta nuovissima di nome Amburgus; fingendo di cercare tali ingredienti, il nostro si aggira per il palazzo sempre in cerca di Marlin, ma finisce nella gabbia dei leoni, da cui viene brutalmente allontanato dal domatore, e si imbatte persino nell'imperatore che sta dando udienza a due centurioni, Flavius Carmenrus e Brutus Auditorium. Cacciato anche dal princeps, viene portato di peso da due guardie pretoriane al circolo ufficiali, dove Caio Pippus sta tessendo le lodi del cugino. Saputo che Pippo ha «infastidito» i leoni e disturbato senatori e imperatore, senza tuttavia aver trovato gli ingredienti richiesti, Pippus decide di accompagnarlo nella ricerca. Giungono all' Emporium Armanus, una macelleria, e Pippo chiede carne macinata, stupendosi che il negoziante sia costretto a tagliuzzarla a mano e non usi il tritatutto. Arrivano poi dai fructuarii, che però ignorano cosa sia una patata. Pippo, esasperato e affamato, chiede dove sia un Fast Food, suscitando lo stupore del cugino; ma finalmente si fa strada nella sua testa la verità. Lascia Pippus, dicendogli di mettere la carne in frigorifero, e torna a palazzo a cercare il cuoco, che è Marlin.
Il professore spiega l'accaduto: scaraventato dal corto circuito proprio tra gli aspiranti a un posto di cuoco di palazzo, per non tradirsi ha offerto all'imperatore il cibo che aveva con lui: hamburger, ketchup e patatine.
L'imperatore assaggia il cibo moderno.
L'insolito piatto ha ottenuto un grande successo e Marlin ha ricevuto l'incarico di cucinare varie altre pietanze come quella. Il forno poi non è un forno ma una rudimentale macchina del tempo, con cui Marlin cercava di rientrare a Topolinia, e per guadagnare qualche giorno ha steso quella lista di ingredienti impossibili allora: carne macinata, pomodori e patate...
Pippo nota un orologio al polso di Marlin e si accorge che il tempo del rientro è ormai passato. Ma non è una cosa grave: c'è la macchina del tempo/forno inventata dal professore. Infatti, nel momento in cui Caio Pippus arriva a cercare il parente, questi scompare con Marlin nel forno e lo sforzo della macchina produce un'esplosione. Pippus si dispiace del suo allontanamento, ma riconosce nel cugino disperso la genialità del casato.
Intanto i crononauti ricompaiono in rovinosa caduta davanti al preoccupato Zapotec; nel narrare l'impresa, Pippo racconta anche come abbia cercato le patate e nominato i tritatutto e i frigoriferi. Il professore è irritato perché gli aveva chiesto di evitare gli anacronismi, ma Pippo lo rassicura: non ne ha incontrato neppure uno!
Analisi e riferimenti[]
La comicità della storia è in gran parte basata su quegli anacronismi che tanto spaventano Zapotec e che potrebbero causare irreparabili danni nei flussi storici con i loro paradossi temporali (cfr. Macchina del tempo). Ma lo sprovveduto Pippo non provoca catastrofi, bensì solo transitoria curiosità negli antichi romani che sentono nominare oggetti moderni oppure vegetali (patate, arance, pomodori) ancora non importati. Simbolo di tutti questi anacronismi è l'orologio che Zapotec fa togliere a Pippo, ma che Marlin non ha nascosto dopo essere stato trasportato al tempo dell'impero romano: lo si può considerare un rimando al notorio orologio che, pare, compaia al polso di alcune comparse in costume da legionari nel film del 1937 Scipione l'Africano per la regia di Carmine Gallone. Da ricordare è pure la presenza di un ulteriore membro della Famiglia di Pippo, qui latinamente definita gens, infinita categoria diacronica di pippidi nelle più svariate epoche, professioni e cariche.
Curiosità[]
- I nomi latini, o presunti tali, che compaiono nella storia fanno riferimento, con tipico cortocircuito frequente nelle storie disneyane, a fenomeni di costume del presente. Emporius Armanus è una rivisitazione parodica della casa di moda Emporio Armani, anche se si riferisce a un semplice mercato alimentare; Carmenrus ricorda ironicamente la ballerina Carmen Russo, molto presente nei programmi televisivi di quegli anni, Auditorium è un latinismo di uso comune in italiano moderno. Inoltre, Lucullus Carnacinus è formato dai nomi del gastronomo Luigi Carnacina e del console Lucio Licinio Lucullo, noto per i suoi pranzi raffinati, come racconta Plutarco nella Vita del personaggio. Restando al latino, fructuarius più che significare fruttivendolo ha il senso giuridico di usufruttuario, ma il lettore comprende benissimo il senso del termine.
La "firma" del disegnatore.
- Anche in questa storia compare un gatto, che Luciano Gatto utilizzava per indicare la paternità dei disegni quando ancora non si specificavano gli autori del fumetto. Il micio in questione è raffigurato nella prima pagina in basso.
Principali pubblicazioni italiane[]
- Topolino 1841 (1991)
- Topolino Adventure 11 (1996)
- Disney Libri a fumetti - Historia Papera (1999)
- Tutto Disney 13 - Historia Papera (1999)
- Disney BIG 23 (2010)
- Più Disney 82 - Io... Pippo (2019)