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  • Pippo e il puzzle più difficile del mondo
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Pippo e il puzzle più difficile del mondo è una storia sceneggiata da Giorgio Fontana e disegnata da Lucio Leoni, uscita per la prima volta in Italia su Topolino nel gennaio 2023.

Trama[]

Pippo sta affannosamente cercando nella sua caotica soffitta il puzzle più difficile del mondo, capolavoro del prozio Pippardo de Pippis, «grande inventore di giochi da tavolo, da comodino e da credenza!». Topolino domanda come sia venuta all'amico la passione per i giochi è la risposta è in tipico stile pippide: mangiando frollini all'anice! Topolino si rassegna a queste stravaganze e cerca di essere d'aiuto; ma nello spostare una scatola causa il crollo di varie cianfrusaglie che lo colpiscono sulla testa. Dolorante ed esasperato si allontana dicendo di non voler più entrare nella pericolosa soffitta. Pippo si impegna a riordinarla e il giorno successivo invia a Topolino la foto del locale perfettamente sgombro e ordinato: l'amico si congratula perché non immagina che il riordino è stato di fatto solo uno spostamento e tutto il ciarpame è ora in salotto. Il trambusto ha fatto però comparire il puzzle cercato e Pippo inizia a comporlo; non gli ci vuole molto tempo, ma al termine c'è un'amara sorpresa: manca una tessera!

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Pippo si accerta che nessun pezzo sia finito a terra e poi chiama il prozio: tramite la segreteria telefonica Pippardo fa sapere che è sulla spiaggia e rientrerà solo la sera. Pippo inscatola il puzzle e esce di casa; gli si fa incontro Topolino che accetta di seguirlo in «un'avvincente ricerca».
La prima tappa è un grande negozio di giochi da tavolo, che non tiene più le invenzioni di Pippardo perché sono «piramidali assurdità». Gli amici riprendono la strada e Topolino crede di aver scoperto un indizio: il puzzle potrebbe essere un rebus, infatti vi compaiono un asino, una gigantesca T maiuscola tridimensionale e una O sopra una villetta; poi si ricorda che a Minucios vive il cugino di Pippo, Posidippo, sicuramente in possesso di un altro puzzle uguale, e lo svincolo per la cittadina è lì vicino.

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Pippo è restio, ma si rassegna, pur di far luce sul pezzo mancante. Posidippo li riceve nella sua ordinatissima cantina, trova il puzzle, ma anche questo è privo di un tassello e l'irrazionalità del fatto manda il pignolissimo pippide in crisi. A questo punto non resta che raggiungere Pippardo e farsi chiarire dal lui la situazione.

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Così Pippo e Topolino (Posidippo non li accompagna perché DEVE piegare le lenzuola ad un'ora precisa) raggiungono la villa del prozio che si esibisce subito in un suo gioco enigmistico: il nome Topolino è anagramma di Topolino perché sono state scambiate tra di loro le O. E poi chiarisce la difficoltà del puzzle: in ogni scatola manca sempre un pezzo diverso e pertanto nessuno potrà mai terminarlo. Smonta anche l'ipotesi del rebus precisando che la T gigante è una scultura del suo ex vicino, cui appartiene pure Gigetto, il somarello; la O poi è la sua sigla, la O di Pippardo.

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Il puzzle quindi rimarrà incompleto, ma lo zio offre al nipote un'altra sua creazione, ispirata dai biscotti all'anice: il cubo di Pippardik, composto da soli cubetti bianchi da sistemare nell'ordine giusto: ordine chiarissimo a zio e nipote, oscuro per Topolino.
Ormai a tarda sera i due amici rientrano a Topolinia e vanno a casa di Pippo; mentre questi si attarda nel giardino per giocare col cubo, Topolino apre la porta rallegrandosi dell'ordine in soffitta, ma ancora una volta gli svariati e inutili oggetti trasferiti in salotto gli rovinano addosso.

Pubblicazioni italiane[]

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