- Petronius Paperonius e la calata dei barbari
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- "Ci sono ricordi, sensazioni ed emozioni che rimangono per sempre... ecco perché ho voluto raccontare la grande saga della famiglia dei Paperi"
- ―Alberto Savini
Petronius Paperonius e la calata dei barbari il cui titolo completo è Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi - Petronius Paperonius e la calata dei barbari - episodio extra (II bis) è il capitolo due bis della saga Storia e gloria della dinastia dei paperi, scritta da Guido Martina nel 1970.
La storia è stato scritta da Alberto Savini per i disegni di Andrea Freccero ed è stata pubblicata per la prima volta su Topolino 2569 del 22 febbraio 2005. Sin ora è stato l'unico capitolo aggiuntivo della saga ad essere accreditato come ufficiale e venir inserito nelle ristampe dell'opera.
Storia[]
I episodio[]
I Barbari della Beozia giungono nella città di Neapolis per consultare la sibilla vesuviana Amelya e chiederle consiglio su come riuscire a depredare Petronius Paperonius. La maga non solo si mostra disponibile nei confronti dei Barbari, ma addirittura vuole aiutarli personalmente. È infatti interessata alla mitica Ex Omnibus Prima, la prima moneta guadagnata da Petronius.
Il ricco papero dopo essere fuggito dall'Egitto e aver cambiato il proprio nome da Pah-Peh-Rheo a Petronius Paperonius, ha aperto una locanda a Trastevere, dove tiene ben nascosto il tesoro della regina Cleopat-Perina. Tuttavia quelle monete sono fuori corso presso l'Impero Romano e così il papero si reca da un suo amico inventore per chiedergli di convertire tutto il suo oro in sesterzi romani.
Intanto i Barbari, travestiti da turisti, sono giunti sino a Roma e, dopo aver preso alloggio in una taverna, si recano alla locanda di Petronius per investigare. Qui scoprono che il tesoro è nascosto in alcune botti conservate in cantina.
II episodio[]
Dopo aver scoperto il nascondiglio dei tesoro della sovrana d'Egitto, la sibilla e i Barbari attuano il loro piano. Uno di loro, servendosi di alcuni fantocci, finge di aver accerchiato completamente la locanda. Petronius invia il suo nipote Gastonius, un millantatore ed eroe di guerra, a sconfiggerli, ma questo scappa nel bosco. Al ricco papero non resta che la fuga e si serve della botola in cantina che si apre sul Tevere, solo che quando la solleva si trova davanti l'intera orda barbarica, desiderosa d'iniziare il saccheggio. La situazione è veramente critica per i paperi, ma improvvisamente giungono degli inaspettati rinforzi. Gastonius vagando per il bosco, si era imbattuto in una pattuglia di legionari e l'aveva convinta a venire in aiuto dei suoi parenti.
I Barbari e Amelya vengono facilmente sconfitti, il tesoro è salvo e Petronius Paperonius, per il momento è ancora un ricco papero.
Analisi[]
Questo episodio della saga scritto a ben trentacinque anni di distanza dagli otto ufficiali, si inserisce tra il secondo e il terzo episodio della saga, durante il breve soggiorno a Roma di Petronius Paperonius.
In questo episodio viene raccontato come Petronius abbia modificato le effigi delle sue monete egizie, imprimendovi il profilo di Pippus Augustus e questo spiega come nel terzo episodio l'imperatore abbia potuto servirsi del tesoro di Petronius per finanziare la sua campagna militare in Caledonia.
Nonostante l'episodio si riesca a inserire abbastanza facilmente all'interno della saga, può essere letto anche come storia auto-conclusiva. Gli autori, infatti consapevoli del fatto che non tutti i lettori avevano letto la saga a cui facevano riferimento, hanno costruito una trama, che seppur abbia numerosi richiami all'opera di Martina, possa essere scorrevole anche da sola.
I toni di questo episodio, rispetto alla saga originale, virano decisamente più sul genere comico. Vi sono numerosi giochi di parole con il termine beota: che significa sia stupido, sia originario della Beozia (come sono appunto i Barbari invasori). Inoltre un ruolo determinante allo svolgimento della vicenda lo ricoprono dei personaggi simili a Ottoperotto e Gennarino, che si divertono incessantemente a farsi dei buffi dispetti.
Curiosità[]
- Il bandito romano dall'aspetto identico a quello di Pietro Gambadilegno si serve della parlata tipica del dialetto romano, tuttavia nelle didascalie, come ulteriore elemento comico è specificato che esso parla in latino antico.
- Nella storia appaiono diversi cibi non esistenti in quell'epoca, come i chicchi di mais di Gennarino che gettati nel fuoco fanno i pop-corn, oppure il ketchup, che nella storia appare già confezionato in pratiche bustine. Entrambi i prodotti arriveranno in Europa solo dopo il '500, con la scoperta dell'America.
Pubblicazioni italiane[]
- Topolino 2569 (2005)
- Tesori Disney 2 - Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi (2009)
- La Storia Universale Disney 10 - Pippus Bis-Bis e altre storie (2011)