PaperPedia Wiki
Advertisement
PaperPedia Wiki
  • Paperino e l'aurite acuta
  • Commenti




Paperino e l'aurite acuta è una storia scritta da Rodolfo Cimino, disegnata da Romano Scarpa e inchiostrata da Giorgio Cavazzano, pubblicata per la prima volta in Italia il 12 settembre 1965 su Topolino 511.

Trama[]

Paperino non sa come chiedere un prestito allo Zio Paperone: il multimiliardario infatti ha dotato il deposito di un complesso sistema di ingressi per cui i postulanti vengono immediatamente espulsi. Il papero escogita un altro sistema per entrare e trovarsi faccia a faccia con lo zio: provvistosi di un rudimentale velivolo a razzo, si lancia centrando una delle finestre di areazione del deposito e riesce così a entrare in una stanza in cui il multimiliardario custodisce dei lingotti d'oro.

Purtroppo per Paperino, lo zio sta partendo per un viaggio d'affari e il deposito viene chiuso ermeticamente; anche la finestra della stanza dei lingotti viene sbarrata e il giovane papero rimane chiuso dentro con la prospettiva di morire di fame.

Qui, Quo, Qua, preoccupati non vedendo rincasare lo zio, fanno varie ricerche e notano presso il deposito dei rottami di uno strano marchingegno, deducendo correttamente che Paperino si è servito del mezzo per penetrare nel deposito. Tuttavia, la polizia non può intervenire per dei semplici indizi, e Paperino è costretto a rimanere prigioniero fino al ritorno di Paperone.

Quando finalmente il magnate riapre il deposito, Paperino appare in gravi condizioni, anche perché ha finito per cibarsi di parte di un lingotto. Il medico interpellato dai nipotini diagnostica una rara malattia, detta aurite acuta, che colpisce chi ha avuto un eccessivo contatto con l'oro: il dottore raccomanda al paziente di rimanere lontano dal prezioso metallo, altrimenti si riempirà di macchie e potrà andare incontro a conseguenze anche peggiori.

Paperone intravede subito la possibilità di usare Paperino per cercare l'oro, in quanto la sua reazione permetterebbe di scoprire giacimenti nascosti. Con il pretesto di offrirgli un viaggio per farlo ristabilire, lo zio porta il nipote prima nei mari del Sud e poi in Alaska, e trovando effettivamente l'oro non appena Paperino si riempie di macchie. L'avidità di Paperone, incurante della malattia del nipote, porta a tragiche conseguenze quando il corpo di Paperino si trasforma quasi completamente in oro. Dopo una crisi di coscienza piuttosto travagliata, il ricco papero decide di riportare Paperino, inerte e incapace di reagire, a Paperopoli per cercare di farlo curare, ma poco dopo il nipote viene rapito da due vagabondi, che credendo che si tratti di una statua vera e propria lo trasportano temporaneamente in una grotta.

La grotta è frequentata da una coppia di orsi, che vedendo Paperino lo trovano simpatico e decidono di tenerlo con sé. Quando i rapitori tornano per recuperare il malcapitato, gli orsi li aggrediscono facendoli scappare; i due confessano il furto a Paperone e ai nipotini, giunti anch'essi in Alaska. Paperino riprende coscienza e comincia lentamente a guarire, probabilmente grazie al contatto stesso con gli animali, ma questi non intendono lasciarlo andare. Qui, Quo e Qua tendono un tranello agli orsi attirandoli con panini alla mostarda (il cibo preferito di quella razza d'orso, secondo il Manuale delle Giovani Marmotte) e Paperino riesce a ricongiungersi ai parenti e a tornare a casa.

Il medico di Paperopoli però non è soddisfatto: Paperino soffre ancora di aurite e perché guarisca completamente c'è un solo metodo, deve ritrovare il contatto con gli orsi. Paperone è costretto a trasportare i due plantigradi dall'Alaska alla casa di Paperino e a mantenerli con panini alla mostarda finché Paperino non sarà del tutto ristabilito.

Analisi[]

Come in molte storie di Cimino, è presente una riflessione morale, sia pure abilmente inserita in una trama estrosa e bizzarra: l'avidità d'oro, impersonata naturalmente da Paperon de' Paperoni, porta a conseguenze deleterie, simboleggiate da una vera e propria malattia, ma risulta sconfitta e l'ingenuo e disinteressato Paperino, inizialmente vittima incolpevole dello zio, viene ricompensato nel finale. Non mancano notevoli spunti comici (il complesso sistema di entrate nel Deposito previsto da Paperone per dissuadere i visitatori importuni, il conflitto fra la buona e la cattiva coscienza del magnate), ottimamente resi nel disegno da uno Scarpa all'apice della sua carriera.

Curiosità[]

  • Paperino e l'aurite acuta viene spesso indicata erroneamente come la prima storia in cui il Deposito di Paperon de' Paperoni appare sormontato da una cupola. In realtà la cupola, che resterà stabilmente nelle consuetudini dei disegnatori della scuola italiana, era già apparsa in precedenza in almeno cinque storie:
  • La coppia di orsi affezionati a Paperino ricomparirà alla fine dell'altra storia di Cimino Zio Paperone e la pianta azteca (1974), quando il papero cercherà rifugio nella loro tana per sfuggire alle ire di Paperone.

Pubblicazioni[]

La storia è stata edita otto volte in Italia:

Inoltre ha avuto un buon successo all'estero, in quanto è stata tradotta e pubblicata in Cile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Polonia, Portogallo e Svezia.

Advertisement