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  • Paperino e il misterioso Mister Moster
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"Ora avrà luogo il più grande esperimento della storia! Se fallisce, Paperino muore! Se riesce, io avrò gloria imperitura!"
Mister Moster

Paperino e il misterioso Mister Moster è una storia sceneggiata da Guido Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi, pubblicata per la prima volta sui numeri di Topolino 108, 109, 110 e 111, usciti fra il 10 febbraio e il 25 marzo 1955.

Trama[]

Paperopoli è in preda al panico: un misterioso individuo ha derubato il milionario Jonathan Smith Chandles e l'affarista cinese Ciao Tse Lin rispettivamente di 34.000 e 28.000 dollari, poi ha sottratto una preziosa collana e una dentiera d'oro alla viscontessa Ava Biscot-Biscot, e infine ha tentato di avvelenare Sir Billy Black versando una strana polvere nella sua zuppa.

Sir Billy Black è in realtà il cane da guardia del senatore Jefferson, e il malintenzionato ha commesso l'errore di somministrargli polvere pruriginosa anziché il veleno con cui avrebbe voluto metterlo fuori combattimento per entrare nella villa di Jefferson. Il cane, in preda al prurito, rovescia una sedia nel caminetto acceso e provoca un incendio. I pompieri, accorrendo alla chiamata, travolgono un postino anziano e sordo che finisce all'ospedale perdendo la borsa con la posta, che contiene una busta indirizzata a Paperon de' Paperoni.

Il ricco papero convoca Paperino e Qui, Quo, Qua perché ritrovino la borsa, affermando che la busta indirizzata a lui contiene un dollaro e la loro ricompensa sarà il 5% del valore del dollaro. Sdegnati dall'idea di ottenere cinque centesimi, i nipoti rifiutano e si avviano a casa, quando incontrano Gastone, e insieme leggono la taglia messa dalla polizia di Paperopoli per cercare di rintracciare il misterioso criminale.

Gastone piega il foglio della taglia formando un aeroplanino e lo fa volare, pensando che la sua fortuna lo guiderà a un'importante ricompensa. Paperino, volendo approfittare della situazione, insegue lui stesso l'aeroplanino e nel farlo travolge il cugino, provocandogli fratture multiple. Il povero Gastone deve andare al pronto soccorso accompagnato dai nipotini, mentre Paperino continua a inseguire l'aeroplanino, che si dirige alla villa della viscontessa Biscot-Biscot.

Il papero afferma alla nobildonna di essere un investigatore che indaga sul furto da lei subito, e fortunosamente trova proprio allora la dentiera scomparsa, tentando di sedersi su una poltrona. La viscontessa guarda bene nel mobile e recupera anche la collana: evidentemente il ladro ha pensato di restituirle entrambi gli oggetti. La ricompensa che propone a Paperino è un dente della sua dentiera, ma il papero rifiuta con sdegno e viene cacciato in malo modo; tuttavia, pensa che anche Smith Chandles e Ciao Tse Lin potrebbero vedersi restituire il maltolto, e decide di andare prima dall'uno e poi dall'altro per accaparrarsi i meriti dell'eventuale restituzione.

Smith Chandles ha in effetti appena ricevuto 34.000 dollari, ma, come spiega a Paperino, la restituzione è una sorta di truffa in quanto tutte e 34.000 le banconote da un dollaro hanno lo stesso numero di serie e appaiono come copie di un solo originale. Paperino si precipita dal commerciante cinese, sperando sempre di prevenire la restituzione e accaparrarsi una ricompensa; proprio in quel momento Ciao Tse Lin riceve un misterioso pacco, e allora il papero cambia idea e si butta sul tetto della macchina che ha consegnato l'involto, deciso a capire dove abita il misterioso ladro.

La vettura giunge a una villa sprofondata nel terreno poco fuori Paperopoli. Una mano automatica d'acciaio, che aveva messo a segno i colpi e anche guidato la macchina, dopo aver notato l'intruso lo consegna al capo, Mister Moster. Questi decide di approfittare per sottoporre Paperino a un pericolosissimo esperimento, non prima di avergli spiegato tutta la storia: aveva rubato forti somme e preziosi per perfezionare una sua invenzione che permette di duplicare oggetti e, nel modello più complesso, perfino esseri viventi, e poi, dopo aver ottenuto copie perfette dei dollari e degli oggetti della viscontessa, aveva restituito queste copie ai legittimi proprietari, per eludere le conseguenze penali. Quello che vuole ora Mister Moster è una cavia vivente che gli permetta di verificare il funzionamento della sua macchina gemellatrice: Paperino, preso prigioniero, è obbligato a sottoporsi al pericolosissimo esperimento.

Poco dopo, mentre Qui, Quo e Qua si lamentano perché non vedono rincasare lo zio, in casa si presentano improvvisamente, uno dopo l'altro, due personaggi con le sembianze di Paperino. Evidentemente l'esperimento di Mister Moster è riuscito e ora i Paperini sono due, con lo stesso aspetto fisico, lo stesso carattere, perfino gli stessi ricordi, e ognuno dei due pretende con veemenza di essere il vero papero.

I nipotini sono atterriti dall'idea di dover convivere all'infinito con due zii Paperini dotati degli stessi difetti e per di più in perenne lite fra loro. I cinque decidono di tornare da Mister Moster per risolvere la situazione. Dopo aver rintracciato il luogo in cui sorge la villa, scoprono una leva che evidentemente permette all'abitazione di tornare in superficie; tuttavia, i paperi azionano il meccanismo con troppa forza, con il risultato che l'edificio emerge violentemente dal suolo per schizzare in aria ed esplodere con tutto ciò che contiene, compreso il suo proprietario.

Se Mister Moster non è più in grado di far del male a nessuno, rimane il problema dei due Paperini, che forse solo Archimede Pitagorico può risolvere. Lo scienziato afferma di avere effettivamente un siero che fa scomparire tutto ciò che è falsificato, ma iniettarlo a un essere vivente non falso comporterebbe la sua mummificazione. Prima di procedere alla somministrazione del siero, quindi, è necessario scoprire quale dei due Paperini è il vero.

A questo scopo Archimede ricorre alla sua macchina della verità, sottoponendo entrambi i Paperini a cinque domande. Fra l'altro, sentendosi domandare se hanno avuto la meningite da piccoli, i due rispondono entrambi "no", ma per la macchina uno dei due ha mentito: è proprio quello che ha mentito il vero Paperino, in quanto il duplicato, non essendo mai stato bambino, non ha effettivamente avuto la meningite. Quindi è quest'ultimo che viene fatto scomparire con l'iniezione del siero, e il vero papero può tornare a casa.

Sulla via del ritorno incontrano Gastone, appena dimesso dall'ospedale, che ha ricevuto dallo zio l'incarico di recuperare la borsa con la posta. Indirizzato dalla sua fortuna, Gastone scorge la borsa sul ramo di un albero, e, ancora dolorante, chiede gentilmente al cugino di arrampicarsi in sua vece, promettendogli parte della ricompensa: Paperino rifiuta sdegnosamente e vieta anche ai nipotini di collaborare. Così Gastone riesce, con qualche sforzo, a impossessarsi della borsa, e può tenere la ricompensa tutta per sé: il dollaro contenuto nella busta in realtà è preziosissimo - si tratta di un prototipo emesso addirittura da Cristoforo Colombo - e la percentuale del 5% promessa da Paperone è molto più cospicua dei cinque centesimi che credeva Paperino. I nipotini non possono fare a meno di chiedersi se in fin dei conti non era meglio tenere con sé lo zio Paperino duplicato.

Analisi[]

La storia, pubblicata in quattro puntate, presenta una trama complessa con vari elementi tipici delle sceneggiature di Martina: il rapporto conflittuale fra i vari membri della famiglia dei paperi (Paperino e Paperone, Paperino e Gastone, Paperino e i nipotini - con la situazione limite di questi ultimi inorriditi dall'idea di avere due zii identici con i loro difetti), il complicato sistema di accordi e ricompense che viene chiarito solo alla fine, il ricorso a trovate fin troppo fantasiose (la villa che esplode senza lasciare traccia, il siero che fa magicamente scomparire tutto ciò che è falso) e a motivi da "umorismo nero" che verosimilmente non sarebbero ammessi in storie più recenti (la morte improvvisa di Mister Moster, il pericolo mortale a cui è sottoposto Paperino, e la stessa meningite che si afferma che il papero ebbe da piccolo).

A questi elementi si intrecciano una interessante trama gialla, felicemente introdotta dalla prima tavola che, proponendo misteriosi interrogativi senza soluzione, sembra parodiare la letteratura poliziesca, e il motivo dello scienziato pazzo, molto sfruttato negli anni '50-'60. Rimane forse ancora più impressa nel lettore l'invenzione dei "due Paperini", ognuno dei quali afferma di essere quello vero (e in buona fede, come prova la macchina della verità), tanto raddoppiare con prevedibili effetti le conseguenze del pessimo carattere del personaggio.

Curiosità[]

  • Ciaotselin
    Il commerciante e importatore cinese Ciao Tse Lin, che compare nella storia fra i derubati, possiede una fumeria clandestina d'oppio, dove Paperino si reca per parlargli, e in una vignetta si possono vedere i semi-addormentati frequentatori della fumeria. Realizzare una scena simile, in una storia moderna, sarebbe improponibile per i rigidi Canoni Disney vigenti al giorno d'oggi.
  • La storia, sceneggiata da Guido Martina, può ricordare, per stile, alcune storie di Gottfredson. Inoltre, il doppio Paperino richiama la storia Topolino contro Topolino, sempre di Gottfredson, anche se la trama è completamente differente.

Pubblicazioni[]

Paperino e il misterioso Mister Moster non ha avuto una grande fortuna editoriale, essendo stata pubblicata solo cinque volte in Italia:

All'estero è stata tradotta e pubblicata in cinque paesi, tutti europei (Finlandia, Francia, Germania, Norvegia e Spagna).

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