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  • Paperino e il mantello magico
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Paperino e il mantello magico è una storia scritta da Rodolfo Cimino e disegnata da Giorgio Bordini, pubblicata per la prima volta in Italia il 28 gennaio 1968 su Topolino n° 635.

Trama[]

Paperino tenta come sempre di chiedere un prestito allo Zio Paperone, ma quest'ultimo lo caccia dal Deposito minacciandolo con un fucile, e dandosi alla fuga il giovane papero si scontra con un'auto della polizia danneggiandola, col risultato di dover anche pagare una pesante multa.

Rientrato a casa depresso, Paperino chiede ai nipotini di non disturbarlo e va subito a dormire. Addormentatosi, il papero fa uno strano sogno: trovandosi sotto la pioggia con uno strano ombrello apparentemente sano ma che lascia passare l'acqua, si scusa con una vecchietta per non poterla aiutare a ripararsi, e lei, favorevolmente colpita, decide di regalargli un mantello che dichiara magico. Il mantello, in effetti, permette di volare, e nel sogno Paperino se ne serve subito per umiliare lo zio Paperone, disturbandolo mentre prende il caffè sulla terrazza del Deposito e irridendo il suo tentativo di cannoneggiarlo.

Ormai è mattina, ma Paperino dorme ancora: Qui, Quo e Qua lo sentono ridere nel sonno, e, rassicurati, vanno dal rigattiere Isaia per comprare oggetti a buon mercato da usare nei loro campeggi, fra cui un mantello rosso del tutto simile a quello sognato da Paperino. Al ritorno, il papero finalmente sveglio vede l'indumento e sovrappone il contenuto onirico con la realtà: indossa immediatamente il mantello e, di fronte agli stupefatti nipotini (nonché a Paperone, sopraggiunto proprio in quel momento) tenta di volare giù dal tetto di casa, rimediando una sonora batosta.

Paperone si indigna col nipote, giudicandolo uno squilibrato, e afferma che, pur essendo venuto per concedergli finalmente il prestito, non è più disposto a dargli fiducia. Proprio in quel momento passa una vecchietta del tutto simile a quella del sogno, e, avendo assistito al bisticcio fra zio e nipote, prende in simpatia Paperino e gli chiede se crede alla magia: alla risposta positiva, proprio come nel sogno, gli cede un mantello che dice dotato di virtù magiche.

Effettivamente, la premonizione onirica si realizza e con l'indumento regalato Paperino riesce a librarsi nell'aria. Un primo tentativo di volo radente mira a spaventare i nipotini, che avevano manifestato incredulità di fronte al mal riuscito tentativo di decollo dal tetto; poi però il papero, non ancora in grado di controllare l'oggetto magico, centra il bucato steso ad asciugare da una vicina, e il marito di lei reagisce sparandogli contro a mitraglia.

Paperino torna in casa a farsi curare le ferite, e si dà a rammendare il mantello bucato, che dopo un po' torna come nuovo e ancora in grado di volare. Qui, Quo e Qua vorrebbero che lo zio sfruttasse la situazione per trovare un semplice lavoro, ad esempio un posto di fattorino "volante", ma Paperino preferisce prendersi delle rivalse su Paperone. Così, quando il multimiliardario si reca a un incontro di golf, il nipote, indossando il mantello, lo sfida con una scommessa in denaro e, al momento di effettuare il colpo, centra la pallina più volte rimanendo sospeso in aria finché non la piazza in buca: secondo Paperone il colpo non è valido, ma Paperino insiste sul fatto che nel golf il regolamento proibisce solo di toccare terra, quindi, anche a giudizio del duca assiduo frequentatore del centro sportivo, Paperino si può considerare il vincitore e intasca i dieci dollari scommessi.

Paperino continua a svolazzare qua e là col mantello senza alcun costrutto, finché Paperone, costretto a pagare un conto salato per i suoi viaggi aerei in giro per il mondo, si convince che l'oggetto gli sarebbe molto utile per volare gratis. Così, convocato il nipote, sostiene di voler comprare il mantello per proteggere la sua incolumità, offrendo venti dollari. Paperino ne chiede invece ventimila: dopo una lunga trattativa, il ricco papero accetta e acquista l'oggetto, inaugurandolo subito per un viaggio in Brasile.

Purtroppo per Paperone, la vecchietta riceve un comunicato dall'associazione dei maghi per cui tutti i soci sono tenuti a restituire alla sede vari oggetti magici, fra cui il famoso mantello. Augurandosi che nel frattempo Paperino abbia fatto buon uso del dono, la maga lo riattira a sé con i suoi poteri magici. Paperone si ritrova all'improvviso scoperto mentre sorvola il Mato Grosso, e precipita nella foresta impenetrabile. Molto tempo dopo, rientrato malconcio a Paperopoli, il suo primo pensiero è precipitarsi da Paperino per reclamare indietro i ventimila dollari, con le buone o con le cattive...

Analisi[]

La storia sfrutta un modulo ricorrente nelle sceneggiature di Cimino, l'oggetto magico affidato prima a Paperino e poi sottratto da Paperone, con quest'ultimo che però vede i suoi sforzi vanificati. A differenza però che in altre storie successive[1] il tema non è sviluppato in maniera del tutto coerente; così, se Paperino appare sostanzialmente superficiale in quello che dovrebbe essere un "buon uso" del mantello, Paperone, pur concentrato sul suo interesse, non raggiunge le punte di avidità e di spregevolezza di altre storie: la vicenda finisce sostanzialmente senza né vinti né vincitori, penalizzata anche da un finale piuttosto fiacco.

Tipica delle creazioni di Cimino è anche l'assenza di personaggi ricorrenti dell'Universo dei paperi che non siano Paperino, Paperone e i nipotini, corredata però da un'interessante serie di comprimari occasionali: la vecchietta maga trova una corrispondenza con la figura del "saggio" ben presente nelle storie dello sceneggiatore friulano, e si segnalano anche, fra gli altri, l'affettato duca frequentatore del campo da golf e il rigattiere molto simile a Tobia (che, come lui, incarna lo stereotipo dell'ebreo commerciante anche nel nome).

Pubblicazioni[]

Mantellomagico2

Copertina del n° 1043 degli Albi di Topolino dedicata alla storia.

Paperino e il mantello magico è stata edita cinque volte in Italia:

La storia non ha conosciuto una particolare fortuna sul mercato estero, essendo stata tradotta e pubblicata solo in quattro altri paesi, tutti europei (Francia, Germania, Grecia e Norvegia).

Note[]

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