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Paperino conquistatore vichingo è una storia in costume di Riccardo Secchi e Francesco Guerrini pubblicata in due parti su Topolino 3335.

Trama[]

Prima parte[]

Un corvo menestrello canta le imprese del vichingo Papersvald, indomito sognatore di imprese eroiche.

Paperhonen

Re Paperhonen

Mentre dorme sulla sua amaca, Papersvald viene svegliato dai nipotini perché è stato convocato dallo zio, re Paperhonen, insieme con i cugini Gastonen e Paperogmund. Pur poco convinto, si reca dal re e Paperhonen rivela le sue intenzioni: vuole realizzare altre spedizioni per la conquista di nuove terre e poiché Olaf l'Azzurro, partito con gli uomini migliori, non dà sue notizie da molto tempo, Paperhonen è costretto a ripiegare sui nipoti.

Icugini

I cugini

A seguito di un'estrazione a sorte, a Gastonen è affidato il Meridione, a Paperogmund l'Oriente e a Papersvald l'Occidente, vale a dire acqua salata. Rassegnato, il papero si imbarca sulla nave di Blaaktig con Karl il Marinaio, coi nipotini e il loro Manuale del Tricheco; porta anche con sé il Cristallo del Sole, un amuleto datogli da Harkmed che aiuta a trovare la rotta. Ma Blaaktig ha un suo piano criminale: vuole disfarsi dI Papersvald e dei ragazzi per accumulare ricchezze e divenire erede al trono.

Attaccipiovra

La piovra

Durante la navigazione la compagnia si ritrova tra gli iceberg del polo e cominciano i guai sotto forma di due orsi polari ingolositi dai viveri di scorta. Arrampicati sugli alberi della nave, Papersvald e compagni lasciano entrare gli orsi nella stiva e poi li rinchiudono. Ma le grane non sono finite; un'enorme piovra spunta dal mare e avvolge coi suoi tentacoli l'imbarcazione; Papersvald libera allora gli orsi che aggrediscono la piovra e il terzetto si allontana, tra reciproci morsi e avvinghiamenti.

Finalmente i vichinghi arrivano ad una terra boscosa e gettano l'ancora in una baia, partendo poi in esplorazione del luogo. La terra non è disabitata: si fanno loro incontro i minuscoli Peeweegah, coi tipici copricapi di penne dei nativi americani. Questi accolgono affabilmente i nuovi arrivati, che sono giunti dalla medesima via che percorse Testa Blu, il pacificatore delle tribù delle foreste.

Capopeeweegah

Il capo

Papersvald capisce subito che Testa Blu non può essere che Olaf l'Azzurro e si fa raccontare le sue vicende dal capo Peeweegah: arrivato dal mare sulla canoa-drago, Olaf Testa Blu si costruì un'abitazione e, col suo sorriso disarmante, negoziò la pace tra le varie tribù del posto, prima sempre in disaccordo tra di loro.

Seconda parte[]

Papersvald chiede ancora che fine abbia fatto Testa Blu: viene così a sapere che è salpato coi compagni verso ovest ed ha lasciato una canoa per viaggiare sulla terra, canoa che è custodita nel villaggio fondato dal vichingo. I paperi vanno a vedere la canoa e trovano un carro, inutilizzato data la irregolarità del suolo. Ma anche gli indigeni fecero un regalo a Testa Blu: il metallo giallo per forgiare un copricapo alato. Papersvald decide di visitare la miniera da cui proviene l'oro e parte coi nipotini, con alcune guide Peeweegah e Blaaktig. Il viaggio è lungo e si deve attraversare un passo nevoso; ma i ragazzi approntano alcune paia di sci, sconosciute agli indiani, e giungono in una terra magnifica, che Papersvald vuole offrire alla conquista di Paperhonen. Si torna poi al villaggio e Il capo Peeweegah, grato per gli sci, concede a Papersvald l'utilizzo di parte del territorio. Inciso l'accordo sulla corteccia di un albero, i vichinghi partono per tornare in patria. Durante una tempesta, cercano riparo presso un promontorio, in cima al quale c’è un cumulo di pietre che pare un segnale vichingo. Papersvald lo raggiunge, ma è disturbato da centinaia di pulcinella di mare, irritati per l'invasione del loro territorio.

Olafcimiero

Olaf nasconde il cimiero

Non può quindi scoprire che nel cumulo di pietre si trova il cimiero d'oro di Olaf. La compagnia riparte, ma Blaaktig si ammutina e cerca di prendere il comando; viene fermato e legato, con Karl il Marinaio suo complice, ma la tempesta continua ad infuriare e provoca mal di mare nei paperi. I nipotini allora fanno bollire la corteccia dell'accordo coi Peeweegah per farne un decotto ristoratore. Giungono infine a casa, convinti che otterranno un grande successo. Blaaktig e Karl, per non rischiare, fuggono a nuoto e Papersvald si presenta al re. Ma la corteccia dell'accordo con gli indigeni è ormai inutilizzabile e l'impresa di Papersvald non ha valore e non è neppure credibile. Paperogmund dal canto suo ha portato alla reggia spaghetti e fuochi d'artificio, che fa però esplodere tutti con la sua maldestria. Rimane dunque solo Gastonen che ha portato dal Meridione cibi, manufatti, oggetti d'arte: un ricco bottino che Paperhhonen affida a Papersvald da ripulire.

Olafpace

Gli ozi di Olaf

Qui finisce la storia, ma c'è un colpo di scena finale: Olaf l'Azzurro e i suoi uomini non hanno fatto mai ritorno dalle terre dell'Ovest: si sono sistemati lì a fare la bella vita e non hanno alcuna intenzione di rimettersi in mare.

Analisi[]

La storia di Barks Paperino e il cimiero vichingo, un cult, conta alcune rivisitazioni[1] che ne rappresentano un possibile seguito o, come in questo caso, un antefatto.

Promontorio

Il promontorio

Qui molti particolari d'ambiente sono mutuati dall'episodio originario: ad esempio è chiaramente visibile il promontorio a forma di croce che segnala il luogo dove l'elmo è nascosto, all’interno del cumulo di pietre; nella storia di Barks invece, la roccia, erosa dal mare e dagli agenti atmosferici, ha perso la sua forma originaria.

Pulcinella

Il pulcinella di Barks

I pulcinella di mare sono antenati del pestifero uccello che ha nidificato in cima al cumulo e non vuole cederlo a Paperino. Anche la rotta polare e lo scontro con gli icebergs seguono il tracciato della prima storia e lo stesso elmo alato di Olaf è molto simile in entrambe le vicende. La rivisitazione di Secchi è però meno drammatica dell'originale barksiano: anziché gli avidi e spietati Azure Blu e Sharky, abbiamo due delinquentelli da poco; le ambizioni imperialistiche suscitate dall'elmo diventano più modestamente pretese al trono di un imprecisato territorio scandinavo; la presenza degli alter ego di Paperone, Gastone e Paperoga offrono spunti comici con la riproposizione tradizionale del ricco avaro, del fortunato, del pasticcione, mentre Papersvald/Paperino è sempre l'addetto alle lucidature, quali che siano gli oggetti da lucidare.
Ma ci sono ulteriori dati interessanti: per contaminazione con un'altra linea narrativa, sono presenti in questa storia i Peeweegah (Pikoletos nella traduzione), tribù di minuscoli pellerossa, che compaiono solo una volta in Barks, Paperino nella terra degli Indiani Pigmei, ma hanno un primo séguito in Zio Paperone e la guerra dei wendigo di Don Rosa; inoltre è sottinteso il tema delle scoperte vichinghe anteriori a quella di Colombo, tema trattato in varie altre storie disneyane, tra cui Paperino e le carte perdute di Colombo di Don Rosa, una delle storie ispirate alla prima di Barks, ma anche nell'italiana Topolino e gli enigmi del tempo, nella quale compare per la prima volta (in realtà la terza) la Macchina del tempo. Un'umoristica trattazione dello stesso tema si trova in Il Vichingo che scoprì l'America della serie I mercoledì di Pippo: qui il vichingo Thorpipp giunge in America, ma decide di non vantarsi della sua scoperta per non dare un dolore a un certo Piccione che, secondo la profezia di uno stregone, riscoprirà la terra. Un altro possibile ricordo barksiano è l'enorme piovra, simile a quella in Paperino e il fantasma della grotta.

Menestrello

Il menestrello

Il menestrello commenta nei cartigli le fasi della storia e canta le imprese del papero, attribuendogli definizioni coerenti con le situazioni (Papersvald il conquistatore, il fiducioso, il distratto…); si accompagna con una Tagelharpa -correttamente riprodotta nel disegno- per rinviare alla fase antica dell'epica scandinava e delle tradizioni dei cantori. Altri menestrelli compaiono nelle storie Disney, ad esempio ne Le Fantaleggende. Infine, come spiega Guerrini commentando la storia sulle pagine del Topolino che la pubblica, il Cristallo del Sole era effettivamente utilizzato dai vichinghi come bussola e il carro, la canoa con le gambe, riproduce un reperto, il Carro Oseberg, conservato nel Museo della Nave Vichinga di Oslo.

Pubblicazione italiana[]

Note[]

  1. cfr. pagina della storia di Barks