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  • Minnie Mouse – Il Segreto di Zia Miranda
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Minnie Mouse - Il Segreto di Zia Miranda è una storia sceneggiata e disegnata da Bernard Cosey per la pubblicazione francese Disney by Glénat del novembre 2019, uscita successivamente nella serie Disney Collection nel dicembre 2022.

Trama[]

Mentre la radio annuncia perdurante maltempo, Minni è angustiata dalla scelta dei regali di Natale, scelta resa più difficile dalle molte fatture che attendono di essere pagate. Ma insieme con le fatture, nella casella della posta c'è una lettera da San Soledad, inaspettatamente giunta da zia Miranda. L'anziana donna, centoquattro anni, non ricorda il nome della nipote, ma le scrive per informarla dellla novità: si è trasferita definitivamente in un luogo dal clima mite, abbandonando le fredde e ventose montagne e rinunciando alle sue ricerche. Ha pertanto venduto la sua casa di Yellow Rock con tutto il suo contenuto e la proprietà passerà di mano il primo gennaio. Minni si abbandona ai ricordi della zia, delle sue imprese di esploratrice e delle ore passate insieme. Ad un tratto però rammenta un taccuino nero e decide di recuperarlo prima che tutto vada perso.

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Còlta dalla frenesia del viaggio, inizia a riempire un voluminoso baule, non dà quasi ascolto a Clarabella, passata a salutarla, ed è anche restia a rivelare l'oggetto del suo interesse, definendolo «scartoffie» e considerandolo un segreto di famiglia. L'amica si allontana rattristata e preoccupata perché Yellow Rock è un luogo disagevole; nel frattempo Minni trova un'altra lettera della zia, che le dice di avere qualcos'altro di importante da comunicarle, ma che non lo rammenta più.
Recuperato il suo vecchio sidecar, la ragazza vi carica il baule e parte sotto la pioggia, che poco dopo diventa neve. In mezzo alla tempesta, Minni trova riparo sotto un albero, impaurita dalla solitudine e dal fatto di trovarsi nel territorio del leggendario Bigfoot, e per farsi coraggio parla ad alta voce: al sentire il nome del bigfoot, Clarabella balza terrorizzata fuori dal baule dove si era nascosta per non lasciare sola l'amica.
Minni è felice e le due si avviano verso Yellow Rock.

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Il paese, una volta importante per la corsa all'oro, è quasi deserto, molti esercizi commerciali hanno chiuso e l'unico posto dove passare la notte è la Dick Digger's Mine Inn, il cui proprietario scherza sulla presenza del bigfoot, peraltro ricercato da un laboratorio farmacologico, e riconosce Minni come la nipote di zia Miranda. La zia -spiega poi Minni a Clarabella- di ritorno da una spedizione sull'Himalaya aveva tentato di dimostrare l'esistenza dello yeti e poi del bigfoot, ma era sempre stata snobbata dal mondo scientifico. In ogni caso, il misterioso essere non deve divenire cavia per esperimenti pseudo scientifici.
La mattina dopo le amiche riprendono il cammino verso la casa di zia Miranda, ma il sidecar non riesce ad avanzare nella neve alta e le due sono costrette a spingerlo. Compare all'improvviso Pietro Gambadilegno, cercatore d'oro, che si fa beffa delle fanciulle e le invita a non cercare l'oro della montagna; Minni replica che non è quello lo scopo della loro venuta e Pietro si allontana infastidito. Clarabella si è convinta che il segreto siano dei titoli di borsa, poiché Minni ha parlato di scartoffie. Minni nega e inizia a gridare frasi rivolte a Gambadilegno che provocano un'eco: prima «la montagna è di tutti!», poi «silenzio pancione!».
Dopo altro girovagare, Minni ritrova la strada e finalmente compare la villa, costruita tra i tronchi degli alberi e quasi tutta ricoperta di neve. L'interno è polveroso ma Minni si mette alacremente all'opera per riportare un po' di ordine. Ad una parete è appesa la fotografia dello yeti scattata dalla zia durante la sua spedizione in Tibet.

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Le ragazze preparano il tè e Clarabella, per stabilizzare un traballante tavolino, utilizza un libretto nero, un ricettario: è il taccuino che Minni voleva recuperare e per cui ha affrontato, e fatto affrontare all'amica, tanti disagi e pericoli. Clarabella è indignata, perché si aspettava che le ricerche di Minni riguardassero oggetti di valore più elevato e se ne va sbattendo la porta; Minni si mette a cucinare e poco dopo uno spaventoso yeti entra nella casa, ma si tratta ancora di Clarabella, che aveva trovato il costume in un ripostiglio. Dunque l'esistenza della mitica creatura sarebbe una falsificazione della zia? Le ragazze vanno a dormire con questo dubbio e la mattina dopo hanno un' inquietante sorpresa: la snowcake preparata da Minni e messa a raffreddare sul davanzale è sparita, mentre nella neve compaiono enormi orme di piedi. Clarabella è impressionata, ma l'amica vuole scoprire la verità e le due si mettono in cammino con le ciaspole nella neve; Clarabella si attarda e rischia di venire travolta da una valanga, ma qualcuno la salva, sollevandola sul ramo di un albero e questo qualcuno odorava di snowcake. Minni ritrova poi il diario della zia dove, in una nota di due mesi prima, la donna parla di un furto di snowcake e di orme comparse davanti a casa e che non portano a nulla. Clarabella però è febbricitante a causa del raffreddore e Minni si reca all'emporio per acquistare qualche medicamento. Il proprietario ha ancora delle fotografie portate a sviluppare tre mesi prima da zia Miranda e mai ritirate; in una di queste compare di spalle una strana figura. Gambadilegno, sopraggiunto in quel momento, vede l'immagine e la reputa una sagoma di bigfoot, ma Minni lo affronta con veemenza e si porta via le foto. Il ritorno nella tempesta è difficile, la visuale è minima e la ragazza cade in una buca, dove c'è qualcun altro, forse un orso.

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Quando fa giorno e la piccola caverna si illumina, il suo abitante si rivela essere un piccolo bigfoot (BB, Baby Bigfoot, lo chiama Minni), che fugge via spaventato. Tornata a casa, Minni trova Clarabella risanata e intenta a cucinare una snowcake e poco dopo alla loro porta compare il bigfoot bambino, attratto dalla torta. Il piccolo viene accolto in casa e divora il dolce, poi si addormenta e Minni nota delle piccole ventose sulle sue mani e sui suoi piedi. Ma sulle sue tracce c'è Gambadilegno, munito di una gabbia, che ha intuito dalle piccole orme l'esistenza del cucciolo e pensa di consegnarlo al laboratorio farmacologico che lo pagherebbe bene. Si fa ricevere dalle due amiche, che nel frattempo hanno provveduto a nascondere tra vari peluches il loro protetto; inutilmente però: Pietro non si fa ingannare, chiude le ragazze in cucina, rapisce il piccolo e fugge su una slitta a motore. La forzuta Minni sfonda a calci la porta e con Clarabella travestita nuovamente da bigfoot dà la caccia al rapitore.

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Gambadilegno vede il falso bigfoot e lo fa entrare nella gabbia con il vero, ma arriva Minni e si mette alla guida della slitta abbandonando Pietro nella neve. Tornate a casa, rifocillano il cucciolo, ma dalla foresta si sente un richiamo: sono altri bigfoot che vogliono riunirsi al piccolo.

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Le due amiche lo lasciano libero, ma lo seguono e vedono che si arrampica con le sue ventose su una cascata ghiacciata, la stessa presso la quale da bambina MInni si fermava con la zia per un picnic. Ora in cima alla cascata altre creature della sua specie danno un caloroso benvenuto al bambino. Intanto, nel bosco, un bigfoot si presenta minacciosamente a Pietro che è ancora alla ricerca del cucciolo.
Minni e Clarabella si stanno facendo strada verso la villa, quando all'improvviso compaiono dinanzi a loro Topolino, Pippo, Pluto e Orazio, indirizzati a Yellow Rock da un appunto sulla porta di Clarabella e accorsi preoccupati per la loro incolumità. La compagnia riunita festeggia a tavola con una snowcake mentre Gambadilegno è sempre inseguito dal poco amichevole bigfoot.

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La storia ha un post scriptum: Minni, Pluto e Topolino vanno a San Soledad a trovare zia Miranda e a presentarle la tesi di laurea che Minni ha svolto sui bigfoot e che l'università di Burbank ha pubblicato. Minni poi svela la ricetta della snowcake, ma mai rivelerà il luogo dove vivono le creature, il cui linguaggio ha imparato a comprendere, interpretando i suoni emessi dal piccolo più o meno come «vivendo nascosti viviamo felici».

Analisi[]

La storia, come molte altre nella Disney Collection, è ambientata negli anni Trenta: lo testimoniano automobili, abiti, arredi, la pompa della benzina e una foto a casa di Minni che ritrae Topolino fischiettante in un famoso fotogramma di Steamboat Willie.

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Digger e Luke

I riferimenti sono numerosi in tutto il fumetto: il nome della locanda di Yellow Rock, Dick Digger's Mine Inn, è un rimando a un personaggio delle prime storie di Lucky Luke[1], il minatore Dick Diggers che trova un ricco filone d'oro; la corsa all'oro è ricordata pure nelle insegne dei locali chiusi a Yellow Rock: Mother Lode (la vena aurifera più importante in una zona estrattiva)[2], Golden Glow e Gold Nugget. Anche il toponimo Yellow Rock può riferirsi a un film di Nick Vallelonga del 2011[3], anche se le tematiche sono differenti.

Pe quanto riguarda il bigfoot, il titolo della tesi di Minni, Homo sapiens cognatus, dove cognatus significa apparentato, è il termine realmente proposto per classificarlo scientificamente, anche se la base scientifica dell'attribuzione va presa con cautela[4]. In ogni caso, la strana creatura entra spesso nei fumetti [5] ed esercita sempre una certa fascinazione nell'immaginario collettivo. L'Università di Burbank, in realtà inesistente, è però un omaggio al quartier generale dei Disney Studios, a cui è dedicato il precedente volume di Cosey, Una misteriosa melodia. Numerose altre citazioni, o autocitazioni, si possono trovare sul sito The world of Bernard Cosey[6], compresa un'ipotesi sul nome della relatrice della tesi di Minni, certa Juliet C. Lucy: "a ‘Juliette chante Lucy’ on a website called ‘Chroniques du Yéti‘"[7].

Il racconto tocca quindi argomenti di antropologia e di storia, ma accenna anche alla spinosa tematica della sperimentazione animale e mette in scena pure il rapimento di un bambino; non manca però di presentare i forti vincoli di amicizia esistenti tra i personaggi e il rapporto di fiducia che si crea tra individui di specie differenti. Nell'ultima pagina, la traduzione delle frasi del cucciolo bigfoot «vivendo nascosti viviamo felici» sembra riecheggiare la massima epicurea del Λάθε βιώσας[8], anche se qui la necessità del nascondersi non è filosofica, ma pratica, per salvaguardare la pace e la sicurezza della piccola tribù.

Se si considera l'aspetto grafico della storia, esso presenta la caratteristica di una colorazione particolare, già notata in Una misteriosa melodia, ma qui molto accentuata: le vignette tendono alla monocromia, sviluppando ciascuna le varie tonalità di ocra, giallo e azzurro, con rare introduzioni di altri colori (la gonna rosa di Minni ad esempio). Anche tagli, inquadrature e prospettive sono rese con grande originalità e alternano a vasti spazi vuoti coperti di neve bianca scene particolareggiate di interni.

Curiosità[]

Minni sembra raccontare qualcosa della sua famiglia d'origine; dice infatti a Clarabella: "La mamma aveva un senso dell'umorismo tutto suo. La sua battuta preferita era che il suo più grande rimpianto nella vita era di non avere mai avuto figli. Cosa che aveva l'effetto di far arrabbiare i miei 27 fratelli e sorelle". L'affermazione è quantomeno strana, ma si adatta a una vicenda in bilico tra realtà e stravaganza.

Principali Pubblicazioni italiane[]

Note[]