- Le straordinarie avventure di Paperino Girandola
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- "Il nome di Paperino è sempre stato sinonimo di avventura, emozione, intrigo. Ma quando Paperino diventa Girandola, allora anche le sue avventure si trasformano in un fuoco artificiale di casi sbalorditivi da togliere il fiato."
- ―Finale della prima puntata
Le straordinarie avventure di Paperino Girandola è una storia scritta da Guido Martina, disegnata da Pier Lorenzo De Vita e apparsa per la prima volta in tre puntate su Topolino 223-225, dal 25 novembre al 25 dicembre 1959. È una parodia di Viaggi straordinarissimi di Saturnino Farandola di Albert Robida (1879), che a sua volta vi parodiava i romanzi di Jules Verne. Il libro, oggi pressoché dimenticato, conservò una certa popolarità fino agli anni Settanta, quando la RAI ne trasse uno sceneggiato per ragazzi. I due autori, tuttavia, più che all’originale si ispirano alla fortunata versione a fumetti realizzata dallo stesso De Vita per Topolino giornale nel 1938.
Trama[]
Prima puntata[]
Dopo aver letto una vecchia edizione delle Avventure di Saturnino Farandola, putroppo mancante delle pagine con la conclusione, Paperone è partito, a bordo del veliero Bella Leocadia, alla ricerca del tesoro appartenuto all’avventuriero. Lo accompagnano Qui, Quo e Qua e Paperino, quest’ultimo talmente suggestionato dalle vicende del romanzo da aver assunto il soprannome di Paperino Girandola.
La prima tappa della spedizione è l’Isola Misteriosa, nell’Oceano Pacifico, dove Saturnino regnò su una tribù di oranghi e conobbe il capitano Nemo. La notte dello sbarco, Paperino, addormentatosi su una grande testuggine, è portato dall’animale al villaggio delle scimmie. Lì, scambiato per un discendente di Saturnino, è prima acclamato come re, e poi tenuto prigioniero quando tenta di fuggire. Paperone e i nipotini riescono a liberarlo, ma gli oranghi non sono disposti a rinunciare così facilmente al loro sovrano.
Dopo un’aspra battaglia alle pendici di un monte i paperi, ormai circondati dalle scimmie e bersagliati con acqua bollente, si rifugiano in una grotta. Seguendo il corso di un fiume sotterraneo, arrivano a un lago,dove è ormeggiato il Nautilus, il sommergibile del capitano Nemo. Anche se i suoi macchinari sono arrugginiti e inutilizzabili, dentro, come Qui, Quo e Qua ricordano di aver letto in Ventimila leghe sotto i mari, vi sono ancora gli scafandri da palombaro del capitano. Indossandoli, i paperi riescono ad andare dalla grotta al mare aperto e a tornare alla Leocadia.
Paperino, però, rimane indietro ed è inghiottito da una balena. Paperone, sfruttando la sua vecchia esperienza come baleniere, arpiona il cetaceo, che trascina la Leocadia per un giorno intero prima di spiaggiarsi sulle coste dell’Australia.
Paperino è tratto in salvo, incolume, ma subito i paperi sono arrestati dalla polizia locale per caccia alla balena di frodo e sbarco clandestino. Poiché Paperone rifiuta ostinatamente di pagare i tremila dollari di multa, il tribunale li condanna a tre mesi di lavori forzati in un allevamento di canguri,
Seconda puntata.[]
Qui, Quo e Qua trovano il modo per fuggire: provocando i canguri, fanno sì che abbattano la palizzata dell’allevamento a calci e pugni. Paperino convince zio e nipoti a cavalcare i marsupiali in fuga, che li dovrebbero condurre al sicuro nella foresta, ma questi si dirigono invece verso lo zoo cittadino. I paperi sono di nuovo arrestati, e questa volta condannati a tre mesi di carcere.
Il giorno dopo, però, un ammiratore anonimo paga i tremila dollari di multa, e fa portare i paperi a bordo della Leocadia. Il misterioso filantropo è in realtà il capo della Banda Bassotti australiana (composta in gran parte da cinesi). I paperi sono di nuovo prigionieri sulla loro stessa nave e minacciati di tortura se Paperone non rivelerà il motivo del suo viaggio agli antipodi. A salvare la situazione sono di nuovo Qui, Quo e Qua che, imitando i metodi usati da Saturnino Farandola nel romanzo, riescono a rubare le chiavi ai due cinesi sordomuti che li sorvegliano e a fuggire con i due zii.
Paperone decide di tornare all’isola misteriosa ma, a causa anche della testardaggine di Paperino nel seguire la rotta sbagliata, il canotto approda invece in Sudamerica, nel territorio del Paparagua.Lì, su un ponte, i paperi incontrano Fileas Fogg e Passepartout terzi, nipoti dei personaggi di Verne, e hanno con loro uno scontro per decidere chi deve passare per primo. Fogg finisce in acqua, e reagisce sfidando Paperone e Paperino a duello; le armi saranno due cannoni, installati su due locomotive che corrono l’una contro l’altra sullo stesso binario.
Qui, Quo e Qua, manovrando gli scambi, fanno sì che le due locomotive non si incontrino, quindi sia Paperone che Fogg si dichiarano vincitori. La disputa si ingigantisce fino a provocare una guerra fra il Paparagua del Nord e quello del Sud. Paperone e Paperino sono nominati comandanti dell’esercito sudista.
Terza puntata[]
Poiché i nordisti sono in netta superiorità numerica, Paperino e i nipotini escogitano una strategia non ortodossa per sconfiggerli: narcotizzarli con bombe al cloroformio gettate da un pallone areostatico trainato da un carro armato, e su cui si trova anche Paperone. Il piano riesce ma una raffica di mitraglia, sparata da Fileas Fogg, taglia il cavo che teneva legato il pallone.
L’aerostato è trascinato dal vento sull’Oceano Pacifico, finché non sorvola la Leocadia. Con le bombe al cloroformio rimaste, i paperi sconfiggono i Bassotti. Paperino guida il recuperato veliero fino a Le Havre, dove, Saturnino era approdato al termine delle sue peregrinazioni, come risulta dal romanzo completo, che Qui, Quo e Qua si sono procurati.
Proprio quando la nave è ormai in vista del porto, l’improvvisato comandante, in un attimo di distrazione, la fa affondare; i paperi sono costretti di nuovo ad usare gli scafandri del capitano Nemo per raggiungere la costa. Sul fondo del mare, Paperone, mentre insegue furente Paperino, trova il relitto della Bella Leocadia originale, appartenuta a Saturnino; a bordo si trova il tesoro, che è facilmente recuperato. Mentre i loro zii esultano per il successo, Qui, Quo e Qua osservano che si sarebbero tutti risparmiati un sacco di problemi, se Paperone avesse comprato da subito una copia nuova del libro.
Curiosità[]
- Paperone qui afferma di aver guadagnato il suo primo milione nel 1860 dando la caccia alle balene, per cui nel 1959 (esplicitamente indicato come l’anno in cui si svolge la storia) dovrebbe avere perlomeno 120 anni!
- Paperino, teoricamente l’eroe della storia, è in realtà messo in ombra da Paperone e soprattutto dai nipotini, che tolgono regolarmente i due zii dai guai in cui si sono ficcati.
Edizioni italiane[]
- Topolino (libretto) 223-225 (1959)
- I Classici di Walt Disney (prima serie) 11 - I Classici di Paperino (1963)
- I Classici di Walt Disney (seconda serie) 17 - I classici di Paperino (1978)
- Le grandi parodie (Disney) 33 - Le straordinarie avventure di Paperino Girandola (1995)
- Super Disney 16 - TOP 1959 (2000)
- I Classici della Letteratura 16 - Paperino e il Conte di Montecristo (2006)
- I Classici della Letteratura (2a edizione) 5 - Paperino e il conte di Montecristo (2013)
- I Grandi Classici Disney 330 (2014)
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