- L'invasore di Forte Paperopoli
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- "E così i due più grandi uomini dei loro giorni si incontrarono (o si scontrarono) in una lotta testa a testa! Chi avrebbe ceduto per primo? Quello che l'aveva fatta giusta o quella che l'avrebbe giocata giusta?"
- ―Scontro tra Theodore Roosevelt e Paperon de' Paperoni.
L'invasore di Forte Paperopoli è il decimo capitolo della Saga di Paperon de' Paperoni, scritto e disegnato da Don Rosa e pubblicato per la prima volta in Danimarca il 7 marzo 1994. L'avventura è ambientata a Paperopoli, quando Paperone prese finalmente possesso della Collina Ammazzamotori.
Trama[]
Paperone, Matilda e Ortensia giunsero nel 1902 a Paperopoli, un modesto paesino dello stato del Calisota. Paperone aveva deciso di stabilire la sede del suo futuro impero finanziario, costruendo il suo deposito sulla Collina Ammazzamuli, che aveva acquistato nel Klondike da Casey Coot, sulla quale sorgeva il fatiscente Forte Paperopoli, sede della milizia delle marmotte. La macchina di Paperone non riuscì a salire la collina (che nel ricordo di quell'evento verrà ribattezzata Ammazzamotori) e precipitò giù, nei campi della famiglia Duck, che viveva lì vicino. Fu in quel momento che Ortensia iniziò a litigare con Quackmore Duck, prima che i due si fermassero, fissandosi negli occhi inebetiti: tra i due era scoppiato l'amore.
Dopo ciò Paperone salì a piedi verso il forte e sfrattò le Giovani marmotte che, credendolo un usurpatore, avvisarono le autorità, compreso il presidente Theodore Roosevelt che, pensando fosse minacciata la sicurezza della nazione, decise di intervenire di persona.
Nel frattempo, Paperone e sorelle risalirono il fiume Tulebug a bordo di una zattera con gli otto barili contenenti il suo denaro. Si fermarono a chiedere informazioni agli occupanti di una baracca isolata, che si rivelarono essere Capitan Bassotto e figli che, riconosciuto Paperone, decisero di dirigersi verso Forte Paperopoli. Raggiunto il vecchio Forte, dimora temporanea di Paperone, e trovati gli otto barili, sopraffecero i de' Paperoni.
Improvvisamente il Forte venne attaccato dall'esercito degli Stati Uniti e in una splendida tavola Don Rosa presenta l'apocalittica scena dell'arrivo dei militari, dei Marines, delle Giovani Marmotte e del Presidente degli Stati Uniti, a capo della Cavalleria, pronti ad assaltare il Forte. Paperone, però, era deciso a resistere all'assedio fino all'ultima trave e aiutato da Ortensia, respinse gli attaccanti e lo scontro si ridusse ad una sfida personale tra Roosevelt e Paperone. Quando i due combattenti si riconobbero, terminò lo scontro e si trascorsero una stupenda serata con una frugale cena a base di salsiccia attorno al fuoco, rievocando le loro vecchie avventure.
Dopo alcuni mesi sorse l'imponente Deposito, primo vero edificio commerciale di Paperopoli, che si avvierà, con Paperone, ad una progressiva industrializzazione.
Fonti barksiane[]
Le fonti barksiane utilizzate da Don Rosa per la stesura di questo capitolo sono:
- Paperino e il nascondiglio nascosto (1959) per il riferimento alla Foresta Nera.
- Zio Paperone e i guai del progresso (1956) per il riferimento al fiume Tulebug e all'esistenza del Forte.
- Zio Paperone e le macchine antiche (1961) per i riferimenti alla Rolls-Regal, l'auto usata da Paperone.
- Paperino e il falco nella quale viene menzionato Eider Duck, considerato da Don Rosa uno dei figli di Nonna Papera nonché padre di Paperoga.
- Zio Paperone e il pozzo dei dollari (1958) per l'informazione che il Deposito sorge laddove un tempo vi era Forte Paperopoli.
D.U.C.K.[]
La Saga, interamente dedicata a Carl Barks presenta all'inizio di ogni capitolo, nascosta, la sigla D.U.C.K. (papero in inglese), acronimo di Dedicated to Uncle Carl by Keno tradotto in italiano Dedicato allo Zio Carl da Keno (Keno è il secondo nome di Don Rosa).
In questa storia l'acronimo compare nella cornice del biglietto amoroso di Ortensia e Quackmore, nella cover, invece appare in una mazzetta di banconote in basso vicino ai piedi di Paperone.
Curiosità[]
- Ad un certo punto, Paperone pronuncia la frase "Mi sono fatto strada attraverso una parete di carne umana tirandomi dietro la canoa": la stessa cosa verrà pronunciata da suo nipote in I magnifici sette (meno quattro) Caballeros.
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Paperino... da Paperopoli a Lillehammer | marzo 1994 | Il cuore dell'impero |