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  • Il ritratto di Zio Paperone
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"Se questo ritratto dovesse rappresentare il tuo animo, raffigurerebbe un mostro! Riflettici Paperone… prima che sia troppo tardi!"
Nonna Papera a Paperone

Il ritratto di Zio Paperone è una storia di Caterina Mognato e Valerio Held, pubblicata per la prima volta in due parti sul numero 2116 di Topolino nel giugno 1996.

Trama[]

Prima parte[]

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Paperone è alle prese con la gestione delle sue finanze: un incalzare di acquisti e cessioni in borsa, calcoli di spese e ricavi, operai in sciopero, al punto che lo zione resta inviluppato nei cavi dei vari telefoni che sta usando contemporaneamente. Arriva Battista a liberarlo e gli annuncia che il rubinetto ha ripreso a gocciolare, ma il principale si rifiuta d chiamare un costoso -a suo parere- idraulico e sfoga col malcapitato maggiordomo la sua tensione e il suo affaticamento. Poco dopo arriva il pittore Van Gray, venuto per ritrarre il miliardario, e anche con lui Paperone è sgarbato e insopportabile. I due si recano nella galleria dei ritratti degli antenati e lo zione mostra ciò che gli serve: un nobile ritratto, un quadro vero e non una fotografia. Ma il taccagno lesina anche sui materiali e vuole che il pittore ricicli un vecchio dipinto di paesaggi.

Van Gray è indignato, ma in quel momento arriva la notizia di una nuova tassa sul suolo edificabile di Paperone: questi, furioso, si precipita al cantiere su cui la tassa si applicherà e vi trascina a forza anche il pittore, perché non perda tempo. Al cantiere, il papero osserva il progetto e trova che ci sia troppo spazio inutile: elimina quindi vialetti, alberi e panchine e opta per case sviluppate in altezza in modo da ridurre al minimo l'impatto della tassa. Mentre sta litigando con gli architetti, lo zione riceve una telefonata da Nonna Papera che gli ricorda la raccolta delle albicocche cui ha invitato tutta la famiglia; la Nonna riceve però una scorbutica risposta che la esaspera.

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Al rientro al deposito Paperone incrocia la manifestazione dei suoi operai della PDP auto, che sono sati licenziati e sostituiti da robot, come ordinato dal principale. Quando gli operai vedono la limousine del papero, la inseguono costringendo Battista a una rapida fuga, durante la quale danneggia le sospensioni dell'auto. Nuova sgradevole scenata dello zione, ma questa volta Battista, esauritasi la sua pazienza, si autosospende dall'incarico e abbandona auto, Paperone e Van Gray, che sta sempre dipingendo, al loro destino.

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Così Paperino, beatamente addormentato sull'amaca, viene svegliato e costretto a prendere il posto del maggiordomo. Con indosso un'elegante livrea, il nipote al deposito serve aranciata e pane raffermo allo zio; vede Van Gray che sta dipingendo e, per dare un'occhiata al quadro, inciampa e rovescia tutto addosso a Paperone. Si scatena l'ira incontenibile del riccone che impreca contro tutto e tutti; quando poi dà uno sguardo al quadro, si inviperisce ulteriormente perché in esso sono dipinti tre Paperoni e non uno solo: ma, spiega Van Gray, se il soggetto non sta mai fermo, è impossibile ritrarlo sotto un unico aspetto. Allora lo zione fa travestire Paperino da se stesso e lo fa mettere in posa, mentre il reale Paperone si occupa dei suoi affari e minaccia il pittore di detrarre dal compenso un dollaro per ogni ora di ritardo nella consegna del dipinto finito. Finalmente l'opera è conclusa e viene presentata alla famiglia ma, nonostante i parenti la apprezzino e la commentino -Qui, Quo e Qua notano subito la somiglianza con Paperino, Nonna Papera vi vede invece riflessa la spilorceria del soggetto- Paperone ancora non è contento. Offre poi un rinfresco di sola acqua di rubinetto pensando di arricchirlo con le torte che solitamente la Nonna porta con sé ma questa volta, offesa, non ha portato nulla. Paperone chiede allora a Paperino di prendere le tre noci e le cinque prugne secche rimaste in dispensa, ma anche quelle sono sparite e il nipote viene accusato del furto. A quel punto Paperino chiama i nipotini e se ne torna a casa.

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Van Gray chiede il suo compenso, Paperone fa i conti a modo suo e da questi risulta che deve essere il pittore a corrispondere al taccagno due dollari e mezzo. Anche Van Gray e Paperina se ne vanno indignati; restata sola con lui, Nonna Papera lo rimprovera aspramente per la sua meschinità e lo invita a ravvedersi, ma Paperone ormai non ascolta altro che la voce del proprio egoismo.


Seconda parte[]

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I rimproveri della Nonna tuttavia hanno lasciato un seme e Paperone è visitato nel sonno da incubi orrendi, nei quali vede la sua immagine trasformarsi progressivamente in quella di un mostro. Si sveglia angosciato e. preso dal dubbio, va a vedere il ritratto: il suo sguardo si è incattivito e Paperone comincia a rendersi conto della proprie scorrettezze; gli compare allora davanti l'immagine della coscienza, che gli rinfaccia le sue azioni egoiste e malvagie.

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Lo zione decide allora di ravvedersi e riparare ai torti commessi. In piena notte, sveglia Van Gray e gli consegna la cifra pattuita, accompagnata dalle scuse; poi va da Battista, chiede perdono anche a lui e ammette di averne sentito la mancanza. Così è anche per il fido maggiordomo che, commosso, confessa il furto delle tre noci e cinque prugne, di cui Paperone aveva accusato il nipote. E proprio Paperino è la terza fermata del suo percorso di espiazione. In un primo momento Paperino pensa che lo zio voglia ancora esigere qualcosa, ma Paperone si offre di portare la famiglia da Nonna Papera: ed eccoli tutti a raccogliere albicocche in campagna; finita la raccolta, lo zione regala alla Nonna anche una nutrita scorta di vasetti di vetro per le marmellate. L'improvvisa generosità del miliardario stupisce tutti, ma Paperone spiega come si sia accorto del proprio sgradevole comportamento e come cerchi di migliorare. Alla fine della giornata, allegro come non gli capitava da molto, va a vedere il ritratto. Con suo grande terrore lo trova ancor più losco e repellente. In quel momento arriva una telefonata dalla PDP Auto perché i robot hanno smesso di funzionare; Paperone si reca alla fabbrica con Archimede per risolvere la situazione e si infuria quando gli viene detto che sono stati gli operai a sabotare le macchine. Poi però sospetta che il ritratto sia peggiorato perché manca ancora un risarcimento per gli operai licenziati.

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Il principale allora li fa riassumere tutti con una piccola gratifica e torna a casa speranzoso: ma l'espressione del ritratto è divenuta ancora più truce e il papero si dispera; ripensa poi al suo piano edilizio e alla riduzione degli spazi che aveva imposto. Torna al cantiere e ripristina il progetto originario con ancora più spazi verdi e giochi. Ma anche questo sembra non essere valso a nulla: il ritratto è ormai mostruoso e Paperone ha un tracollo; viene soccorso da Battista, convinto che il padrone sia svenuto perché il quadro è rovinato e così emerge la verità: non i cattivi comportamenti ma la perdita d'acqua -già segnalata dal maggiordomo- sono la causa della degenerazione del dipinto.

Ritr9

L'acqua si è infiltrata nella parete ed ha provocato l'umidità che ha sciolto progressivamente i colori. Battista stacca poi il quadro dalla parete e Paperone lo esamina: toccando la cornice, fa cadere la tela esterna e sotto di essa si rivela un nuovo dipinto: è un Paperello da Messina originale e gli esperti, che lo hanno esaminato con strumenti modernissimi (e persino un radiografia), gli attribuiscono un valore inestimabile!

Così i buoni propositi dello zione hanno dato frutti insperati e la famiglia al completo festeggia. Ma il quadro nuovo può benissimo valere come ritratto e permetterà così a Paperone di risparmiare una nuova commissione.

Analisi e riferimenti[]

Una riedizione della storia è stata inserita nel volume I Classici della letteratura 1 (seconda edizione) insieme con Canto di Natale, parodia di A Christmas Carol di Dickens per la sceneggiatura di Guido Martina, e due altre storie natalizie di Carl Barks, Paperino e il canto di Natale (Inducks CS WDC 64) e Paperino e la fiaba natalizia. Tema condiviso dalle storie (ad eccezione di Paperino e il Canto di Natale che vede il consueto litigio tra il papero e il vicino Jones) sono i pentimenti ed i ravvedimenti, che avvengano a Natale oppure no. In particolare Il ritratto di Zio Paperone riprende un elemento chiave in Dickens/Martina, vale a dire le apparizioni della coscienza paperoniana corrispondenti a quelle degli Spiriti Natalizi.

Ma la storia ha una parentela più stretta con il romanzo di Oscar Wilde Il ritratto di Dorian Gray[1] nelle vicende che riguardano il quadro: Dorian si mantiene giovane e bellissimo negli anni mentre i segni del tempo e della sua vita sciagurata si caricano solo sull'immagine del dipinto. Analogamente Paperone vede divenire l'espressione del suo ritratto sempre più arcigna e crudele e la mette in relazione alle ingiustizie commesse; tuttavia, diversamente da Dorian, riconosce i suoi sbagli e li emenda, mentre il protagonista del romanzo, che si è spinto fino all'omicidio, persevera nelle sue crudeltà.

Nel romanzo di Wilde, alla morte del protagonista, il ritratto riprende le bellissime fattezze della sua prima stesura, mentre sul viso di Dorian si accumulano i segni della vecchiaia e delle scelleratezze; nella storia Disney la metamorfosi del quadro è rappresentata dallo svelamento della seconda tela, un Paperello da Messina di grande valore. Nella opere di Antonello da Messina non si trova un corrispettivo al dipinto disneyano, che sembra più una fusione tra pittura fiamminga e cinquecento italiano (nella storia però gli esperti lo ritengono quattrocentesco), ma l'esito è comunque divertente.

Curiosità[]

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Il pittore Van Gray richiama nel nome il romanzo di Wilde e porta un paio di baffetti ricurvi e sottili come quelli di Salvador Dalì.


Principali pubblicazioni italiane[]

  • Topolino 2116 (1996)
  • I Classici della Letteratura 20 (2006)
  • I Classici della Letteratura (seconda edizione) 1 (2012)
  • Capolavori della Letteratura (terza edizione) 40 (2020)
  • I Classici di Walt Disney (seconda serie) 525 (2021)
  • Raccolta Topolino 157

Note[]

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