- Il papero più ricco del mondo
- Commenti
- "Voi giovani "zucchevuote" dovreste vergognarvi! La qualità della vostra vita dipende da ciò che farete! Gli unici limiti alle avventure sono i limiti della vostra immaginazione"
- ―Paperon de' Paperoni
Il papero più ricco del mondo è il dodicesimo e ultimo capitolo della Saga di Paperon de' Paperoni. La storia, scritta e disegnata interamente da Don Rosa, è strettamente collegata alla storia della prima apparizione di Zio Paperone: Il Natale di Paperino sul monte Orso, infatti il racconto di Don Rosa si inserisce prima dell'ultima tavola di questa storia, prima che i nipoti incontrino Paperon de' Paperoni.
Trama[]
La storia comincia con un lungo approfondimento su Paperon de' Paperoni che viene trasmesso al telegiornale serale. Vengono rievocati i fatti principali della sua avventurosa vita e intervistati i suoi parenti più stretti che affermano di non avere alcun legame col ricco papero, che da anni ha interrotto le comunicazioni con un qualsiasi membro della famiglia. Il servizio si conclude informando i telespettatori del recente ritiro di Paperone dagli affari e del suo ritiro a vita privata in una sfarzosa villa e ormai il Deposito giace abbandonato in cima alla collina.
Nel Natale 1947 Paperone decide di riappacificarsi con la famiglia e, dopo aver assistito alla manifestazione di coraggio mostrata da Paperino e Qui, Quo, Qua il giorno della viglia, li invita a cena nella sua villa.
Paperone, infatti, dopo la cacciata dei suoi familiari, era vissuto da solo, finendo per segregarsi in una lussuosa villa e abbandonarsi ad una lenta e dolorosa fine. Il ricco miliardario, davanti allo scetticismo di Paperino al credere alla sua vita di avventure e difficoltà, conduce i suoi nipoti al Deposito, per mostrare l'eredità che lascerà loro. Con grande stupore di Paperino che credeva che l'edificio fosse solo pieno di libri contabili e che lo zio avesse speso tutto per la villa, il Deposito contiene davvero tre ettari cubici di denaro, per una profondità di 90 metri. Mentre i paperi osservano il denaro, sopraggiungono l'ormai Nonno Capitan Bassotto e nipoti che, chiusi i cinque nel ripostiglio, depredano il deposito. Per la seconda volte Paperone stupisce Paperino sfondando la porta con un piccone, mostrando che gli oggetti e le foto che possiede non sono semplici ricordi di viaggi o crociere per milionari, ma veri e propri cimeli della sua gioventù.
I paperi si lanciano all'inseguimento dei Bassotti che, uno dopo l'altro, vengono atterrati da Paperone. L'ultimo, Capitan Bassotto, che stava fuggendo con la Numero Uno viene atterrato da una palla di neve, "farcita" con la sua Pepita Uovo d'anatra
Entusiasta di quest'avventura e ritrovando improvvisamente la stessa energia e la stessa passione che lo aveva spinto a combattere duramente contro le avversità durante la sua gioventù, Paperone decide di vendere la villa e ricominciare la sua carriera da magnate della finanza, stavolta forte dell'appoggio dei suoi familiari.
Analisi[]
Questo capitolo presenta un salto cronologico di diciasette anni dall'undicesimo e si ricollega perfettamente con l'ingresso del personaggio nel mondo dei Paperi. Barks non aveva volutamente approfondito il suo personaggio perché nelle intenzioni iniziali dell'autore sarebbe dovuto rimanere una semplice comparsa destinato ad apparire in un'unica storia. Nonostante questo limite Don Rosa è riuscito a dare coerenza alla misantropia, all'isolamento e al mistero che caratterizza Paperone nella sua storia d'esordio, nettamente in contrasto con il carattere burbero, ma giusto e corretto che Paperone aveva in gioventù. Persino la villa in cui Paperone abitava prima di trasferirsi al Deposito viene sapientemente giustificata senza alcuna forzatura da Don Rosa.
La rinascita del personaggio avviene anche in un giorno speciale e fortemente carico di significati allegorici: il Natale. Paperone ritorna a essere se stesso: il dinamico, determinato e volitivo ragazzo di Glasgow, come effettivamente accade nel secondo utilizzo che Carl Barks fece del suo personaggio nella storia Paperino e il segreto del vecchio Castello.
La struttura di questo capitolo si ispira al celebre film di Orson Welles, Quarto potere (1941), che si apriva con la parola rosebud (sostituita da Doretta, in una scena pressoché identica) e con il cinegiornale che raccontava, da un punto di vista esterno, la vita del protagonista, magnate della stampa, prigioniero per anni del suo stesso castello.
Fonti barksiane[]
Per approfondire, vedi la voce Il Natale di Paperino sul monte Orso. |
Le fonti barksiane utilizzate da Don Rosa per la stesura di questo capitolo sono:
- Il Natale di Paperino sul monte Orso (1947) storia cui è strettamente legata e ne costituisce un ampliamento. In questa storia Don Rosa si è discostato volutamente dall'aspetto che Barks tratteggiò per il suo personaggio nella storia d'esordio.
- Paperino e il mercoledì nero (1959) per il riferimento al totem che appare riprodotto in un quadro datato 1908 appeso nella villa di Paperone.
D.U.C.K.[]
La Saga, interamente dedicata a Carl Barks presenta all'inizio di ogni capitolo, nascosta, la sigla D.U.C.K. (papero in inglese), acronimo di Dedicated to Uncle Carl by Keno tradotto in italiano Dedicato allo Zio Carl da Keno (Keno è il secondo nome di Don Rosa).
In questa storia compaiono tre acronimi. Due sono nascosti tra i numeri di serie della mazzetta di banconote in alto a destra nella quadrupla d'apertura. La terza in basso a sinistra sotto al ricordo tratto dalla Zio Paperone e la disfida dei dollari nella pagina di chiusura.
Curiosità[]
- Nell'ultima vignetta di pagina 6, il disegnatore ha volutamente aggiunto un "falso colossale", come lo definisce Paperino: è l'ambito premio Will Eisner Comics Industry Award vinto dalla Saga nel 1995. Non si tratta di un'ostentazione vanitosa ma di un omaggio e ringraziamento da parte di Don Rosa verso tutti i suoi collaboratori ed estimatori.
Storia precedente | Il papero più ricco del mondo | Storia successiva |
---|---|---|
Paperino e il genio del compleanno | maggio 1994 | Zio Paperone e il tesoro di Creso |