- Il miliardario di Colle Fosco
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- "Oh, (Paperone) ha ancora un paio di lezioni da imparare, ma un certo "Qualcuno", mi ha assicurato che farà strada! E quel "Qualcuno" è il più importante!"
- ―Piumina O'Drake
Il miliardario di Colle Fosco (titolo originale, The Billionaire of Dismal Downs; altro titolo italiano, Il miliardario di Dismal Downs) è il nono capitolo della Saga di Paperon de' Paperoni. È stato scritto e disegnato da Don Rosa. È ambientato in Scozia, dove Paperone ritorna dopo molti anni di assenza.
Trama[]
Dopo i due anni nello Yukon, alla fine dei quali salda il suo debito con Soapy Slick, Paperone si trasferisce in Canada, dove per quattro anni intraprende l'attività di uomo d'affari, finanziando le imprese dei volenterosi minatori (con i quali divide i guadagni a metà) e lasciando appena il 5% a quei faccendieri che cercano di arricchirsi sfruttando il lavoro degli altri:
- "Io finanzio chi lavora per proprio conto! Il vostro tasso sarà del 95%: il 50% a me, il 45% ai vostri operai!"
- ―Paperon de' Paperoni, Saga di Paperon de' Paperoni
Apre una lunga serie di imprese ed inizia innumerevoli affari, fino a che, nel 1902, non fa ritorno nella natia Scozia, nel villaggio nativo di MacDuich, dove la gente lo accoglie a verdure in faccia, nonostante il vestito elegante. È in questa occasione che indossa per la prima volta la sua famosa palandrana, barattando il suo smoking per 5 sterline.
Dopo essere passato dal cimitero a salutare la madre, Paperone si concede un bagno tra le sue monete, quelle guadagnate con il suo sudore, e raccolte in otto barili trasportati in gran segreto dall'America. L'idea è quella di restare a MacDuich per curare i propri affari: è quindi necessario farsi vedere in giro; incontra, così, il giovane Piva, e Paperone lo incarica di fargli da guida nei Giochi delle Highland: un festival annuale di sport locali e tradizioni antiche.
Equipaggiato con il suo tartan, Paperone si cimenta nelle diverse discipline del lancio del martello della tosatura delle pecore, la pesca, il lancio del tronco, la poesia, il golf (grazie al quale racimola i suoi unici 5 punti: per la tirchieria dimostrata nel recuperare una pallina da golf perduta in una fossa di sabbie mobili).
La pessima prova fornita durante i giochi e l'astio che i suoi compaesani hanno nei suoi confronti, convincono Paperone ad andare via. Egli infatti ormai si sente un estraneo nel suo paese natale, chiuso e tradizionalista, e sente che il suo futuro è negli USA, dove i suoi affari potranno prosperare. Precisamente decide di stabilirsi con la sua famiglia nella Calisota, dove possiede un terreno acquistato dal pioniere Casey Coot, conosciuto a Dawson. Le sorelle sono entusiaste dell'idea di trasferirsi in America, ma il padre Fergus si sente troppo vecchio per un cambiamento così radicale e decide di non accompagnare i tre figli.
Così, salutato il padre e nominato il fidato Piva custode del Castello de' Paperoni, Paperone e le sorelle Matilda e Ortensia partono alla volta di Paperopoli. La loro partenza è salutata da Fergus e Piumina affacciati dalla finestra: in realtà si tratta di fantasmi, in quanto anche Fergus è morto la notte stessa (nella penultima vignetta si intravede il suo cadavere che giace nel letto), e il duca Quaquarone lo accompagna nell'aldilà dove mano nella mano con la moglie potrà conoscere gli altri membri del suo clan.
Analisi[]
Don Rosa nella sua Saga, per renderla il più realistica possibile, elude una delle rigidissime regole dei canone Disney, rappresentando la morte dei suoi personaggi e segnando così l'inesorabile scorrere del tempo. È toccato a Piumina, madre di Paperone, il cui decesso era accennato nell'episodio precedente e allo zio Jake, assente quando Paperone ritorna in Scozia dopo anni di assenza. Se però queste morti sono ancora velate da una sorta di pudore, nelle ultime pagine di questa storia Don Rosa, con maestria e un tocco di vena poetica, rappresenta in maniera commovente la dipartita di Fergus, che si ricongiunge con la moglie e insieme cominciano una nuova e lunga avventura.
In una delle poche battute che Piumina fa in questa storia vi è persino un più o meno esplicito riferimento a Dio, citato come Il Qualcuno più importante, nella nuova traduzione italiana, invece dice che lo sa dalla fonte più attendibile.
Fonti barksiane[]
Le fonti barksiane utilizzate da Don Rosa per la stesura di questo capitolo sono:
- Zio Paperone e la Stella del Polo (1953) per le notizie riguardanti Doretta Doremì e per l'intuizione di Paperone di nascondere la Pepita Uovo d'anatra nella sua concessione mineraria della Valle dell'Agonia Bianca.
- Zio Paperone a nord dello Yukon (1965) per il riferimento a Soapy Slick e alla restituzione di un ingente prestito che gli aveva concesso. Nella storia vi è una striscia ricopiata integralmente da questa storia, in cui è evidente lo stile grafico di Carl Barks.
- Zio Paperone e la disfida dei dollari (1952) per la scena in cui il giovane Paperone è oggetto dell'ostilità degli invidiosi abitanti di Dawson.
- Zio Paperone e il re del fiume d'oro (1958) per la notizia che Paperone dopo aver fatto fortuna era diventato titolare di una banca nello Yukon e la diresse per tre anni.
- Zio Paperone e la corsa all'oro (1964) per l'affermazione di Paperone che, durante la sua permanenza nello Yukon, era stato proprietario di numerose attività commerciali, mettendo così insieme il suo primo miliardo di dollari.
- Zio Paperone e il vello d'oro (1955) per la datazione dell'acquisto della famosa palandrana che in quella storia risale al 1902.
- Paperino e il pezzo da venti (1951) per gli otto barili che contengono il primo miliardo di Paperone.
- Paperino e il segreto del vecchio Castello (1948) per la figura del guardiano del Castello Piva e per i riferimenti al Clan de' Paperoni, a Colle Fosco e al duca Quaquarone.
- Il Clan di Zion Paperone (1960) per le notizie degli antenati di Paperone, il disegno e i colori del tartan di famiglia e sul clan avversario dei Whiskerville.
D.U.C.K.[]
La Saga, interamente dedicata a Carl Barks presenta all'inizio di ogni capitolo, nascosta, la sigla D.U.C.K. (papero in inglese), acronimo di Dedicated to Uncle Carl by Keno tradotto in italiano Dedicato allo Zio Carl da Keno (Keno è il secondo nome di Don Rosa).
In questa storia l'acronimo compare tra le righe della Gazzetta del Klondike che compare nella quadrupla d'apertura. La sigla è vicino all'angolo inferiore sinistro della didascalia iniziale, nella cover, invece, si trova tra le righe del cappello di Piva.
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