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  • Il commissario Basettoni e le ombre del passato
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Il commissario Basettoni e le ombre del passato è una storia di Bruno Sarda ed Enrico Faccini, pubblicata la prima volta nell'ottobre del 1994 ed esplora il passato del commissario Basettoni prima che giungesse a Topolinia.

Trama[]

Topolino e Basettoni, decisi a prendersi una vacanza, decidono di recarsi a Green Town, città natale di quest'ultimo, dalla quale se ne andò quand'era solo un ragazzo. I due alloggiano all'albergo di Bill Cotton, un vecchio amico di Adamo, ma proprio quella sera un misterioso figuro in costume settecentesco ruba un prezioso quadro dalla hall dell'hotel, proclamandosi il Vendicatore.

Deciso a risolvere il mistero, Topolino apprende, con l'aiuto del giornalista Porter, che questo ladro ambisce a vendicare quello che dichiara essere un suo avo, Jim Teller, detto il Pittore Scarlatto a causa della tinta dei suoi abiti: Teller venne allontanato dalla città duecento anni prima con l'accusa di furto, ma non prima di aver lanciato una maledizione su Green Town proclamando che un Teller sarebbe tornato per fare giustizia: infatti Jim era innocente, come venne in seguito dimostrato, e la sua sinistra fama era dettata solo dalla diffidenza dei suoi compaesani e la sua passione per soggetti inquietanti. Secondo Porter e i suoi articoli, il Vendicatore sarebbe arrivato perché i tre fratelli Cotton, Bill, Fred e Jack, hanno ritrovato tre quadri nella soffitta del padre e ritiene che Green Town non li meriti (i quadri hanno un alto valore monetario, dato che moltissimi vennero distrutti con l'esilio dell'autore).

Topolino e Basettoni vanno così a trovare Fred nella sua bottega di antiquario, e proprio lì arriva il Vendicatore, che ruba anche il secondo quadro: Topolino tenta di fermarlo, ma riesce solo a sfilargli uno stivale prima di essere tramortito dal ladro.

Un'ultima imboscata viene tentata a casa di Jack, coltivatore di ciliegie, ma fallisce e il Vendicatore ruba il quadro non visto lasciando scritto sul muro Vendetta compiuta!, lasciando intendere che non sarebbe mai più riapparso. Eppure i due topolinesi lo incrociano un'ultima volta proprio il giorno seguente, in riva al lago mentre cercano funghi, ma riescono solo a vederlo di sfuggita prima che scompaia nel canneto lasciando dietro di sé la sua maschera. Tutti così credono che il Vendicatore sia annegato e i quadri rubati vengono ritrovati in un capanno vicino al canneto.

La storia sembra finita, ma Topolino è ancora scettico e raduna i Cotton insieme per un'ultima serata di spiegazioni: lì elenca vari dettagli che non combaciano, ma che si spiegano se si presume che il Vendicatore non fosse una sola persona, ma più di una a turno, e accusa proprio i tre fratelli, che non se la passano bene dal punto di vista affaristico e vogliono fare un po' di scalmazzo per attirare pubblicità. Nel bel mezzo della ricostruzione, a cui i fratelli si oppongono fortemente, arriva Porter, con un rullino contenente una foto di uno dei fratelli con i quadri al capanno. Il rullino è in realtà vuoto, ma la reazione dei Cotton è abbastanza per non lasciar dubbi sulla loro colpevolezza. Dato che comunque non vi è stato danno per nessuno, Basettoni propone un patto: il loro silenzio in cambio del devolvere in beneficienza il ricavato dei quadri, così Green Town può finalmente pagare il suo centenario debito di coscienza con il Pittore Scarlatto costruendo una scuola a suo nome.

Rimane solo un ultimo mistero da risolvere per il giornalista Porter, che ancora non capisce come mai Basettoni e Topolino non abbiano mai creduto alla storia del Vendicatore, così il commissario, per sdebitarsi, gli racconta un segreto: Jim ebbe effettivamente un figlio, Tom Teller, che tornò a Green Town sotto falso nome per vendicare il padre, ma rinunciò per amore e nessuno seppe mai la verità eccetto i suoi discendenti, che la tramandarono di padre in figlio fino a Basettoni...l'ultimo vero erede del Pittore Scarlatto!

Analisi[]

La storia è un giallo topolinesco con alcuni tratti più noir e usa l'espediente di esplorare il passato di uno dei comprimari di Topolino: in questo caso, il commissario Adamo Basettoni, che torna a casa sua a Green Town e ritrova dei suoi vecchi amici. A differenza di altri misteri di Topolino, in cui la risoluzione del caso è lasciata fuori campo e spiegata solo durante l'arresto dei cattivi, qui numerosi indizi sparsi sullo sfondo e dettagli apparentemente senza utilità menzionati dai personaggi consentono anche al lettore di "partecipare" alla risoluzione, facendosi la propria idea e scovando il colpevole insieme ai protagonisti (per esempio, Basettoni menziona il fatto che Jack fosse un campione di nuoto solo alla fine, ma l'attestato che lo qualifica come tale si può vedere appeso al muro in casa sua a metà storia). La storia contiene anche un uso più calcato dell'idea della morte, in particolare quella violenta, rispetto alle più frequenti apparizioni solo suggerite o edulcorate: non solo il Vendicatore simula la propria, ma Jack Cotton pronuncia effettivamente la parola "annegato".

Curiosità[]

Jim Teller Chernabog

Il demone Chernabog in un quadro del Pittore Scarlatto

  • In una vignetta, si vede Jim Teller ritrarre Chernabog, il demone del classico d'animazione Disney Fantasia.
  • La maledizione di Jim Teller effettivamente si compie, per ben due volte: il nonno di Basettoni, dopo due secoli, riesce finalmente a riabilitare il suo antenato, e Basettoni stesso "punisce" coloro che usavano impropriamente il nome del Pittore Scarlatto.
  • I quadri di Bill e Fred raffigurano rispettivamente una strega e un castello; il quadro di Jack non viene mai mostrato.
  • E' logico supporre che il Vendicatore fosse impersonato più spesso da Jack, in quanto ha il piede più grande ed è sicuramente lui al canneto; quando Topolino sfila lo stivale più piccolo di fronte alla bottega di Fred, per esclusione si tratta di Bill.

Pubblicazioni italiane[]

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