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  • Il carnevale di Paperin Paperone
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Il carnevale di Paperin Paperone è una storia sceneggiata da Guido Martina e disegnata da Romano Scarpa, pubblicata per la prima volta sul numero 6 degli Albi d'Oro del 13 febbraio 1955.

Trama[]

A Paperopoli impazza il carnevale: dopo un'introduzione con Qui, Quo, Qua mascherati uno da cowboy, uno da marziano e uno da corsaro, il lettore può notare due immagini distinte di Paperon de' Paperoni: una che sembra sprizzare allegria da tutti i pori, giocherellando con un gran numero di monete d'oro, e un'altra afflitta dal peso degli affari.

Il vero Paperone è in realtà il secondo in ordine di apparizione: il multimiliardario è totalmente disinteressato ai festeggiamenti di carnevale, ed è nervosissimo perché una nota pasticceria gli ha rifiutato un'importante partita di cioccolatini P.d.P. (effettivamente di qualità discutibile, in quanto fabbricati con polvere di mattoni e burro rancido). Grazie a una felice iniziativa del suo segretario, Paperone è comunque riuscito a contenere il danno rivendendo i dolciumi alla meno nota drogheria Bango.

Il Paperone apparso in precedenza è in realtà Paperino, truccato con basette posticce e vestito come lo zio per i festeggiamenti di Carnevale. Il papero ha completato il suo travestimento con una quantità di monete d'oro che porta con sé: in realtà si tratta proprio dei cioccolatini avariati a cui si riferiva Paperone, confezionati in modo da sembrare monete. Alle perplessità dei nipotini, Paperino afferma di voler vincere il premio per la miglior maschera di Paperopoli e di voler ottenere un po' della fortuna dello Zione mascherandosi come lui; la sorte in effetti sembra assisterlo, in quanto in quel momento gli viene recapitato per posta un plico contenente mille dollari, da parte dei suoi "ammiratori di tutto il mondo". I nipotini, oltre a non approvare il travestimento dello zio, iniziano a litigare fra loro per chi ha il miglior costume. Paperino li ammansisce regalando loro qualche decina di cioccolatini ed esce per partecipare al corso mascherato.

Purtroppo, ai festeggiamenti partecipano anche i Bassotti, sempre in cerca di occasioni propizie per qualche attività truffaldina. Vedendo Paperino mascherato da Paperone, lo scambiano immediatamente per il ricco zio e provvedono a rapirlo, prima facendolo sollevare da terra con dei palloncini, e poi prelevandolo a bordo di un elicottero; in breve il papero è condotto nel covo segreto dei Bassotti, dove viene chiuso in una cella senza cibo. In mancanza d'altro, Paperino si riduce a mangiare i cioccolatini a forma di moneta che ha ancora in tasca, e si procura una grave indigestione. Nel frattempo, i criminali scrivono un messaggio minatorio al segretario di Paperone, chiedendo una tonnellata d'oro come riscatto per il multimiliardario.

Anche Qui, Quo e Qua sono rimasti due giorni a letto per aver abusato dei micidiali cioccolatini; al risveglio, non vedendo più lo zio, si rivolgono a Paperone, che afferma di non saperne nulla e di non essere affatto interessato alla scomparsa del nipote: anzi, il ricco zio mostra ai ragazzini la lettera ricevuta dai Bassotti, e, tranquillizzato dal fatto di non aver niente da temere, li mette alla porta.

Qui, Quo e Qua si rivolgono alla drogheria Bango per comprare una tonnellata di cioccolatini a forma di monete d'oro, sperando di trarre così in inganno i Bassotti e di ottenere la liberazione di Paperino. I paperotti pensano che potranno pagare con il biglietto da mille in possesso dello zio, e chiedono al droghiere di far loro credito:il droghiere accetta, ma per cauzione li obbliga a firmare una dichiarazione.

Nel frattempo i Bassotti si sono accorti che hanno prelevato Paperino mascherato, e per la rabbia sembrano intenzionati a malmenarlo. Tuttavia, al papero cade incidentalmente di tasca il biglietto da mille che aveva ancora con sé; i delinquenti, accontentandosi di impossessarsi della banconota, lasciano libero l'ostaggio. Paperino è costretto a tornare a Paperopoli a piedi, e casualmente incontra Qui, Quo e Qua che hanno accumulato i cioccolatini nel luogo indicato dai Bassotti per il pagamento del riscatto.

Dopo aver sentito il racconto dello zio, i nipotini si affrettano a cercare di recuperare i cioccolatini, ma questi si sono ormai sciolti per il calore del sole. Non potendo più contare sul biglietto da mille, i ragazzini si vedono quindi obbligati a rispettare la dichiarazione firmata al droghiere, che prevede un pesante risarcimento in giorni lavorativi: e Paperino, causa di tutto l'accaduto con la sua idea del travestimento di carnevale, deve scontare la loro collera.

Analisi[]

La storia, sviluppata da Guido Martina sul tema dello scambio fra Paperino e il suo quasi sosia Paperone, comprende alcuni elementi tipici dello sceneggiatore piemontese: il contrasto fra Paperino e il ricco zio (tanto che i due godono ripetutamente l'uno delle disgrazie dell'altro), la caratterizzazione di Qui, Quo, Qua, rappresentati almeno in parte come monelli turbolenti e non come "piccoli adulti", il riferimento a realtà tipicamente italiane - o per lo meno non statunitensi - come il carnevale. Come spesso nelle storie italiane degli anni '40-'50, inoltre, si ricorre a un espediente illogico che confonde il punto di vista dei personaggi con quello dei lettori (il biglietto da mille che Paperino riceve dai suoi "ammiratori di tutto il mondo", presumibilmente i lettori delle pubblicazioni Disney).

Scarpa, nella fase iniziale della sua carriera, disegna per la prima volta i Bassotti e lo fa in modo singolare, dotandoli di mascherine con buchi per gli occhi molto più piccoli del solito. Notevole, comunque, l'effetto comico di uno dei Bassotti che per carnevale appare travestito da Biancaneve.

Pubblicazioni[]

La storia è stata pubblicata sette volte in Italia:

Inoltre è stata tradotta e pubblicata in altri sette paesi, tutti europei (Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia e Olanda), e con sensibile ritardo (mai prima del 2000) rispetto alla data di creazione.

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