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- I paperi e la prestigiosa contro-invenzione
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- "Evadere è ILLEGALE! Torno DENTRO!"
- ―Un Bassotto
I paperi e la prestigiosa contro-invenzione è una storia scritta da Guido Martina e disegnata da Giorgio Cavazzano, pubblicata per la prima volta il 24 luglio 1977 su Topolino n° 1130.
Trama[]
Archimede Pitagorico ritiene che i paperopolesi non siano sufficientemente grintosi e progetta un misterioso congegno per stimolarli. In gran segreto, connette la sua invenzione all'orologio della torre del municipio, in modo che appena scocchino le sei della mattina dopo il meccanismo si azioni automaticamente. Purtroppo per Archimede - che si era sollevato fino all'orologio legato a dei palloncini - la discesa è brusca, e l'inventore finisce privo di sensi in una carriola posizionata accanto a un segnale di sosta vietata.
La mattina alle sei, l'invenzione comincia a far sentire i suoi effetti, ma non esattamente nel modo sperato da Archimede. Paperino si alza in fretta e furia e si mette a pulire la casa, mentre Qui, Quo, Qua si danno con entusiasmo a ripassare le lezioni scolastiche. Zio e nipoti insistono per prepararsi a vicenda la colazione, fino al momento di uscire: i ragazzi corrono di gran lena a scuola e Paperino dai negozianti dei dintorni, per saldare tutti i suoi debiti, ma i commercianti rifiutano cortesemente. Poco dopo, Paperino incontra Zio Paperone, totalmente sfaccendato benché in orario di lavoro, e lo zio invita affabilmente il nipote allo zoo, dove trovano anche Rockerduck. I due miliardari, lungi dal litigare, si fanno complimenti e gentilezze quasi imbarazzanti, e dopo un po' decidono di andare al ristorante con Paperino.
Nel frattempo i Bassotti sono evasi, malgrado i rimorsi di coscienza di uno di loro, e i poliziotti di guardia non fanno nulla per fermarli. I malviventi vedono Paperone, Rockerduck e Paperino diretti al ristorante, ma bloccati da un guasto dell'auto di Paperone, e si offrono spontaneamente di spingere la macchina del multimiliardario, che per riconoscenza invita anche loro al ristorante, scegliendone uno di gran lusso.
Qui, Quo, Qua intanto sono usciti di scuola, dove hanno conseguito numerosi attestati di buona condotta, scorgono Archimede ancora esanime nella carriola, e decidono di spostare il mezzo perché in divieto di sosta. L'inventore rinviene e nota la stranezza del fatto che i ragazzi siano così sensibili a un divieto; quando i paperini gli raccontano che il loro zio si è alzato prestissimo per fare le faccende domestiche ed è poi uscito per saldare i suoi debiti, Archimede capisce che la sua invenzione ha fallito in pieno: anziché conferire più energia ai paperopolesi, li ha resi illimitatamente gentili e accomodanti, cancellando i loro difetti ma anche alterando le loro personalità.
In breve Archimede torna sulla torre civica per distruggere la "contro-invenzione" e gli effetti non tardano a farsi notare: al tavolo del ristorante, Paperone e Rockerduck cominciano subito a insultarsi e a bisticciare; i Bassotti tentano di rapire entrambi i miliardari, ma vengono intercettati dai poliziotti decisi a riportarli in carcere; Qui, Quo e Qua improvvisamente si vergognano dei loro attestati di buona condotta e, desiderosi di non apparire secchioni, prendono a bersagliare i lampioni con dei sassi. Così facendo colpiscono inavvertitamente Paperino, che li insegue deciso a fargliela pagare, a sua volta inseguito dai negozianti suoi creditori, molto meno ben disposti di qualche ora prima. Insomma, Paperopoli è tornata quella di sempre: Archimede prende atto del suo fallimento, ritenendo che tutto sommato sia giusto così.
Analisi[]
Con I paperi e la prestigiosa contro-invenzione Guido Martina fa un po' il verso, più che al mondo Disney, a sé stesso: talvolta accusato di realizzare storie poco educative mettendo in risalto solo i difetti dei personaggi dell'Universo dei paperi, lo sceneggiatore piemontese sfrutta il motivo comico dell'alterazione della personalità - abbastanza sfruttato in altri contesti, ma relativamente raro nei fumetti Disney, in cui tutti i personaggi devono comportarsi secondo schemi noti e riconoscibili - per una vicenda di buon effetto comico, sia nel ribaltamento delle situazioni abituali sia nel successivo, inevitabile ritorno allo status quo[1].
Inoltre, benché si tratti fondamentalmente di una vicenda comica, sembra potersi leggere fra le righe la riflessione che un'eccessiva mitezza può essere perniciosa alla società quanto un'aggressività generalizzata (si pensi ai poliziotti che applicano il principio "vivi e lascia vivere").
Notevoli anche i disegni di un Cavazzano in gran forma, ad esempio nella resa delle espressioni facciali dei personaggi nelle varie trasformazioni caratteriali, o nella tavola finale che vede Archimede rassegnato osservare il consueto tran-tran paperopolese dall'alto.
Pubblicazioni[]
La storia è stata edita cinque volte in Italia:
- Topolino 1130 (1977)
- I Classici di Walt Disney (seconda serie) 100 - Classicissimo 100 (1985)
- I Grandi Classici Disney 102 (1995)
- Paperino Mese 284 (2004)
- I Grandi Classici Disney 275 (2009)
Ma ha forse avuto un miglior successo sul mercato estero, essendo stata tradotta e pubblicata in Brasile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Jugoslavia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia.
Note[]
- ↑ Secondo un'altra interpretazione, Martina intese opporsi polemicamente a una prassi redazionale sempre più condizionata dal "politicamente corretto", che metteva sempre maggiori vincoli agli autori del Topolino dell'epoca: https://disneycomicguide.wordpress.com/i-paperi-e-la-prestigiosa-contro-invenzione-1977/.