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Gli Albi di Topolino è il titolo di una testata Disney a cadenza settimanale, pubblicata dalla Arnoldo Mondadori Editore fra l'8 gennaio 1967 e il 4 aprile 1982.
Caratteristiche[]
Gli Albi di Topolino si intesero come una continuazione degli Albi della Rosa, di cui riprendevano anche la numerazione. Editorialmente si caratterizzavano come una testata più economica e di profilo più basso rispetto a Topolino o all'Almanacco Topolino, comprendendo un numero limitato di pagine (prima 52, poi 36), generalmente una storia lunga e una breve (o una sola lunga, o diverse brevi) e talvolta una o due pagine di giochi o varietà.
Storia[]
La testata voleva essere soprattutto rivolta a un'utenza di giovani e giovanissimi interessati al fumetto Disney, ma orientati al consumo di giornalini "usa e getta" e che in ogni caso non si sarebbero potuti permettere pubblicazioni dal prezzo relativamente alto. In questo senso, per contenere i costi, furono quasi sempre pubblicate storie già edite (generalmente riciclando quelle apparse su Topolino alcuni anni prima) e, fino al n° 1296, con pagine in bianco e nero alternate a quelle a colori. Il numero di pagine, inizialmente fisso a 52, fu ridotto a 36 con il n° 1246 (24 settembre 1978).
Fra il n° 1297 e il 1326 si passò a una pubblicazione degli albi interamente a colori, con sole storie brevi per lo più ambientate in universi Disney estranei a quello dei paperi e a quello dei topi (con protagonisti quali Ezechiele Lupo, Penna Bianca, Lillo, Bambi, gli Aristogatti); evidentemente, in un'epoca di crisi per la testata, la Mondadori intese rivolgerla specificamente a un pubblico di lettori di età infantile, ma l'esperimento non dovette avere molto successo se gli Albi passarono nuovamente a ospitare storie lunghe già col n° 1327 (che ristampava un classico di Rodolfo Cimino, Paperino e la pentola genuina).
Ciò non bastò, tuttavia, perché gli Albi di Topolino si risollevassero dalla crisi di vendite. Evidentemente all'inizio degli anni '80 l'Italia era cambiata, come in generale l'utenza e la ricezione dei fumetti: la fruizione "usa e getta" era ormai anacronistica, e molti appassionati preferivano orientarsi su testate non necessariamente economiche, ma più ricche di storie e più adatte a essere conservate e collezionate grazie al formato più consistente, come I Classici Disney o I Grandi Classici Disney. L'ultimo numero degli Albi vide la luce il 4 aprile 1982, raggiungendo comunque l'onorevole numerazione 1428.
Copertine[]
La veste classica degli Albi, mantenuta per più di otto anni fino al n° 1074 (8 giugno 1975), prevedeva una copertina con in alto la testata del giornalino su fondo giallo (graficamente, la parola "Topolino" del titolo "gli Albi di Topolino" era in lettere maiuscole spesse e variamente inclinate, come nella nota testata maggiore), in alto a sinistra un monogramma composto dalle lettere A e T su fondo nero, con il numero del periodico e il prezzo; la parte centrale e inferiore della copertina era occupata da una vignetta, disegnata da Giuseppe Perego, ispirata alla storia lunga contenuta, e dal titolo della storia stessa.
A partire dal n° 1075 le copertine furono affidate a Marco Rota, e per 100 numeri consecutivi ritrassero un solo personaggio, talvolta in costume o con un abbigliamento inconsueto, senza più legami con le storie contenute nell'albo. Si segnalano in questa fase le serie dedicate ai personaggi alle prese con vari sport, per lo più reinterpretati in chiave comica (dal n° 1111 al 1146) e quelle ispirate alla storia del costume, accompagnate da una didascalia sui dati storici dell'abbigliamento nel mondo reale (dal n° 1147 al 1174).
Dal n° 1175 (15 maggio 1977) le copertine (quasi sempre ancora a opera di Rota, più raramente di Giancarlo Gatti) tornarono a riprodurre una fase della storia lunga contenuta nell'albo, ma senza il titolo della storia stessa; a partire dal n° 1297, conformemente alla nuova veste del giornalino, la grafica delle copertine riprese a rappresentare un solo personaggio, per lo più di universi Disney estranei a quello dei paperi e a quello dei topi; si passò poi ancora una volta alle vignette tratte dalle storie dal n° 1327 al 1370, e a una ripresa della serie "il costume nei secoli" dal 1371 all'ultimo numero della testata, il 1428.
Curiosità[]
- La circostanza per cui gli Albi di Topolino seguirono la numerazione degli Albi della Rosa, unita al fatto che la testata ebbe sempre cadenza settimanale, comportò paradossalmente che la numerazione mantenne costantemente un certo anticipo rispetto alla testata ammiraglia della Disney in Italia, Topolino: infatti, il numero 1000 degli Albi fu pubblicato il 6 gennaio 1974, un anno prima rispetto al molto più noto e celebrato Topolino con la stessa numerazione. La storia principale contenuta nel numero 1000 è Zio Paperone e la parola al cannone di Gian Giacomo Dalmasso e Massimo De Vita, ristampata per la prima volta dal 1967.