- Don Pippo Chisciotte
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Don Pippo Chisciotte è una storia di Carl Fallberg, Hector Adolfo de Urtiága e Rubén Torreiro del Disney Studio (foreign market stories), pubblicata per la prima volta in Germania nel 1987 e in Italia nella serie Pippoparodie nel febbraio 2000.
Trama[]
Pippo Chisciotte e Topolino gestiscono insieme una poco redditizia attività di compravendita di rottami e metalli di scarto. Un pomeriggio, in assenza di Pippo Chisciotte, arriva furibonda Dulcinea, la donzella di cui il rottamaio è invaghito, e si lamenta con Topolino per l'indifferenza che il suo socio le ha dimostrato il giorno prima mentre, immerso nella lettura, ha ignorato i saluti della dama.

Ma - spiega Topolino - la passione dominante di Pippo è da un po' la cavalleria: legge poemi, romanzi e manuali e non ha attenzione per altro. Sopraggiunge in quel momento Pedro Gambadilegno, furfante che mira a conquistare il cuore di Dulcinea, dato che la ragazza è una ricca ereditiera. Dopo averla riempita di moine, sta per riportarla a casa cedendole il suo irritabile cavallo Diablo, quando arriva Pippo Chisciotte, in armatura e con la spada sguainata.

Il guerriero spaventa Diablo che disarciona Dulcinea e si dà alla fuga; Pedro deve inseguirlo, mentre Dulcinea prende a badilate il colpevole della sua caduta. Ormai Pippo Chisciotte è entrato nella parte del cavaliere difensore di damigelle: presenta il suo cavallo da tiro, Ronzinante, come un nobile destriero, chiude la bottega di rottami e aspetta le occasioni di salvare le donzelle. Ma Pedro Gambadilegno, che vede Pippo quale rivale alla mano di Dulcinea, escogita un piano per eliminarlo e gli fa pervenire un messaggio stilato da una presunta damigella che si dice prigioniera di un gigante travestito da mulino a vento: Pippo parte subito e, incitato da Pedro che si è travestito da ragazza, distrugge nella lotta le pale del mulino, ma esce dalla tenzone con pochi danni. Il giorno dopo, nel tentativo di far attraversare la strada a Dulcinea, provoca un ingorgo rovinoso di carretti e animali, facendo perdere alla ragazza la diligenza che aspettava.

Pippo Chisciotte si offre allora di accompagnare l'amata dalla zia, che abita al Toboso, sul suo scomodo carretto.
Ma Pedro li vede e decide di passare a metodi più drastici per eliminare il rivale: si traveste ancora da donzella e finge di annegare nel fiume: pensa così che Pippo si tufferà per salvarla e la pesante corazza, che il cavaliere non si leva mai, lo trascinerà al fondo irreparabilmente.
Intanto Topolino, consapevole di come l'amico possa procurare ancora guai a sé stesso e agli altri, si mette alla sua ricerca e lo trova, appena in tempo per impedirgli di buttarsi in acqua. Pedro, al vedere Topolino, ritiene miglior cosa dileguarsi, ma subito dopo organizza un altro tentativo con l'aiuto di due bricconi locali, Carlos e Tomaso, specializzati in «lavori sporchi». Topolino viene così allontanato col pretesto di una consegna di rottami, mentre Pippo è invitato fuori città (dopo l'ingorgo che ha provocato, il sindaco gli ha proibito il compimento di eroiche gesta in città) per sbaragliare un esercito nemico i cui soldati sono travestiti da pecore e il generale da pastore. Si tratta ovviamente di vere pecore e di vero pastore, ma l'ingenuo crede all'ennesima fandonia e si precipita, mentre i concittadini, informati dal complice di Pedro, lo seguono per assistere allo spettacolo. La città rimane vuota, alla mercé dei due malviventi che ne approfittano per derubare banche e gioiellerie.

Nel frattempo Pippo Chisciotte ha messo in fuga l'esercito ovino spaventandolo con la sua lancia e viene celebrato dalla folla entusiasta; fallisce quindi il piano di Pedro, convinto invece che i compaesani si sarebbero adirati con l'eroe sgominatore di pecore.
Topolino rientra in città dopo la commissione fasulla, nota i due delinquenti che fuggono su un carretto pieno di refurtiva e si insospettisce, ma prima ancora che avvisi la polizia, il nutrito gregge messo in fuga da Pippo entra tumultuoso in città e ferma l'azione dei ladri, che vengono arrestati.
Pippo viene così riabilitato dal sindaco, ma Pedro gioca l'ultima carta: organizza un falso attacco alla diligenza che riporta Dulcinea a casa: fingerà di sconfiggere gli assalitori, sempre Carlos e Tomaso, e conquisterà il cuore della dama. Contemporaneamente manda al cavaliere una finta lettera di Dulcinea che gli chiede di scortarla nel viaggio: Pippo abbocca e viene così catturato e fatto cadere nel fiume dai due complici. Gambadilegno finge poi di cacciare gli assalitori della diligenza e salvare la donzella. Topolino però è sempre all'erta e recupera l'acciaccato amico che finalmente, stanco delle disavventure, decide di darsi al teatro recitando i copioni di un certo Shakespeare…

Dulcinea e Pedro alla fine si sposano, ma il matrimonio non sembra dei più felici: Pedro compera alla bottega dell'ex rivale un'armatura per proteggersi da padelle e stoviglie di metallo che la bizzosa mogliettina gli lancia…
Analisi[]
La parodia del Don Chisciotte riprende gli episodi più noti e di effetto del vasto romanzo di Cervantes: la passione per la cavalleria, la lotta contro i mulini a vento e quella contro le pecore, l'amore per Dulcinea del Toboso e la presenza delle due cavalcature, Ronzinante e l'asino senza nome di Sancho Panza (chiamato a volte il rucio, cioè il grigio, dal suo colore). Sancho è impersonato da Topolino e sia qui sia nel romanzo lo scudiero di Pippo Chisciotte/Don Chisciotte è il contraltare razionale e pratico ai sogni di gloria e alle illusioni del protagonista. L'allampanato hidalgo e il piccoletto Sancho trovano inoltre in Pippo e Topolino due adeguati interpreti del loro aspetto fisico.
Ducinea del Toboso è figura evanescente nel romanzo: è un amor de lonh, un amore di lontano verso una fanciulla che Don Chisciotte non ha mai incontrato e che prende forma, nella seconda parte del romanzo, in una contadinotta sgraziata, Aldonza Lorenzo, la cui rudezza si avvicina al carattere bisbetico e focoso di Clarabella/Dulcinea.
Nel romanzo, Chisciotte non ha un rivale costante, ma una serie di personaggi a vario titolo si scontrano con lui; Pedro non sembra rappresentarne alcuno, ma si rende necessario ai fini della costruzione narrativa della storia Disney.

La citazione finale di Shakespeare non è fuori luogo: Shakespeare e Cervantes morirono a pochi giorni di distanza nella primavera del 1616; furono grandissimi autori che, probabilmente, poco conobbero delle rispettive opere. Qui Pippo recita due battute dall'Amleto («essere o non essere» e «ahimè, povero Yorick») con in mano un elmo che dovrebbe rappresentare il teschio del buffone Yorick, e una battuta dal Macbeth, («Spegniti, spegniti piccola candela»). Può essere che la sua carriera di attore risulti meno fallimentare di quella da cavaliere.
Come si ricorda nella pagina di Paperpedia Paperino Don Chisciotte, varie sono, oltre a questa, le rielaborazioni Disney del romanzo di Cervantes: Don “Paperino” Chisciotte, Don Chisciotte a Topolinia, Paperoga in Don Cicciotte Sancho Paper e la recente italiana Le fantastiche avventure di Don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho.
Pubblicazioni italiane[]
- Le Grandi Parodie Disney 72 (2000)
- Capolavori della letteratura 5 (2016)