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  • De Bello Papero ovvero la storia di Paperino Ercolino
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De Bello Papero ovvero la storia di Paperino Ercolino è una storia di Nino Russo e Roberto Marini, pubblicata per la prima volta sul numero 296 di Paperino Mese.

Trama[]

Antica Roma. Paperinus si lamenta coi nipotini per come è costretto a lavorare per lo zio Paperonius per pagare i suoi debiti in sesterzi e deve rinunciare ad una appuntamento con Paperina a cui ha raccontato di aiutare lo zio con gli affari. Mentre Paperinus va al tempio di Giove, zio Paperonius lo cerca per una lavoro ed i nipotini lo rimproverano di usare oggetti presi dalle necropoli per i suoi guadagni. Ma il papero è convinto che non cia niente di male e costringe Paperinus a scavare in una nuova zona. Tra il vasellame raccolto, c'è anche un anfora con una scritta non in latino e del liquido all'interno. Finito il lavoro, Paperinuus va all'appuntamento con Paperina sulla sua nuova lettiga. Ma sopraggiunge Gastonius con un nuovo modello e Paperina vuole provarlo lasciando Paperinus.

Il giorno dopo, Paperonius e Paperinus vanno da Picus il quale scopre che l'anfora apparteneva al mitico eroe Ercole e contiene una pozione che gli dava la sua forza. Prima che lo zio festeggi, Paperinus ne approfitta per bere tutta la pozione diventando fortissimo contando di poter gudagnare il denaro per pagare i debiti più facilmente. Paperinus usa la sua nuova forza per salvare Paperina da dei banditi impressionandola rifiutando al tempo stesso le offerte dello zio di entrare in società con lui. La sua gesta arrivano fino all'imperatore che lo nomina generale col compito di sedare una rivolta in Gallia. Paperinus saluta i suoi familiari e parte alla guida della sua legione. Con la sua forza, Paperinus ha gioco facile a domare le rivolte da solo passando di villagio in villaggio e le sue gesta sono celebrate a Roma.

Intanto sono passati 3 mesi e Picus ha scoperto dall'iscrizione sull'anfora che se non mangia una minestra di semolino ogni 90 giorni, Paperinus perderà la superforza. Paperonius parte così per avvertire il nipote e fargli mangiare la minestra anche se i nipotini lo avvertono che lo zio odia il semolino. Arriva finalmente al suo campo, ma Paperinus lo fa buttare fuori senza ascoltarlo. Paperonius prova così ad usare dei travestimenti, ma fallisce ogni volta. La mattina dopo Paperinus è pronto per la sua ultima battaglia coi galli, ma perde la sua forza (come gli spiega lo zio) ed è costretto a scappare. Rimproverato dall'imperatore per la sconfitta, viene affidato come punizione a Paperonius che lo costringe a lavorare come muratore. Picus gli chiede scusa per non aver tradotto prima tutta l'iscrizione e, per farsi perdonare, Paperinus lo costringe a lavorare al posto suo.

Pubblicazioni italiane[]

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