In una casetta alle pendici del Vesuvio, una giovane donna rimestava senza sosta dentro un calderone un denso liquido dal colore violaceo e dal penetrante odore di zolfo. I capelli, raccolti in una crocchia, le ricadevano in ciocche disordinate sul viso mentre piccole gocce di sudore le imperleavano la fronte a causa del vapore. Diede una veloce occhiata alla sua sinistra ad un grosso libro posto su di un ripiano aperto alla metà.
Vediamo... Girare una volta in senso orario... E due in senso antiorario...
Secondo il libro dopo quindici minuti il liquido sarebbe dovuto diventare rosa, mentre invece si ostinava a rimanere di un nauseante viola ; eppure stava seguendo passo per passo le istruzioni!
Fermarsi per cinque secondi... Riprendere a girare in senso orario no era anti...
Non fece in tempo a finire di formulare il pensiero che una forte esplosione la spedì gambe all'aria facendole sbattere la testa sul pavimento.
Maledizione!
La pozione, ovvero ciò che restava, aveva impiastricciato tutta la stanza, inoltre una delle pareti era crollata. Con le mani che le tremavano attuò un veloce incantesimo di riparazione ; non riusciva a capire cosa le stesse succedendo... Nelle ultime settimane era assente, la sua concentrazione discontinua in modo assurdo se non inesistente, non riusciva nemmeno a creare una semplice pozione esilarante! Una strega dodicenne alle prime armi non avrebbe fatto un simile disastro.
Lei era Magica DeSpell e si era guadagnata una posizione di tutto rispetto nell'Ordine delle Fattucchiere, posizione che era intenzionata a difendere con le unghie e con i denti che però andava ad incrinarsi giorno dopo giorno.
Attraente, i lunghi e lisci capelli neri come la notte che le incorniciavano il viso già illuminato da occhi verdi come la pelle di un serpente, una mente acuta e penetrante che le permise in breve tempo di diventare la prima della sua classe, apparentemente sembrava che Magica avesse tutto.
In realtà avrebbe avuto tutto se non fosse stato per un ostacolo tanto insommortabile quanto idiota : Scrooge McDuck. In fondo cosa aveva mai chiesto di tanto speciale a quel vecchio?
Un decino. Un fottuto decino.
Molte persone si sarebbero chieste perchè Magica si fosse intestardita proprio su quel decino : Scrooge ne possedeva miliardi di miliardi, avrebbe potuto rubargliene uno da sotto il naso e non se ne sarebbe nemmeno accorto!
Ma a Magica non serviva un decino qualunque... Da quando aveva quindici anni era rimasta affascinata da una profezia in cui si era casualmente imbattuta in un vecchio libro di magia : la prima moneta guadagnata dalla persona più ricca del mondo fusa nella lava del Vesuvio avrebbe formato un talismano talmente potente da darle il tocco di Mida. Avrebbe potuto fare ed ottenere qualsiasi cosa, senza limiti e restrinzioni del severo Ordine della Magia.
Scrooge McDuck decantava il primato dell'uomo più ricco del mondo da circa venticinque anni ormai.
Magica non si aspettava certo che lui le consegnasse la moneta tutto sorrisini, della serie fermati almeno per un caffè, ma nemmeno una resistenza così accanita : nel corso degli anni aveva studiato e provato tutti gli incantesimi più potenti ma lui, per astuzia, fortuna o entrambe le cose, era sempre riuscito a batterla.
Questo Magica non sarebbe mai riuscita ad accettarlo : lei, ancora nel fiore degli anni per giunta dotata di poteri magici. Lui, un semplice anziano ma con una forza fisica e mentale decisamente fuori dal comune.
Con una smorfia, ricordò l'ultimo fallimentare attacco al Deposito : oltre agli antifurti più all'avanguardia il caro Scrooge si era premunito dei più efficaci e stramaledetti allarmi anti-strega. L' umiliazione le bruciava scorrendo nelle vene, più rovente del Vesuvio, non solo quella della settimana appena trascorsa, ma anche quella accumulata negli anni passati a provarci ed essere puntualmente presa a calci in culo, anche quando era ad un passo dalla vittoria.
Ma non si sarebbe mai arresa. Arrendersi era per i deboli e per gli sciocchi, lei non era nè debole nè sciocca, prima o poi l'avrebbe spuntata, doveva solo continuare a crederci.
Meccanicamente tirò fuori la sua sfera di cristallo e la sintonizzò a DuckBurg, alla collina Ammazza Motori : si aspettava di trovarlo intento a farsi una nuotata della sua piscina aurea come sei ridicolo invece Scrooge era seduto sopra un baule con una pergamena in mano, lo sguardo ed un sorriso sognante.
Era la prima volta che lo vedeva così sereno...
Non sarà altro che l'ennesimo contratto strappato a qualche poveraccio, cosa gli cambierà mai un milione in più o un milione in meno?
Un sorriso di natura diversa si disegnò lungo il volto di Magica.
Ti avrò in pugno Scrooge McDuck. Costi... Quel che costi.
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- | 7 settembre 2013 | Capitolo 2 |