Una volta terminate le fitte alla testa, Mickey continuò a sentirsi disorientato, rimanendo immobile per non rischiare di perdere l’equilibrio e cercando di ristabilire piene funzioni motorie e cognitive quanto più in fretta possibile. Mentre stava già tornando ad essere un po’ più lucido, dalle sue spalle udì arrivare una voce.
Detto io l’avevo, mio nemico caro,
Che per te in questa vicenda ci sarebbe stato dell’amaro.
Mickey si girò, ancora intontito, ma nonostante ciò non faticò a riconoscere la silhouette della Spia Poeta che lo osservava con un sorriso compiaciuto.
« Vattene, Spia! Non ho tempo per te… Devo inseguire Macchia Nera! »
Non credo che lo farai,
Per te stanno per iniziare i guai.
Infatti non da solo son venuto
E con me c’è gente che certo non hai mai goduto.
Topolino girò leggermente la testa, e dai fumi dell’intontimento che andava ormai a quietarsi, ma i cui effetti tardavano a sparire del tutto, riconobbe stavolta il Capitano Orango.
« Dovresti riguardarti un po’, ragazzo mio… Non hai una bella cera! » Sentenziò ghignante il pirata.
« Basta! » Gridò spazientito Mickey, « Ormai so cosa siete, non siete altro che allucinazioni causate da quel diabolico congegno di Macchia Nera! Solo proiezioni della mia mente! Non potete farmi nulla… Nulla! E adesso non rompetemi più, ho un mondo da salvare… Normale amministrazione, insomma! »
E fece per avviarsi baldanzoso verso la porta da cui aveva visto andarsene minuti prima Macchia Nera, ma per quanto desse l’ordine mentale ai suoi arti di muoversi, non riusciva a spostarsi di un muscolo. Rimaneva immobilizzato al centro della stanza, impietrito… Come dalla paura. E nel mentre un brivido cominciava a percorrere la sua schiena…
« M-ma che mi succede? N-Non riesco a muovermi… Che scherzo è questo?! Che succede?! »
« Se cerchi delle spiegazioni, credo di poterne dare qualcuna io. »
Sempre più irrigidito, Mickey riuscì comunque a voltare il collo quel tanto che bastava per vedere il suo nuovo interlocutore: un uomo mediamente alto, sulla sessantina, capelli bianchi con calvizie e sguardo fiero.
« Non per niente io, Professor Rebeliot, sono uno dei più geniali studiosi del mio tempo! Ordunque, la spiegazione è semplice. Come già saprai, il raggio del mio… Massì, diciamo collega, Macchia Nera, stimola il sistema nervoso e le zone adibite alla gestione della paura degli esseri umani. In piccola misura, questa stimolazione ha praticamente come unico effetto quello di provocare nel soggetto allucinazioni più o meno intense. Ma tu sei stato sottoposto a una scarica assai vicina al dosaggio massimo, e quindi, da adesso in poi, non solo ti potrai fregiare dell’illustre compagnia di tutti noi, ma il tuo livello di terrore crescerà a ritmi sempre più esponenziali, che tu lo voglia o no! D’altronde la paura è spesso irrazionale, si sa… »
Esatto, topo, sei fregato!
Con tutti noi sei invischiato!
Altro non puoi far che soffrire
Nel mentre che l'umanità cesserà il suo frinire!
La voce stavolta non era giunta dalla Spia Poeta, ma da un nuovo figuro entrato sulla scena. Un individuo alto e secco, rosso dalla testa ai piedi, con un cappellaccio a tesa larga, un mandolino e un ghigno crudele dipinto sul viso.
Il Tenebroso è fra voi giunto!
Gioite tutti senza fare smunto!
Un altro collega dalla rima baciata,
Che bella cosa che ci è capitata.
Disse sorridendo compiaciuto la Spia Poeta.
« Spero che questo sia l’ultimo dei poeti, o dichiaratisi tali, con cui tu abbia avuto a che fare, Topolino… » Disse Rebeliot con una smorfia.
« Basta, basta, BASTA! Tutto questo è così assurdo… Vi prego, ditemi che è uno scherzo… » Singhiozzò Topolino, ormai al limite di una crisi di nervi.
« Uno scherzo? Oh, ma è di più, caro Topolino! È un… Doppioscherzo! Sguoz sguoz! » annunciò un ulteriore nuovo arrivo, un individuo alto e magro, dal grosso naso, con una bombetta, un papillon e un sorriso sprezzante.
« Questo posto non sta diventando un tantino affollato? » Asserì il Pirata Orango lievemente perplesso.
La colpa è del ragazzo che si fa così tanti nemici,
Invece che andare, che so, a pescare un po’ di alici.
« BASTA!! » Gridò Mickey con quanto fiato aveva in gola. « Piantatela tutti! Non mi interessano le tue spiegazioni scientifiche o… Dichiaratesi tali, Rebeliot! Io sono una persona razionale e sono abituato a qualsiasi genere di pericolo! Vi ho sconfitti tutti così tante volte… Non sono io a dover avere paura di voi, siete voi che dovreste temere me! »
« Ma sentitelo, lo sbruffone! » Sbottò indignato il Capitano Orango. « Come se le sue vittorie fossero sempre merito suo! »
Il Pirata ha la ragione dalla sua parte,
Se non fosse per i tuoi compagni dovresti startene in disparte!
« Come quel suo strambo amico alienoide-futuroide, Eta Alfa o una cosa del genere… Se non ci fosse stato lui, col cavolo che riusciva a sconfiggermi a Valventosa! »
Ammettilo, Mickey, sei un fallimento!
Senza un appoggio non sei più un portento!
« Non dimentichiamo poi una certa ragazzina bionda di mia conoscenza… Senza di lei non saresti andato molto lontano nel mondo della Fenice! Che poi… Chissà cosa ci trovi di tanto divertente nel raddrizzare i cosiddetti “torti” del mondo! Ti faceva così schifo un mondo perfetto? Dovevi per forza vederla a modo tuo? Come se il tuo punto di vista fosse quello più giusto! Ma certo, tu solo sei in grado di salvare il mondo dai “cattivi”… E se fossi tu il cattivo? Tu e i tuoi amichetti, che con il vostro fare baldanzoso e arrogante vi ergete a difensori estremi e imperterriti di un concetto di giustizia che condividete magari solo tra voi, chi lo sa! »
«Proprio così! » Esclamò imperante una nuova voce. « Avete tutti dannatamente ragione, cari colleghi! »
Al nutrito gruppo si era aggiunta una nuova figura, assai più familiare delle seppur già note altre: assai basso, una camicia a maniche corte blu e un paio di pantaloni rossi lunghi, un naso ad oliva e un paio di orecchie molto tonde.
« M-ma tu… Sei… M-me? » Bisbigliò Mickey.
« Hi, hi! Un po’ sì… E un po’ no! In un certo senso io sono la proiezione di Miklos, il tuo sosia… Ma in un altro senso, direi che mi posso senza ombra di dubbio considerare il tuo doppio, un altro te stesso, un tuo “what if”! Cosa sarebbe successo se Topolino fosse diventato l’esatto contrario del topo che è oggi? Lo scopriremo tra poco su questo canale! » Disse Miklos-Topolino con aria di scherno, afferrando un invisibile microfono da cronista.
«Vedi, Mickey, tu sei in verità, nel profondo, tremendamente egoista… Imponi agli altri il tuo modello di giustizia, ma cosa ti credere che quella che segui sia vera Giustizia? Non è forse tutto relativo? Oppure nel tuo delirio di onnipotenza, nella tua perfezione e presunzione, ti fa così tanto godere ergerti al ruolo di Messia, di salvatore del mondo, unico, tu solo, a poter fronteggiare il Male del mondo? » Mickleys si avvicinava sempre più a Topolino, sorridendogli sprezzante. « Certo, dev’essere proprio così! Tu adori essere colui che tira sempre fuori tutti dai pasticci, vero? Senza di te il mondo sarebbe già stato perduto… Quante volte? Cinque, sei… Sette? Otto? Ti eccita il fatto che la gente ti debba costantemente la vita, non è così? Avanti, ammettilo, ti farà sentire meglio! »
L’orazione stava iniziando ad eccitare Mickleys, che riprese con una foga degna di uno scienziato pazzo.
« Avanti, ammettilo! Ammetti che sei come noi! Ma quale giustizia! Ma quale giusto o sbagliato! Tu non fai altro che assecondare i tuoi perversi desideri, Mickey! Ti credi tanto superiore a noi, con la tua vita rispettabile, la tua bella casa, i tuoi amici? Non parliamo dei tuoi amici, poi! Una manica di immondi degna di te! Prendete tutto come un gioco, ma anche quando fingete di essere seri e concentrati scommetto che ve la state spassando un mondo! Quando salvate il pianeta, in realtà non ve ne frega niente di quanta gente potrebbe morire, del fatto che il pianeta verrà assoggettato al mattoide di turno... Non è altro che un vostro modo di trarre piacere dalle disgrazie altrui, quello di "salvare tutti"… Nient’altro che una forma di feticismo! Tu e i tuoi cosiddetti “amici”… »
Topolino continuava a tremare per via dell’irrazionale senso di paura che provava, cercando di controllarsi man mano che la conversazione andava avanti. Alle nuove accuse le sue attività nervose schizzarono alle stelle… Ma non per il terrore…
« Ma si può sapere di che cosa diavolo stiamo parlandooo!!? Ho dei buoni amici, dei grandiosi amici, è vero! Lo confermo! Gente con cui condivido le esperienze, le avventure, la mia intera vita! Persone che mi supportano, che credono in me, e in cui io credo! Non è un crimine! Non è sbagliato! È una delle cose che rende una vita degna di essere vissuta! »
Pian piano Mickey si stava districando dal suo senso di smarrimento, travolto dalla potenza di esposizione della sua arringa. I suoi nemici lo guardavano senza proferire parola.
« Voi… Voi, malvagi, senza scrupoli ed esecrabili come siete, non potrete mai capire! Non vi fidate di niente e di nessuno, non volete nessuno al vostro fianco, pensate solamente a voi stessi e alle vostre ambizioni personali! Anch’io ho i miei desideri, le mie ambizioni, cosa credete?! Nemmeno io penso sempre e solo agli altri! Mi piace pensare solo a me stesso, in certe situazioni… Ogni tanto anch’io sono un po’ egoista, lo ammetto! Nessuno è perfetto! Ma non venitemi a distorcere i fatti… Io sarei il cattivo della situazione? Non scherziamo!! Non sono perfetto, ma sono comunque in grado di discernere il bene dal male! Come qualunque altra persona con un concetto di ciò che è giusto e sbagliato che non sia contorto come il vostro! Credete che mi diverta, a dover sempre rischiare la vita, la mia preziosa, irripetibile vita per cercare di fermare le vostre folli ambizioni, la vostra sete di potere, ogni santa volta?! Beh, magari ogni tanto sì… Ma in generale no! Mi terrorizza! Mi spaventa, mi preoccupa, spesso mi viene voglia di tornare a casa e mollare tutto! Sono terrorizzato, così come lo sono ora, magari anche di più! Ma faccio ciò che è giusto… Sì, perché anche se magari non esiste un Giusto Assoluto, un concetto di ciò è Giusto esiste comunque, rapportato in talune situazioni, non è un qualcosa di totalmente relativo come lo fate passare voi! Uccidere è sbagliato, la guerra è sbagliata, cercare di imporre il proprio pensiero sugli altri con la forza è sbagliato, perseguitare qualcuno è sbagliato! Sbagliato! Non sono io ad avere una visione distorta della realtà… Siete voi. E adesso fatemi passare! »
Mickey si era ormai liberato da qualsiasi tremore. Riuscì a staccare un piede dal suolo, poi un altro. In fibrillazione ma allo stesso tempo calmo e compassato, si diresse verso la porta, mentre le sue proiezioni mentali lo guardavano allontanarsi.
« Sembra che ce l’abbia fatta anche stavolta! Un vero… Scherzo del destino! » Disse Doppioscherzo grattandosi la testa con aria corrucciata.
« È sempre stato un degno avversario, questo non glielo si può certo negare. » Asserì il Pirata Orango, scrollandosi le spalle.
Sarà pure un gran seccatore, questo è vero,
Ma di lui si può dire che non devia dal suo sentiero.
« Noi ci abbiamo provato… Evidentemente l’invenzione del "caro collega" non è poi così perfetta come pensava… » Sorrise con aria divertita Rebeliot.
Stretta è la foglia, larga è la via,
Davide se ne va ad affrontare il suo Golia.
Anche Mickleys guardava Topolino allontanarsi. Sulle prime non sembrava né indispettito né soddisfatto. Ad un certo punto, poi, sul suo viso si dipinse un sorriso, un po’ più bonario di quello di poco prima.
« E va bene, Mickey! Hai vinto tu anche stavolta! Evidentemente sei nato sotto una buona stella… Non so cosa ti riserbi il futuro… Potresti anche morire ucciso da Macchia Nera appena varcata quella soglia! Ma sappi che, in un certo senso, noi saremo sempre con te… Ma non fraintendermi, non perché saremo dalla tua parte: noi non siamo altro che una proiezione delle tue esperienze, in questo caso negative. Tra le altre cose, sono le esperienze a determinare le persone, e noi ormai, che ti piaccia o no, facciamo parte di te. Dunque, sia per quanto riguarda le nostre controparti reali, sia noi, questo non è un addio… Bensì un arrivederci! »
Detto questo, le proiezioni degli antagonisti di Mickey iniziarono a dissolversi. Il detective sentiva l’effetto del raggio scemare sempre più. Dopo aver atteso con aria pensierosa qualche secondo sulla soglia, decise di varcare la porta.
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