«Ma che diavolo…?»
Mickey si ritrovò improvvisamente in uno spiazzo erboso. Mentre guardava confuso intorno a sé, spiazzato inoltre dall’intensità della luce solare che gli era mancata fino a quel momento, notò che si trovava ora a qualche decina di metri dal castello. Ma come era arrivato fino a lì?
«Ciao, PTopolino!» Disse qualcuno davanti a lui, che il detective non aveva ancora notato per via del repentino e inaspettato cambio di locazione.
Istantaneamente si girò con il muso in avanti, e si trovò faccia a faccia con un basso omuncolo semisvestito, quasi calvo, dalle strambe proporzioni fisiche e con due sole dita per mano e per piede.
«Eta!» Esclamò Mickey tutto contento e al contempo con aria sorpresa, ritornando poi confuso e interrogativo. «Che cosa è successo? Un attimo fa stavo per essere ridotto a una frittata da una trappola di Macchia Nera, mentre ora...»
«Psono stato io, mio pcaro amico, a salvarti da morte certa. Sono pvenuto qui dal pfuturo perché ho percepito una pgrave minaccia ptramite alcuni strumenti che avevo plasciato nel vostro psecolo a scopo precauzionale. Anche pse, a dire il pvero, il teletrasporto che mi ha permesso di psalvarti non è esattamente di pmia proprietà...»
«Ehi, come te la passi, Topolino?»
La voce era stavolta venuta dalle spalle del detective, ed era femminile. Girandosi, Mickey vide una ragazza bionda piuttosto affascinante, poco più alta di lui, vestita con un impermeabile mediamente lungo, dei pantaloni scuri e stivali.
«Uma! Dunque ci sei anche tu!» Esclamò Mickey rivolto alla ragazza, nel frattempo cingendola in un forte abbraccio dovuto un po’ allo stato confusionale in cui era ancora leggermente avvolto, un po’ al fatto che aveva compreso che era stato anche grazie a lei se aveva evitato il fato a cui Macchia Nera lo aveva destinato. Inizialmente Uma rimase sorpresa e anche leggermente imbarazzata dal comportamento caloroso del detective, ma non sembrò comunque dispiacerle troppo.
«E-ehm...» La voce, sempre di fattura femminile, proveniva ora dalle spalle di Uma, e aveva tutto l’aspetto della tipica schiarita di voce con cui qualcuno cerca di attirare l’attenzione. Guardando verso il luogo da cui proveniva, Topolino vide una roditrice alta come lui, con un fiocco in testa, ciglia lunghe e un vestito dotato di una gonna abbastanza corta.
«M-Minni...!» Esclamò Mickey, nel frattempo rilasciando Uma dall’abbraccio, mentre Eta Beta osservava la scena con un appena accennato sorriso.
Per qualche secondo la sua fidanzata guardò il detective con aria quasi arcigna, ma poi il suo viso corrucciato si distese in una più pacata e solare espressione, avvicinandosi a Topolino e stringendolo a sé.
«Oh, vieni qui, caro! Sono contenta che tu stia bene!...»
«Pgià, dimenticavo di pdirti che non siamo pvenuti da soli. Mentre pvenivo qui ho pchiamato il commissario, ptanto per essere psicuri di avere un appoggio, e pdato che Minni andava al pcommissariato praticamente dal pgiorno della tua evasione, ha insistito per unirsi a pnoi.»
«Ehr... Il... Commissario? E... Non ci saranno problemi per via, beh, di quella storia dell’evasione?» Domandò Mickey lievemente preoccupato.
«Non preoccuparti, Topolino.» Disse Bassettoni, che nel frattempo era sopraggiunto sul luogo della conversazione. «Anzi, debbo chiederti scusa per il trattamento che ti ho riservato, sono stato troppo impulsivo. Tanto più che sembra che i casi di visioni siano improvvisamente cessati in tutta la città, pertanto non ci sarebbe neanche più un motivo per riportarti dentro!»
«Sono contento che cose siano migliorate, commissario...» Disse Mickey rivolgendosi al neo-arrivato.
«Vorrei essere più sollevato anch’io, ma ho una brutta sensazione. Questa atmosfera mi ricorda troppo la proverbiale quiete prima della tempesta...»
«Beh, il colpevole di tutto ciò che si è verificato in questi ultimi giorni è Macchia Nera, non ci sono più dubbi. Non sono riuscito a scoprire cosa abbia architettato di preciso questa volta, ma l’unica cosa certa è che va fermato. Spero che abbia portato con sé un numero sufficiente di agenti, commissario: all’interno del covo di Macchia ho visto solo due scagnozzi, ma potrebbero essercene altri e con tutta probabilità non si lasceranno cogliere di sorpresa.»
«Stai tranquillo, ho fatto intervenire persino la squadra speciale, quando Eta mi ha avvertito che eri nei guai! Non aspettano che un mio ordine per entrare in azione. In più, Minni non è la sola ad avere insistito per accompagnarci...»
«Yuk! Ciao Topolino! Sono felice che tu sia sano e salvo!» Disse Pippo, appena giunto ivi.
«Pippo! Amico mio! Sono felice anche io che tu sia qui!» Disse Mickey con aria amichevole verso il suo fedele compagno di mille avventure.
«C’è solo una cosa che non mi è ancora molto chiara...» Disse Mickey con aria lievemente perplessa. «Posso capire la presenza di Eta, che ormai è un abitué del nostro tempo, ma tu, Uma, quale motivo ti ha spinta stavolta a venire qui?»
«È molto semplice. Nel mio tempo, i sistemi del Crono-dipartimento hanno ricevuto la segnalazione di un’anomalia proveniente dal vostro tempo. Assomigliava in un certo senso alla marea dei secoli che abbiamo dovuto affrontare qualche tempo fa, ma era al contempo meno potente, poiché, evidentemente, si trattava di un evento che non era stato modificato da qualcuno proveniente dal futuro. Sono stata quindi mandata io a controllare, e giunta nel vostro decennio ho incontrato Eta Beta, altro viaggiatore temporale. Insieme abbiamo stabilito che la causa di tutte le segnalazioni era il castello che hai avuto modo di visitare anche tu, e tramite i nostri strumenti abbiamo individuato la tua presenza all’interno di quelle mura. Tramite il tuo battito cardiaco accelerato, abbiamo desunto che fossi in pericolo, per questo ho prestato a Eta la mia cintura affinché ti traesse in salvo.»
«Bene, ora è tutto chiaro.» Disse Mickey. «Ma ora non c’è più tempo da perdere. Commissario, dia ordine ai suoi agenti di prepararsi ad entrare in azione.»
«Immediatamente!» Rispose Basettoni, quasi come se il detective fosse stato un suo superiore.
Nel frattempo, dall’interno del maniero, Macchia, nella solita stanzetta buia, osservava divertito le manovre dei suoi nemici tramite dei monitor.
Venite pure a prendermi, cani... Se ci riuscite! Hi, hi, hi, hi!
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