Topolino e le impronte diplomatiche[]
Capitolo 1[]
Notte. Piove. Villa de Tops, circondata dal suo parco contornato da mura, dorme, insieme ai suoi abitanti. All'improvviso un silenzio assordante lacera il cicaleccio, i fruscii, i gutturali versi dei cuculi: sembra che tutta la fauna del bosco si rivolga verso la villa e guardi cosa sta accadendo. Poco dopo un lampo squarcia le tenebre. Poi ritorna il buio, ritorna il rumore.
Mattina. Sereno. Topolino si alzò, si stropicciò gli occhi, si stiracchiò e finalmente riuscì a mettere a fuoco le pantofole. Le infilò e scese le scale per andare in cucina a fare colazione. Sorrise, ripensando al picnic organizzato per quel giorno con Minni e Pippo, in occasione del compleanno della sua fidanzata. Si erano dati appuntamento per quella mattina alle otto davanti alla casa di Topolino, per partire alla volta del parco del Monte Rattmore.
Tip e Tap avevano fatto colazione prima di lui ed erano già partiti per andare a scuola quando Topolino, vestitosi e lavatosi i denti, accese la TV per guardare il telegiornale nell'attesa degli altri due. Le cibarie erano pronte e il regalo per Minni era impacchettato e posato sulla mensola del caminetto: Topolino già si pregustava una gita di tutto riposo.
Il mezzobusto recitava a raffica le notizie: il meteo, uno sciopero, l'inaugurazione di una nuova sezione del Museo della Musica di Topolinia, la vincitrice annuale della gallina d'oro per la migliore collezionista di allegri castori in legno... Tutte notizie poco interessanti. Stava già per spegnere la televisione, quando venne annunciata la notizia della scomparsa del giovane nipote dell'ambasciatore Guglielmo Maus, che era temporaneamente ospite del conte de Tops. La cameriera bussando per dargli la sveglia alle sei di quella mattina, non aveva ricevuto risposta. Dunque aveva cercato di entrare, trovando però la porta chiusa a chiave dall'interno. Chiamato il conte, l'unico possessore di una copia della chiave oltre al giovane Maus, erano entrati nella stanza, trovandola vuota. Subito era stata chiamata la polizia, che aveva decretato la massima riservatezza fino a che non fosse stata fatta luce sul caso. Ciononostante la notizia era trapelata. "Per questa ragione non sappiamo dirvi di più su questa faccenda, ma ci auguriamo e ci aspettiamo che la polizia e soprattutto il commissario Basettoni la risolvano al più presto" concluse il giornalista.
Dopo aver spento la TV, Topolino rimase assorto di fronte allo schermo nero, rimuginando sul caso, quando squillò il telefono. Era Basettoni: "Ciao Topolino, scusa se ti chiamo a quest'ora, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto su un caso particolarmente delicato. Non posso rivelarti nulla per telefono, non è sicuro, perciò appena puoi vieni in commissariato"
"Ehm, mi spiace commissario, ma oggi ho un impegno. Vede, è il compleanno di Minni e non posso darle buca."
"Capisco, peccato. Se cambi idea mi trovi qui. Buona giornata."
Topolino mise giù la cornetta. Gli dispiaceva per il commissario ma doveva resistere alla tentazione di un nuovo caso.
Poteva resistere alla tentazione di un nuovo caso.
Poteva resistere alla tentazione di un nuovo caso?
Assolutamente no! Prese la giacca e uscì di corsa, passando davanti a Minni e Pippo che stavano arrivando a casa sua. Alla domanda di Minni su dove stesse andando, senza neanche voltarsi, gridò di rimando che doveva aiutare il commissario e, prima che Minni potesse controbattere, era già sparito dietro l'angolo.
Capitolo 2[]
Raggiunto il commissariato, Topolino salutò Manetta e si diresse verso l'ufficio di Basettoni. Una volta entrato, vide un vecchio signore baffuto, dall'aria sconvolta, seduto di fronte al commissario. Il vecchio lo squadrò con curiosità e lanciò un'occhiata interrogativa a Basettoni, che rispose:
"Lui è Topolino, un detective privato; ci ha aiutato più volte a risolvere casi spinosi e sono sicuro che ci aiuterà molto a venir fuori anche di questa faccenda. Topolino, permettimi di presentarti il conte De Tops." Sentendo queste parole, il conte andò su tutte le furie: "Sono basito dal fatto che lei, commissario, affidi un caso delicato questo ad un dilettante! Non mi aspettavo da lei questa mancanza di professionalità!" "La prego, conte, di fidarsi quando le dico che Topolino è un abilissimo detective!" "Ma..." "Niente ma, sta forse mettendo in dubbio la mia parola?" A questo punto il conte tentennò, per poi dichiarare: "E sia, ma le lascio due giorni di tempo per risolvere questo caso, dopodiché mi lamenterò con il sindaco e farò affidare il caso ad altri, insieme al suo ruolo di commissario" e uscì sbattendo la porta, guardando dall'alto in basso Topolino, che sostenne lo sguardo con aria di sfida.
"Devi scusarlo, Topolino, il conte è molto turbato del rapimento del nipote dell'ambasciatore, perché ciò rischia di creare un incidente diplomatico tra il Calisota e l'ambasciata del Lontanistan. Ma ora passiamo al caso," Nonostante ostentasse sicurezza, si vedeva che il commissario era impallidito dopo le minacce del conte.
"Alle sei di stamattina la cameriera ha bussato alla porta del giovane Maus, che aveva espressamente richiesto di essere svegliato presto, per andare a prendere la fototrappola montata nel parco il giorno precedente insieme al maggiordomo Ort." Basettoni dunque gli mostrò la foto di un ragazzino sorridente nel bosco della villa, accanto ad un uomo alto, dai lineamenti teutonici, vestito elegantemente, accanto ad una strana scatola verde legata ad un albero con dello spago. "Che cos'é una fototrappola?" chiese Topolino. Indicando la scatola verde: "Una fototrappola è una macchina fotografica che si attiva se percepisce un movimento. Il giovane Maus si era appassionato di biologia e aveva chiesto allo zio di comprargli una fototrappola. Quella che vedi è uno degli ultimi modelli: è addirittura capace di riconoscere la pioggia e non attivarsi, evitando di fare foto a raffica solo perché percepisce il movimento della pioggia. Il ragazzo l'aveva montata il giorno precedente, con l'aiuto del maggiordomo personale che era andato insieme a lui a soggiornare nella villa de Tops." "Capisco; cosa è successo dopo?" "Trovando la porta chiusa a chiave, la cameriera ha chiamato il conte, l'unico possessore di una copia della chiave, oltre ovviamente al giovane Maus. Aperta la porta, i due hanno trovato la stanza vuota e la finestra aperta, oltre il davanzale, che era al piano terra, hanno visto partire una serie di impronte, lasciate nel fango creato dalla pioggia, e hanno notato l'assenza delle scarpe del nipote dell'ambasciatore, le quali suole corrispondono alle impronte lasciate. Quindi sospettarono che il ragazzino fosse fuggito, ma non siamo riusciti a trovarlo all'esterno della villa, né nel parco, né nel quartiere." "Interessante. Il ragazzo non ha lasciato niente di scritto, neanche un biglietto?" "Non che sia stato trovato, ma abbiamo pensato di vedere la pellicola della fototrappola, che aveva scattato una sola foto." Detto ciò il commissario Basettoni gli mostro una foto: illuminata dalla luce di un fulmine che veniva da dietro la , si intravededeva nell'oscurità del bosco un'ombra mostruosa.
(prossima parte tra una settimana)