PREMESSA
Dopo aver meditato a lungo il passo, tentennando mesi e direi anni, avvio oggi questo mio blog paragiornalistico per poter scrivere in libertà due o tre cose che ho appreso, e apprenderò, su paperi e topi Disney e sul fumetto in generale. Dopo aver valutato di aprire un sito ad hoc o di propormi a giornali e portali esistenti, ho scelto invece come piattaforma PaperPedia, la mitica wiki dedicata all’argomento, la cui “mission” di documentazione enciclopedica in questi anni mi ha fornito moltissimi spunti e consentito di raccogliere info che possono essere (e saranno) riportate sì in forma di voci, ma d’ora in poi anche come articoli. A volte dirò cose che nessuno, o pochi sanno. A volte cose già note e molto note, ma proverò a raggrupparle e sistematizzarle. Parlerò di storie astruse e personaggi curiosi nella sconfinata produzione disneyana, di alberi genealogici (un mio feticcio), di temi e avventure tabù e tanto altro. Buona lettura a chi vorrà! Alb
di Alberto Orsini
Miliardario; giovane o comunque più giovane di Paperon de’ Paperoni; privo di scrupoli, ma solo di rado spietato come Cuordipietra Famedoro; mangia bombette, quelle che indossa tutti i giorni, ogni volta che una sfida affaristica gli finisce male, cioè sempre. Specialmente nella tradizione italiana, si è conquistato la fama di antagonista per eccellenza di zio Paperone John Davison Rockerduck, nome in parallelo con John Davison Rockefeller, miliardario realmente esistito, con Davison che in quel caso era il cognome della madre Eliza. Creato dal re dei paperi Carl Barks nel 1961, esordisce nella storia Zio Paperone e la superbenzina, in cui de’ Paperoni gli dà addirittura del voi.
Negli anni, in base alle sensibilità degli sceneggiatori, il personaggio è stato più o meno onesto, più o meno cattivo, ma non ha mai abbandonato i panni del comprimario. Così come i vari Paperone della storia, anche lui ha avuto suoi antenati nei secoli: il centurione capo dei pretoriani Rockius Duckius, il governatore trecentesco di una contea scozzese Ducka McRocker, l’ammiraglio seicentesco della flotta spagnola Roquer de Conquibus, tanto per citare tre apparizioni di emuli nella Storia e gloria della dinastia dei paperi (Guido Martina-Romano Scarpa-Giovan Battista Carpi). Ma più che antenati veri e propri, collegati da legame familiare, queste sembrano piuttosto “preincarnazioni” del personaggio originale, del tutto funzionali alle esigenze della trama di dare, allora come oggi, un comprimario, il solito comprimario, all’antenato paperoniano di turno.
Le cose si fanno più interessanti avvicinandosi alle generazioni più vicine alla sua. Come in altre vicende del cangiante albero genealogico dei paperi, tuttavia, si approda presto a più versioni inconciliabili tra loro. Per la scuola italiana, Rockerduck ha un nonno paterno, Pokerdyck, imprenditore minerario, del tutto identico a lui a parte un copricapo appena diverso; un padre, Pykerdock, stesso mestiere, anch’egli la fotocopia del figlio eccetto qualche dettaglio; e una madre, Ciccia, infermiera. Tre personaggi della Storia e gloria, tre nomi che sembrano più che altro soprannomi, dovuti anche a un Martina che in quel passaggio il suo genio doveva averlo un po’ messo a riposo, limitandosi a invertire un paio di lettere e buttare giù un nomignolo femminile piuttosto svagato.
L’autore statunitense Don Rosa ha fornito un’altra versione, la sua, tralasciando i nonni e creando una nuova coppia di genitori nella Saga di Paperon de’ Paperoni: Howard Rockerduck, figura di spessore di imprenditore, perfino mentore del giovane Paperone, caratterizzato da un aspetto finalmente differente e da una storia credibile. E Lady Rockerduck, nome mai svelato, da cui il rampollo deve aver ripreso sì l’eleganza, ma anche la parte brutta del carattere: snob, nervosa, sprezzante.
Rosa non parla di antenati superiori, ma da una storia brasiliana degli anni Novanta, Segreti di famiglia (Rosana Rios-Atila de Carvalho), è spuntato un nuovo antenato, peraltro compatibile con entrambe le versioni: Rock Von Duck, aspetto che torna simile all’originale, ma cognome diverso, con un’evidente ripercussione: non può che essere il nonno materno e, quindi, per puro collegamento teorico, il padre di Lady Rockerduck, o se volete perfino di Ciccia. Gli alberi genealogici ufficiosi danno, infine, traccia di un’altra versione di nonno paterno, stavolta identico sia per nome che aspetto al nipote, ma al momento non è stato ancora possibile rintracciare informazioni su questa misteriosa figura.
Rockerduck ha avuto vaghe cotte temporanee in varie storie, ma sempre ripristinando alla fine lo status quo di scapolo d’oro; non ha moglie né figli noti. In compenso, ha una pletora di nipoti, cinque, nati in fasi storiche diverse, in Paesi diversi e da autori diversi, e tutti apparsi soltanto in una storia. Ma tutti simpaticamente compatibili tra loro, tanto che non è difficile immaginarli in un qualche cenone di Natale in qualche magione della dinastia.
Uno di loro è un adulto: Ricky Rockerduck, coetaneo di Paperino, esordio in Rockerduck e il nipote migliore (Nino Russo-Luciano Gatto) del 1994 dove gestisce per un po’ gli affari di famiglia senza troppo successo. Una figura che pone una serie di interrogativi di difficile soluzione, dato che lo zio miliardario è più giovane di Paperone e, oltretutto, presuppone due genitori: un padre, fratello di John, probabilmente maggiore vista l’età di Ricky, e una madre, naturalmente mai citati. L’aspetto è quello di famiglia, capigliatura appena accorciata e vestiario più casual.
E poi ci sono i nipotini, tre più uno. Il trio è nato in Danimarca nel 1984: la storia, mai tradotta in Italia in pubblicazioni ufficiali, ma resa in versione amatoriale da chi scrive con il titolo Zio Paperone e i castelli sulla sabbia (Thomas Michelsen-Jaime Diaz Studio), presenta George, Simeon e Patrick Rockerduck, tutti e tre uguali, con capelli scarmigliati e occhialoni tanto quanto lo zio. Rispetto altri tre gemelli ben più celebri, Qui, Quo e Qua, non hanno neanche l’accortezza di indossare cappellini di colore diverse: pertanto sono identici e indistinguibili e, d’altronde, come unico personaggio agiscono nell’unica avventura che li vede protagonisti, stringendo amicizia con Qqq mentre gli zii, inevitabilmente, competono.
Il nipote più antico è anche quello più sparuto: Pepito Rockerduck, che già nel 1972 in Paperino e l'isola col singhiozzo (Carlo Chendi-Giancarlo Gatti) aveva dato una discendenza all’occhialuto miliardario, emulandolo nel look in tutto e per tutto, perfino con una mini-bombetta. Anche qui c’è un tipico contrasto tra l’istintiva amicizia tra ragazzini e l’ostilità degli adulti, Pepito finisce addirittura a soccorrere lo zio.
Pure per questi quattro paperotti, genitori e resto delle parentele non vengono trattate nel più classico e, in fondo, trascurabile cliché disneyano. Inutile scervellarsi a ricollegare ulteriormente le caselle dei legami familiari, o si rischia di ritrovarsi, inevitabilmente, a mangiare bombette.