- Amelia e la furia degli elementi
- Commenti
- "Anch'io alla tua età pensavo di poter fare a meno della famiglia! Poi, col passare dei secoli,ci ho riflettuto ed ho capito che mi sbagliavo! Non fare il mio stesso errore nipotina..."
- ―Nonna Caraldina ad Amelia prima della partenza per Roma.
- "Il tesoro degli dei sta per diventare mio! L'ora del trionfo è vicina!"
- ―Amelia dopo aver aperto la porta del tempio di Giano.
Amelia e la furia degli elementi è una storia a fumetti Disney di 42 pagine scritta e sceneggiata da Francesco Artibani e Lello Arena e disegnata da Giorgio Cavazzano. È stata pubblicata per la prima volta il 20 Giugno 1999 su Topolino 2277.
Trama[]
Mentre sta ultimando i preparativi per un particolare ed impegnativo incantesimo, Amelia riceve l'inaspettata e movimentata visita della sua pittoresca famiglia che comprende la Nonna Caraldina, la sua nipotina Minima e Rosolio, da sempre innamorato (non ricambiato) della fattucchiera. I tre sono stati vittima di un sortilegio che permette al portone del paese delle streghe di spalancarsi ogni settantasette giorni per trecentotrentatré ore, ma sono comunque in anticipo di due settimane per via di un permesso speciale ottenuto da Rosolio, diventato nel frattempo un prestigiatore.
Dopo aver tentato in tutti i modi di mandarli via, Amelia infine si arrende e decide di portarli con sè a Roma, alla ricerca del tempio perduto di Giano che custodisce il tesoro degli dei, quattro oggetti che ospitano il potere degli elementi e che una volta ottenuti permetterebbero ad Amelia di impadronirsi finalmente della numero uno.
Mentre sono in viaggio l'allergia per i corvi di Rosolio, in questo caso causata da Gennarino nascostosi in uno dei panini per sfuggire alle grinfie di Minima, li costringe ad un brusco atterraggio in un sito archeologico, in cui dovrebbe trovarsi anche l'entrata nascosta per il tempio di Giano.
Dopo ore di infruttuosi tentativi magici e ricerche a vista, a giungere in aiuto di Amelia è proprio la piccola Minima, che arrampicatasi su di un albero per inseguire Gennarino, individua ai suoi piedi proprio la porta incantata che li condurrà al tempio.
Una volta arrivati vengono accolti da Giano bifronte, il custode del tempio dotato di due teste e di conseguenza due personalità. Mentre la prima è estremamente affabile e permissiva, la seconda cerca di impedire ad Amelia di appropriarsi dei quattro oggetti : il tridente di Nettuno (acqua), l'otre di Eolo (aria), la lancia di Marte (terra) ed infine i fulmini di Giove (fuoco).
Non tarda a scoppiare un litigio tra entrambe le personalità, durante il quale Amelia ne approfitta per impradonirsi di tre dei quattro oggetti, tuttavia costretta a rinunciare all'otre di Eolo da cui ha bevuto per sbaglio nonna Caraldina avendolo erroneamente scambiato per uno speciale thermos di caffè. Il gruppo fugge così dal tempio a bordo del Carro di Apollo, diretto al deposito di Paperone.
Amelia, dopo aver neutralizzato le difese con la lancia di Marte ed i fulmini di Giove, spalanca la porta col tridente di Nettuno entrando poi indisturbata nell'edificio seguita da tutta la famiglia, fronteggiandosi con Paperone e Paperino a guardia della numero uno.
Tra le due fazioni non tarda a scoppiare il caos: nonna Caraldina, nel continuo tentativo di trovare un fidanzato per la nipote, scaglia una freccia di Cupido verso Paperino che si innamora immediatamente di Amelia e successivamente cerca di colpire Paperone, ma la freccia rimbalza sulla teca della moneta trafiggendo lei stessa.
In quel momento sopraggiunge Paperina che si trova ad assistere sgomenta allo spettacolo tragicomico, in cui Paperino rincorre Amelia mentre Paperone, armato di spingarda, si difende dagli assalti di Caraldina: infine Amelia riesce a rubare la teca a Paperone ma la rompe in testa a Paperino, così la moneta finisce in mano a Rosolio che, offeso per i comportamenti da smorfiosa di Amelia, piuttosto che cedergliela preferisce ingoiarla. Dopo averlo fatto però è costretto a risputarla per colpa di Gennarino e finisce nuovamente inghiottita dal pesce rosso di Miss Paperett.
Dopo aver abbagliato Paperone, Amelia cerca di portare via la boccia col pesce ma nonna Caraldina la stordisce con un sacco di monete perchè non sopporta l'idea che qualcuno minacci il suo "amato" Paperone ponendo così fine allo scontro.
La storia si conclude con Paperone che conserva in cassaforte la boccia ora contentente la sua numero uno e Paperina che costringe Amelia a cercare un controincantesimo per liberare Paperino dall'influsso delle frecce di Cupido.
Curiosità[]
La storia è il seguito di Amelia e la pietra pantarba sempre realizzata dal duo Arena-Artibani in cui Amelia ha creato un incantesimo che confina periodicamente la sua famiglia nella dimensione delle streghe, inoltre è ricca di riferimenti barksiani tra cui la celebre Paperino e il vello d'oro, in cui Minima nell'osservare il vello custodito nel tempio di Giano commenta che ne verrebbe fuori un abitino niente male.
Ristampe[]
In Italia la storia è stata stampata tre volte in:
- Topolino 2277 (1999)
- I Classici di Walt Disney (seconda serie) 357 (2006)
- Topostorie 1 - Dal Vesuvio con furore (2014)
Note[]
[1] Pagina della storia sul sito Inducks.org