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  • Amelia e il sogno sfortunato
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Amelia e il sogno sfortunato è una storia scritta da Rodolfo Cimino e disegnata da Luciano Gatto, pubblicata per la prima volta in Italia il 6 aprile 1969 su Topolino n° 697.

Trama[]

Amelia vede arrivare a casa un "avvoltoio messaggero", incaricato di consegnarle un invito per il futuro congresso delle streghe. Tuttavia, la fattucchiera è di cattivo umore: concentrandosi sempre di più, e sempre senza risultati, nel tentativo di sottrarre la Numero Uno a Paperone, ha trascurato la normale attività stregonesca e teme un giudizio negativo da parte dei colleghi riuniti a congresso.

La fattucchiera cerca di riprendersi entrando in un antro del Vesuvio denso di aria e acqua sulfuree, per lei benefiche. Improvvisamente il liquido si anima e le dà un suggerimento: se non riesce a derubare il Paperone del presente, furbo e costantemente in guardia, potrebbe provare a sottrarre la monetina allo stesso Paperone da piccolo, verosimilmente più indifeso. Amelia accetta di buon grado il consiglio e studia una pozione per tornare indietro nel tempo, così in men che non si dica si ritrova nell'epoca dei pionieri.

Amelia chiede informazioni a una famiglia di paperi, e la madre informa la sconosciuta che Paperone è un bambino vivacissimo e perennemente in attività. Di lì a poco, proprio il futuro multimiliardario investe la strega passando a tutta velocità su un carretto con delle assi: contenendo la rabbia e fingendo di essere una non identificata zia, Amelia attacca discorso con il piccolo, e apprende che lui vuole costruire un banco da lustrascarpe per iniziare a guadagnare qualche soldo.

La fattucchiera gongola in quanto la prima moneta che arriverà al piccolo Paperone sarà necessariamente la Numero Uno, e a lei sarà sufficiente sottrargliela e sparire. Tuttavia, il primo cliente è lo sceriffo della piccola comunità, che dopo essersi fatto pulire gli stivali dà un soldino al piccolo papero. Quando la strega tenta il furto, Paperone chiama subito in aiuto il tutore della legge, che con uno sparo mette fuori uso la bacchetta magica di Amelia e la costringe a ridare il maltolto al paperotto.

Dopo un po' e non senza aver dato qualche consiglio al giovane lustrascarpe, lo sceriffo si allontana e Amelia tenta altri stratagemmi. Prima si traveste da fruttivendola ambulante e offre delle mele a Paperone per un soldino, ma lui rifiuta. Dopo, finge di essere una cliente che chiede la pulizia dei suoi stivali, pensando di pagare con due soldi e così di avere di resto la Numero Uno: il papero l'accontenta, ma contro ogni aspettativa offre alla cliente il servizio gratuito. Infine, la strega si maschera da criminale e, bendata, tenta un furto a mano armata; Paperone cede alla violenza dandole il suo borsellino, e finalmente convinta di essere riuscita nell'intento, Amelia può tornare nel presente.

Tempo dopo la fattucchiera si reca al congresso delle streghe, intenzionata a far valere con i colleghi la conquista della famosa della Numero Uno. Tuttavia, quando esibisce la presunta monetina, scopre che si tratta solo di un pezzetto di ferro: evidentemente lo sceriffo aveva consigliato a Paperone di tenere ben nascosta la moneta guadagnata per non lasciarsela rubare. Amelia sviene per il disappunto e si risveglia immersa nell'acqua sulfurea: in realtà aveva sognato tutto, ma non può non risentirsi del fatto che Paperone è riuscito ad avere la meglio su di lei anche in un sogno.

Analisi[]

Una delle non moltissime storie di Cimino con Amelia al centro dell'azione vede una singolare anticipazione del motivo che Don Rosa avrebbe sfruttato una ventina d'anni dopo in Decini e destini: la strega decide infatti di tornare indietro nel tempo per farsi valere sul Paperone bambino, che suppone meno esperto e più facilmente raggirabile. L'attività di lustrascarpe del piccolo de' Paperoni è evidentemente presa da Carl Barks (vale, naturalmente, anche per la storia di Rosa), mentre l'ambientazione non è nella Scozia di Decini e destini bensì nel Far West.

Fra i motivi d'interesse della trama, la vivace sequela di imbrogli e travestimenti di Amelia (comunque non sufficienti ad avere la meglio su un Paperone che già da piccolo sa il fatto suo), ma anche alcuni elementi secondari come l'avvoltoio messaggero, l'acqua sulfurea animata e la congrega dei mostri che giudica l'operato della fattucchiera; rimane invece un po' sbrigativo e deludente il finale che riduce tutto l'avvenuto a un sogno.

Una precoce raffigurazione dei genitori di Paperone?[]

La "famiglia di paperi" a cui Amelia si rivolge durante il suo viaggio nel passato è costituita da una coppia giovane con un paperotto. Non è da escludere, anche se non è confermato in nessun modo, che si tratti dei genitori e di un fratello del futuro multimiliardario: in effetti, le parole con cui la papera pioniera - l'unica dei tre che pronuncia una battuta nella storia - descrive Paperone[1] suonano plausibili per una madre severa del tardo Ottocento. In questo caso, si tratterebbe della prima raffigurazione nei fumetti dei genitori del magnate, precedendo di un anno la caratterizzazione di Paperon-Papà e di Oretta Paporetta della Storia e gloria della dinastia dei paperi, e di alcuni decenni la definizione di Fergus de' Paperoni e di Piumina O'Drake dovute a Don Rosa.

Pubblicazioni[]

Amelia e il sogno sfortunato è stata edita sei volte in Italia:

All'estero ha goduto di una scarsa fortuna, essendo stata tradotta e pubblicata solo in Brasile, Grecia e Portogallo, e mai dopo il 2000.

Note[]

  1. "Quel BENEDETTO RAGAZZO è sempre in giro! Sono contenta che siate una sua parente, ha bisogno di essere tenuto a freno!"
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